Suggestioni: Immagini.
Suggestioni: Immagini
Sono stato sgridato amichevolmente per aver postato in uno dei miei “Buongiorno” alcune foto, ritenute troppo crude, sul taglio di una mano in Arabia Saudita, su un’impiccagione in Iran e sulla crocifissione di un cristiano da parte dell’ Isis. Volevo solo documentare quanto dicevo nel mio “non-buongiorno” ai criminali, che insanguinano il Medio oriente guidati dal più feroce fanatismo, perché sono consapevole della forza delle immagini e dell’impatto emotivo che suscitano, spingendo a riflettere, a esaminare le notizie in modo critico, a rimuovere facili buonismi e alibi morali.
Non mi piace la violenza, da sempre; e non mi piacciono gli atteggiamenti fisici e psicologici aggressivi, che intimidiscono i deboli e scherniscono i buoni. Ma molti non credono se non vedono, se non sono posti con immediatezza di fronte agli effetti dei crimini e non agiscono contro i criminali se non hanno coscienza del male che fanno.
Gli ebrei impiegarono quindici anni a parlare della shoah.
Gli scampati da Auschwitz e da Dachau non raccontavano nulla di quell’orrore, perché sapevano che nessuno li avrebbe creduti…come diceva alcuni giorni fa Modesto Melis, il partigiano sardo sopravvissuto a Mauthausen; e il mondo seppe dell’Olocausto, non dopo le condanne a morte di Norimberga, che passarono per la vendetta dei Vincitori, ma quando un impiegato di un ministero del Reich, che rispondeva al nome di Adolfo Eichmann, racconto’ il diabolico disegno nazista di sterminare un intero popolo. E le sue parole furono confermare da migliaia di foto, che documentavano la scomparsa della civiltà, un fuoco immane che aveva divorato intere culture e infinite vite.
Gli ebrei si vergognavano di aver subito lo sterminio; e riscoprirono la loro dignità di vittime leggendo i cento articoli di Anna Harendt sul male assoluto, sofferto dal loro popolo, e la banalità del male nello volto impassibile dell’uomo che aveva guidato i treni della morte verso i campi di sterminio, come un bambino guida i trenini colorati nella soffitta di casa.
Ed e’ di oggi la notizia che il filosofo Martin Heiddeger, uno dei più grandi del Novecento…maestro della stessa Harendt, di Levinas…scriveva in uno dei suoi “quaderni neri” oggi alle stampe, che gli ebrei si sono “autoannientati” perché essendo portatori della tecnica e degli effetti devastanti sulla società, sono stato loro stessi annientati dalla tecnica dei campi di sterminio. Una follia, che adombrava in questo filosofo luciferino, la nascita di un Quarto Reich, continuatore dell’impresa apocalittica di Hitler…c’è ancora un futuro dell’Europa guidato dal popolo tedesco…da brividi. E il fatto che l’ineffabile Gianni Vattimo difenda queste tesi, non filosofiche, ma semplicemente razziste, aggiunge altro disgusto.
Mi chiedo se Heiddeger abbia mai visto una sola foto degli ebrei salvati dai sovietici nel campo di Aushwitz, di quegli scheletri viventi incredibilmente capaci ancora di porgere le mani ai liberatori, di quei bambini marchiati come agnellini da sacrificare. Immerso nella sua costruzione metafisica di un razzismo paludato e apparentemente innocuo, non ci avrebbe creduto, non avrebbe mai pensato che nei campi polacchi il mondo aveva vissuto una prima Armageddon, la lotta tra il male e il bene, tra la ferocia e la pietà; e che per due anni Hitler avesse vinto.
Anche oggi molti non credono alle immagini atroci che scorrono davanti ai nostri occhi. Sono i negazionisti allucinanti e allucinati da ideologie perverse, da complotti, da sicari nell’ombra, o da odiose azioni di propaganda come nell’Iran degli ayatollah.,
Anche noi, di fronte a immagini crude, le rimuoviamo, non le accettiamo; il nostro cervello opera la filtrazione degli stimoli cancellando i segnali negativi a favore di quelli gradevoli, che non ci fanno soffrire.
Ma e’ dalla sofferenza che nasce la rivolta, il desiderio della giustizia.
I popoli arabi, indifferenti ai massacri delle minoranze religiose in Medio Oriente, si commuovono e focalizzano l’attenzione sui bambini uccisi dalle bombe israeliane a Gaza, e ignorano i bambini israeliani fatti saltare in aria o sfregiati dai palestinesi…ma insorgono tutti, scendono in piazza chiedendo vendetta di fronte al pilota giordano ingabbiato e bruciato vivo. Fanatismo che richiama fanatismo…ma senza quelle immagini il rogo sarebbe stato solo un racconto, da non ritenere vero o meglio da ritenere frutto della propaganda nemica. Oggi quelle immagini orrende diventano verità e spingono alla vendetta intero popoli…Isis intendeva usare i filmati per terrorizzare, ma questo film terribile gli si ritorce contro, segnando forse l’inizio della sua fine. E con le bombe giordane agiscono i patrioti di Anonymous, che stanno smantellando account e profili in cui si annida il veleno della propaganda jiadhista.
Una tecnica, quella dell’immagine, che in mani criminose può servire a creare falsi e a cancellare la storia o episodi imbarazzanti, come le foto di Stalin o di Mao, da dove si cancellavano personaggi scomodi fatti sparire dalla vita e poi dalle immagini. Una “Damnatio memoriae” che si perpetua con lo stesso rituale dal tempo dei Faraoni.
Nel 1970 andai nella Germania ovest…allora esistevano due Germanie, due mondi, due culture…e un muro che separava, devastava le esistenze. Ero ospite della CDU, la DC tedesca, in un castello immerso tra giganteschi ippocastani, a Wessling. La notte uscimmo per fare un giro a Colonia…una trentina di giovani democristiani di dieci paesi d’Europa…con me c’erano Francesco Birocchi e Giancarlo Infante, poi giornalisti…e mi colpirono nel buio il Reno, ampio come un mare, un ponte altissimo lucente sotto la Luna e una città silenziosa. Poi, nel buio scorsi un’alta guglia isolata in una piazza deserta, appartata…quello che restava della chiesa di Alt St. Alban. Dopo i bombardamenti, di una meravigliosa chiesa gotica era rimasto solo quel mozzicone, funebre guardia sulla città rasa al suolo.
Come la statua che nelle foto del tempo sovrasta intatta gli scheletri infiniti delle case di Dresda, splendida città barocca distrutta da 4500 tonnellate di bombe incendiarie con i suoi ventimila abitanti. O come il campanile di Francoforte, ugualmente spettrale testimone di una città antica che non c’era più.
Oggi queste città sono state ricostruite esattamente come erano prima della guerra…addirittura, con le stesse case con graticcio e le sculture medievali.
Chi penserebbe mai a tanta ferocia distruttiva, agli aerei che spezzonano città ormai inermi e uomini in ginocchio?
Restano le immagini, che “nascono da eventi passati, ma entrano silenziosamente nel presente, plasmano e rinvigoriscono la memoria”.
Tonino Serra