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Suggestioni:Plutone

 

E’ un ex pianeta che dista 5 miliardi di km
e che, se gli dici ciao, ti risponde cordialmente…ma dieci ore dopo, perché
tanto impiega a ricevere e a rilanciare il saluto.
Si chiama Plutone e fu
scoperto nel 1930 da un signore, tale Clyde Tombaugh, che in realtà lo immagino’
in base ai suoi calcoli astronomici. Il brav’uomo aveva un nome che rimanda alla
tomba e…ma questa e’ una mia ipotesi…credete bene di battezzare la sua
scoperta col nome del Dio degli Inferi: Plutone, appunto, e di chiamare un
satellitino che gli fa compagnia col nome del traghettatore delle anime dei
morti: Caronte. Si’, quello che poi troviamo in Dante Alighieri, il sommo Poeta,
dicono abbastanza irritabile se gli ricordavano che era scuro di pelle per avere
fatto una lunga vacanza all’Inferno: “un vecchio bianco per antico pelo”, che
urla alle anime dei dannati
“Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder
lo cielo:
i’ vegno per menarvi a l’altra riva,
ne le tenebre etterne, in
caldo e ‘n gelo”

Più di recente furono trovati i colleghi di Caronte e gli
astrofisici, che non mancano di ironia, li battezzarono con altri nomi funerei:
Cerbero, il cane a tre teste che custodisce il regno delle tenebre; Stige, il
fiume che attraversavano le anime dei dannati; Hydra, il mostro dalle sette o
nove teste…non ricordo bene…ucciso da Ercole; e Notte, che non ha bisogno
di commenti.
Era chiaro che quel pezzo di universo ispirato al mondo dei morti,
sperduto negli abissi dello spazio, non potesse portare fortuna. E infatti,
pochi anni fa, Plutone fu declassato a “pianeta nano”, in sardo “unu mesunudda”,
perché non soddisfaceva a uno dei criteri che fanno di un corpo celeste un
pianeta: era infatti troppo pigro e nella sua vita non era stato in grado di
“ripulire” la propria fascia orbitale…sa prassa ‘e omu…da altri corpi
celesti che orbitavano attorno.

Noi uomini, dopo anni di trascuratezza
abbiamo riscoperto Plutone e gli abbiamo mandato un messaggero: una sonda, un
po’ ridicola, simile ad un trenino per bambini con sopra una sagoma da barchetta
da diporto, che e’ costata solo 650 milioni di dollari…due volte il costo di
produzione di un film fantasy di Hollywood…e che abbiano battezzato New
Horizons.
Brava ragazza, questa sondina, che alla velocità di 50 mila km
all’ora ha avuto il tempo di ricordarsi di noi e di inviarci le foto di Giove,
che ha incrociato non per caso otto anni fa, mandandoci istantanee sulle sue
lune.
Otto anni? Si’, perché la sonda viaggia ormai da dieci anni, e vagherà
ancora nello spazio come un proiettile, forse per decenni. E da li ci invierà
migliaia di foto di Plutone, impiegando anni, perché Plutone mica e’ dietro
l’angolo e la posta spaziale e’ lenta; e di altri mondi di galassie lontane, di
un universo che si espande nell’infinito.
Ce lo ha confermato, con un messaggio
che sembra inviato da un amico in vacanza…anche se ci arriva dopo 5
ore…Hallo, ho scattato delle foto, fate colazione con comodo, ve le mando più
tardi…entro dieci ore e poi, una per volta, entro due anni. Mica si deve avere
fretta nel raccontare il Creato.
Poi scomparirà, come tutti i corpi
intelligenti, che hanno una loro vita anche se mescolata a viti e computer…e
con essa scompariranno le ceneri dello scopritore di Plutone, Tombaugh, che sono
state affidate alla navicella per essere consegnate al cielo.
Oscioi, uno che
porta un nome da tomba, che battezza un pianeta col nome del re dei morti e che
si fa seppellire vicino a Caronte, che guida la nave dei defunti…da toccarsi
gli zebedei!

Due satelliti di Plutone furono scoperti nel 2012 dal telescopio
spaziale Hubble, lanciato nel 1990 dalla NASA e dall’ESA, l’agenzia spaziale
europea. Ha l’aspetto di un grosso calabrone con le ali aperte, che vola ad
appena 579 km di altezza, e porta il nome di E.P.Hubble, che nel 1924 scopri’ la
prima galassia all’esterno della nostra. Un corpo celeste vicinissimo, se
pensate che nel 2010 il telescopio ne ha fotografato una distante 13 miliardi di
anni luce…da sentirsi in preda alla vertigini, se ricordate che la luce
viaggia a 300 mila km al secondo. Insomma…Pelau e’ più vicino.
Il
telescopio, nato per vedere oltre l’umano, in realtà nacque cieco: le prime foto
erano scadenti come quelle del mio iPad perché montando una lente avevano
commesso un grossolano errore di…1,3 mm, quanto un crine del cavallo di tziu
Luiginu Corgiolu. Lo misero a posto e ogni tanto degli ometti in tuta si
arrampicano tra le stelle e gli fanno il tagliando, come alla mia vecchia
Cinquecento.
E adesso, il suo occhio magico si spinge sempre più lontano e ci
rivela misteri fino a ieri insondabili: come l’immagine del nostro pianeta
appena 480 milioni di anni dopo il Big Bang, appena un secondo dopo che Dio
disse…beh, ho fatto il mio lavoro, ora mi riposo un po’.
Il telescopio Hubble
andrà in pensione tra due anni, non prima di aver dato le consegne al giovane
sostituto: James Webb Space Telescope…Webb era direttore della NASA ai tempi
dello sbarco sulla Luna…che sembra una bara con sopra una bardunfula
rovesciata…non e’ che questi americani hanno il gusto del macabro?

Forte
di questi strumenti del genio umano come la sonda New Horizons, che si dirige
verso la Fascia di Kuiper, abitata da corpi celesti ricchi di acqua e di
ammoniaca, la Nasa sta pensando al primo passo per preparare l’insediamento
dell’uomo su Marte. Ormai ci siamo: tra poco, diciamo tre secoli, sul nostro
Pianeta staremo stretti e i nostri arcinipoti dovranno emigrare in altri mondi.

Io mi lamento quando devo andare a Sydney, ma i Serra del 2400 ne
rideranno…era ad uno sputo di distanza rispetto al loro nuovo mondo…Marte,
diventato ospitale e simile alla Terra proprio con l’aiuto delle nostre,
primitive navicelle spaziali.
La NASA infatti costruirà su Marte un’atmosfera
simile alla nostra, facendo produrre ossigeno da appositi batteri…mica si può
pensare di partire dalla terra con le bombolette di ossigeno, che costano troppo
e magari si rompono in viaggio. No, lo troveremo bello pronto, il nuovo mondo,
con le sue sorgenti, gli alberi, l’erba e gli animali…un paradiso ritrovato.
Non so se noi siamo in grado di vedere, di distinguere Plutone tra tante
stelle.
Ma c’è, sospeso nel cielo, proprio sopra di noi, con i suoi satelliti
dai nomi inquietanti.
E stasera, spegnete il televisore, levate gli occhi in
alto e accendete l’emozione di incontrare l’universo .
Tonino Serra per Medasa.it