Suggestioni Nuoresi: Maleducazione .
Suggestioni nuoresi: Maleducazione .
Il prof. Manni, docente di fisiologia umana, incrocio' il mio sguardo con i suoi
occhi gelidi da Rasputin, mi trafisse col suo lungo indice…lei, mi elenchi i
rami terminali della carotide interna…mi alzai di scatto…i rami terminali
dell'arteria CI sono l'arteria corioidea anteriore, l'arteria comunicante
posteriore, l'arteria cerebrale media e l'arteria cerebrale anteriore…lei ha
mostrato una certa indecisione, sappia che all'esame le faro' la stessa domanda
e se sarà incerto la caccerò.
Dopo di me il professore, alto e segaligno, che non rideva mai, interrogo' altri
tre miei compagni di corso e di sventura…lo faceva sempre perché voleva essere
certo che avessimo le basi fondamentali dell'Anatomia prima di iniziare la sua
lezione…signori, non ho tempo da perdere con gli ignoranti e con chi non può
apprezzare la poesia della fisiologia…e cacciava freddamente chi non sapeva.
Interrogava al volo una decina di studenti che rispondevano in piedi.
Nessuno si sarebbe sognato di stare seduto di fronte ad un professore.
Allora usava così.
In piedi…era l'ordine secco del professor Piroddi all'entrare in classe del
preside Ramazzoti, che veniva da Nuoro a ispezionare…mica a visitare…la
sede staccata del Liceo scientifico di Ierzu…ma era un ordine inutile perché
era connaturato alla nostra educazione alzarci di fronte alle autorità e,
comunque, in presenza di un visitatore.
Era il 1952 e il maestro Usai fu accolto da una classe di trenta bambini
spaventati, in grembiule nero e col fiocco della prima elementare, in piedi e
in silenzio.
E lo accogliemmo sempre in piedi per i cinque anni di elementari nella scuola
maestosa "Amerigo Demurtas"…dove continuai a salutare in piedi i miei
insegnanti delle medie e poi quelli del liceo…ci sedevamo solo al loro
ordine…seduti!
Eravamo educati così, nelle nostre famiglie. Eravamo, e non lo sapevamo,
beneducati.
Per 18 mesi, da assessore Provinciale alla Pubblica istruzione, visitai cento
licei, assistetti a decine di assemblee di studenti…poche volte fui accolto in
piedi, senza che i professori invitassero la classe a osservare quel vecchio
codice di rispetto. Me ne lamentai, ma i professori mi guardarono come se fossi
un extraterrestre o, almeno, un retrogrado reazionario.
Fino a che un giorno non mi trattenni.
Ero a Carloforte per un grave problema strutturale di un edificio scolastico e
il giorno aveva voluto accompagnarmi lo stesso Presidente della Provincia.
Visitammo i locali, poi un professore ci guido' verso un'aula ammalorata dalle
infiltrazioni d'acqua. Ci accolse una classe di una ventina di ragazzi sui
sedici anni…rigorosamente seduti, immersi nelle loro occupazioni e quasi
infastiditi per la visita inattesa. Li guardai ricambiando con disprezzo la loro
indifferenza…ragazzi, vorrei presentarvi il presidente dell'ente che cura le
vostre scuole, ma non lo farò se non vi alzate in piedi in segno di rispetto
verso un'autorità dello Stato…lo fecero lentamente, alcuni accennando ad
alzarsi senza farlo completamente e restando con le ginocchia semiflesse in un
grottesco inchino, altri chiaramente infastiditi per quella ginnastica
inattesa…altri con un sorriso di scherno sul volto.
Quando feci una sfuriata al preside, mi guardo' con la stessa espressione
annoiata dei suoi studenti maleducati. Il presidente ebbe poche
parole…assessore, non lo meritano perché sono incivili e meriterebbero di
stare dentro una capanna, ma fai riparare d'urgenza la scuola, l'educazione può
attendere.
Non so se i professori abbiano ripreso a insegnare, con la matematica e la
filosofia, anche la buona educazione, che ti porta a salutare un visitatore col
sorriso e la mano tesa…come si fa a casa se arriva un ospite…ti alzi, e non
resti stravaccato sul divano del salotto.
Non so neppure se i ragazzi abbiano più a casa loro genitori appena appena
attenti alle regole del galateo. Vorrei crederci, ma tutto mi indica il
contrario.
Perché siamo immessi nella volgarità, nell'uso comune della parolaccia che da'
forza ad argomenti deboli e fa audience in tv, nelle urla e nelle offese verso
chi ti contraddice perché non si hanno argomenti da opporgli, nella plateale
rivendicazione del linguaggio da caserma come segno di modernità e di
liberazione dai vecchi schemi educativi…sia che si tratti di Santoro, o del
dito medio di Morgan, del vello troglodita di un Salvini, delle incontinenze
verbali della Littizetto o di Crozza…si lo so, sono comici…ma Sordi faceva
ridere anche senza essere volgare e se talvolta usava battute pesanti, ma non mi
risulta che abbia mai trasceso nel turpiloquio.
A lungo andare, credo che riscopriremo tutti che stare in piedi e' segno di
rispetto, non di servilismo, che la maleducazione e' una penosa imitazione di
forza dell'uomo debole…e che oggi può ancora essere di moda il vaff…di
Grillo, anche se molti ormai sono attenti a non fare la sua fine…dopo aver
insultato, offeso, maltrattato mezzo mondo, oggi si dichiara stanchino e si
sceglie…cinque badanti.
Tonino Serra