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Suggestioni: I cani


La ragazza aveva metà viso coperto da occhiali
enormi a specchio.
Un modo comune usato dalle donne per apparire misteriose e
captare per qualche istante lo sguardo incerto di chi incontrano, ma anche di
mettere in imbarazzo chi ha l’impressione di conoscerle e non sa se salutare o
meno. Per questo, quando mi sorrise e si fermo’ tirando il cane che teneva al
guinzaglio, ebbi un attimo di incertezza…ciao doc, incredibile vederla dopo
tanto tempo…si tolse gli occhiali e la riconobbi naturalmente: una mia giovane
paziente messa a dura prova da una malattia rara e pericolosa, ma bellissima,
gli occhi neri splendenti e vestita di colori radiosi.
La giovinezza, la
primavera…che per me sono la stessa cosa.
Un abbraccio, poi mi esamino’ bene
in viso…come facevo io in ambulatorio, quando la osservavo per escludere che
la malattia avesse ripreso la sua strada impietosa…venga, le offro un
caffè…grazie, con piacere, così mi racconti…dove posso legare il cane…no
Daniela, se nel locale non fanno entrare i cani, andiamo in un altro
bar…ahahah, sempre lo stesso, ricordo un cartello in ambulatorio “i pazienti
sono accetti se hanno un cane che morde i maleducati”…ahahah, buona memoria,
ma la penso sempre così.
Entrammo col cane e non ci dissero nulla. Meno male.
Mi segnai il locale per tornarci.

Non e’ obbligatorio amare gli animali; ci
sono degli umani che non sopportano i propri simili. Basta rispettarli, sapere
che sono essere senzienti, capaci di affetti e anche loro immersi nella
sofferenza del mondo. Non chiedo altro, e diffido da sempre di chi li
maltratta.
Non ho aspettato di leggere il “Cantico delle creature” per
scoprirmi francescano. Ho sempre amato e rispettato gli animali e se non avessi
fatto il medico avrei fatto il veterinario…si, lo so,qualcuno sta pensando che
lo avrei fatto meglio.
Ma sono sicuro che avrei interrotto gli studi, perché
il dolore degli animali non ha filtri, e’ diretto, terribile perché
inspiegabile…come quello dei bambini, che ti guardano spaventati dal dolore e
non trovano consolazione se non tra le braccia della madre. Per questo,
nonostante il professor Corda mi incoraggiasse a stare nel suo reparto di
Pediatria, smisi di frequentarlo quando al momento della visita mi accorsi che
una bimba di cinque anni non era nel suo letto…morta la notte di una malattia
devastante.
La ricordo ancora dopo quarant’anni. E il suo viso e’ vivo come
se lo avessi vicino mentre ne ascolto il cuoricino con lo stetoscopio. Gli occhi
sono azzurri come quelli di una particolare razza di cani, buoni e pieni di
affetto…nonostante il dolore, l’ambiente ovattato dell’ospedale, la paura
delle punture.
Gli occhi del mio Laerte, di pelo rosso, erano nocciola e
risplendevano di una luce intensa solo se mi poteva vedere. Lo uccise un
polpetta avvelenata e lo curai fino alla fine, steso su un sacco in su
basciu…la diarrea sanguinolenta gli provocava spasmi orribili e mentre lo
accarezzavo piangendo mi leccava le mani…nonostante tutto era felice perché
c’ero, perché non lo lasciavo solo.

Renato e’ stato cacciato via dal
cortile di un asilo frequentato dalla nipotina.
Un suora…si, un
religiosa!…gli ha indicato l’uscita con un dito tremante solo perché aveva con
se’ il suo cane…una bestiolina allegra e giocherellona, che se ne stava
accucciata ai suoi piedi, godendosi il sole in una mattina luminosa che Cagliari
spesso ci regala.
Non credeva ai suoi occhi, Renato….ma, sorella, e’ un cane
e qui siamo in un cortile, all’aperto…no, questo e’ un luogo privato, quindi
se ne vada con la sua bestia…va bene, suora, ma ho letto da qualche parte che
anche il Regno dei cieli e’ privato, non vorrei che non ci facessero entrare le
suore come lei, magari facendole cacciare a morsi dal mio cane…

La Chiesa
discute da tempo se gli animali abbiano un anima.
Dotte discussioni, ma
sciocche, che interessano solo chi non ha mai avuto la fortuna e il privilegio
di avere in casa animali e di aver goduto del loro amore. Che e’ spontaneo,
totale; che non chiede nulla in cambio, che e’ infinito e continuo, come la luce
del sole e il moto della risacca. Che ti accoglie quando torni a casa e ti
soffoca di dolcezza.
Nulla e’ più bello del gatto che si rotola mille volte
felice sul pavimento appena ti vede rientrare, e si metta pancia all’aria per
farsi accarezzare e si stende in tutta la sua lunghezza piegando le zampe dalle
felicità, assaporando il tuo affetto; o del cane che, molto meno discreto, ti
balza addosso per abbracciarti e poi si avvicina al tuo volto per leccarti e
poi corre tutto intorno impazzito per la gioia e poi ti e’ nuovamente addosso
perché tu sei tu, il suo padrone, il suo capo branco, il suo punto di
riferimento, il suo difensore.
La Chiesa farebbe bene a occuparsi degli uomini
che hanno perso la loro anima, non dei nostri animali che ne sono colmi e non
rischiano mai di perderla.

I nostri pastori percorrevano le campagne tenendo
il cane con una lunga corda legata al fianco. Erano cani feroci, capaci di
azzannare un uomo a cavallo al fischio del padrone; o tanto intelligenti da
separare un capo dal gregge senza fare rumore e di condurlo dal padrone in
attesa. Non so se fossero cani fonnesi, come quello che ho visto alcuni giorni
fa a Erriu Pessiu da Luigi…bianco come la schiuma di un torrente invernale e
attento come una sentinella. L’uomo ne ha sfruttato la ferocia usandoli in
combattimento. Prima contro i Romani invasori, poi nelle nostre guerre coloniali
contro i Turchi…peccato che oggi non possiamo mandarli abbastanza vicino ad
Erdogan.
Questo di Erriu Pessiu e’ buono, curioso e molto indifeso…non si
sposta al passare delle auto veloci, e ho paura che venga arrotato. Forse ha
perso il suo istinto ed e’ abituato a fidarsi della protezione del padrone.
Sbaglia, ma il suo padrone e’ tutto e senza di lui morirebbe. La mia infanzia e’
piena di cani che si lasciano morire sulla tomba del padrone o che lo aspettano
per anni sull’uscio perché per essi il capo branco non muore mai…ritorna
sempre perché non può tradirli.
Mi chiedo sempre come fanno ad esserci amici.

Tonino Serra per medasa.it