corrutto

Suggestioni :Corruzione  –

Esistono parole dal suono cupo, con assonanze inquietanti derivate dalla 
presenza di consonanti dure, doppie, che si pronunciamo come un ordine secco di 
morte. 
Sai cosa vogliono dire, conosci le emozioni profonde che ti suscitano, ma non 
sai da quanto tempo quella determinata parola ha assunto il significato che ti 
incupisce. E ne cerchi l'origine antica, l'etimologia, sfogliando il vocabolario 
di casa o quello online, perché vuoi scoprirne la radice lontana, in un 
linguaggio ormai scomparso, ma che riecheggia un oscuro segnale di allarme, 
tanto più temibile in quanto misterioso, indecifrabile.
E' il caso del termine CORROTTO, che si farebbe risalire a cor ruptus…un cuore 
spezzato, infranto di fronte alla consapevolezza di un delitto? Oppure a cum 
ruptus…infrangere con i doni avvelenati l'onesta' primordiale…la mela letale 
che condanna Adamo ed Eva,  o il cavallo di Troia che porta la città di Priamo 
alla distruzione nonostante le ammonizioni del saggio Laocoonte…timeo Danaos 
et dona ferentes?  
Può darsi. Sappiamo solo che il termine corrotto nasce nel 1200 da una parola 
latina e indicava una cosa guasta, alterata, marcia, imputridita…o, in senso 
figurato, un elemento dirompente sull'integrità, la bellezza, la purezza 
originaria.


Oggi, ciclicamente, e con inquietante regolarità sempre più ravvicinata, si dice 
e si legge che il nostro Paese e' CORROTTO, malato, inaffidabile, in mano alla 
delinquenza, privo di senso etico e del senso dello Stato e del bene 
comune…moralmente guasto, dove sempre più i politici, gli imprenditori, i 
cittadini comuni sono disposti a venir meno ai propri doveri in cambio di un 
profitto personale…
Un termine che indica chi, figura pubblica o privata, in cambio di denaro o di 
privilegi agisce in modo disonesto e contro il proprio dovere. 
Un vuoto morale giustificato spesso dalla Ragion di Stato per cui si accetta che 
nei rapporti internazionali con Stati canaglia, corrotti e tirannici, ci si deve 
adeguare al loro codice criminoso pur di non perdere un appalto o una fornitura 
di materie prime necessarie al nostri sviluppo tecnologico. 
Ecco perché l'aggettivo "corrotto" lo si avverte come un ceffone in pieno volto, 
che fa male, che umilia…anche perché si tende a dire che in questo nostro 
Paese tutti sono corrotti e ladri…una tesi che segna il trionfo, anche nella 
coscienza degli onesti indignati, della filosofia abbietta di Massimo Carminati, 
il nuovo re di una Roma devastata dalla mala politica e dalla delinquenza 
comune, e nuovo filosofo del "mondo di mezzo", dove chi si mantiene onesto non 
si differenzia da chi delinque e dove chi vola alto con la sua onestà e' 
equiparato a chi striscia nel fango del crimine. 

Un male antico, la corruzione…un carro d'oro, come diceva Filippo il Macedone, 
padre di Alessandro Magno, che si presenta alla porta di ogni fortezza per 
offrirne il prezzo. 
Un male che segna la storia dell'uomo, ben prima dei trenta denari con cui Giuda 
tradì Gesù, che ha interessato grandi figure del passato più o meno recente. 
Nel V secolo a.C. l' «incorruttibile» Pericle fu sospettato di aver lucrato sui 
lavori pubblici per la costruzione del Partenone affidata a Fidia, che fu anche 
lui trascinato in giudizio con l'imputazione di aver sottratto parte dell'oro 
destinato alla statua criselefantina di Atena.
Un secolo dopo, nel 324 a.C., Demostene, difensore della libertà greca e famoso 
fustigatore di Filippo il macedone, fu esiliato perché implicato nell' «affare 
Arpalo»,  la sparizione di metà del patrimonio sottratta ad Alessandro dal suo 
tesoriere. 
Anche Cesare fu sospettato di essersi procurato illecitamente grandi quantità di 
denaro, come Crasso e Pompeo, rei di aver introdotto «l' uso di corrompere il 
popolo con i soldi».
E a nulla valsero le prediche dell'iracondo Marco Porcio Catone detto «il 
censore», quando, scrive Seneca, la «corruzione a Roma non è mai stata 
sfacciata». Anche Seneca ebbe le sue noie…ma diceva che si doveva seguire 
quanto predicava non ciò che faceva…insomma, armiamoci e partite…
Si dice che con l'avvento del cristianesimo il fenomeno si attenuò, ma poi 
riprese con vigore. 
Furono corrotti e predatori Richelieu, che Montesquieu definì «il peggiore 
cittadino di Francia», Mazarino e prima di loro Jacques de Semblançay, tesoriere 
di Luigi XII e di Francesco I, impiccato per aver rubato del denaro.
Principe dei corrotti fu Talleyrand, il prete che sopravvisse alla ghigliottina 
e trionfo' nella Vienna  di Metternich…un politico per tutte le stagioni che 
Napoleone definì come «l' uomo che più ha rubato al mondo» e che non aveva mai 
fatto nulla senza farsi pagare. 
Sarà, ma se sostituiamo a questi nomi quelli delle cronache recenti, non e' che 
cambi molto. 
E' di oggi la notizia che Zhou Yongkang, ex capo dei servizi di sicurezza della 
Cina, e' stato arrestato per corruzione…era uno dei nove uomini più potenti 
del regime ed era a capo di una corte corrotta di 300 persone, che avevano 
accumulato beni per dieci miliardi di euro. 

Nella Grecia classica, fu l'ateniese Clistene, nel VI sec., che cerco' di 
frenare il peso delle clientele, frutto e fonte di corruzione. Ma, l’ombra di 
una corruzione generalizzata, secondo Plutarco e Aristofane, non risparmio' 
neppure  l’attività di Pericle…soldi e potere, e  la politica fu uno dei 
terreni più fertili per il fenomeno della corruzione. Fu Pericle, secondo alcuni 
studiosi, ad accelerare il processo di corruzione dello stato ateniese…con la 
mistoforia, ossia un’indennità giornaliera a quanti ricoprivano le cariche 
pubbliche, fino ad allora svolte gratuitamente. Aristotele riteneva ciò 
positivo, in quanto il pagamento di una retribuzione avrebbe consentito anche ai 
poveri di occuparsi della vita politica. Ma il privilegio concesso venne mal 
gestito dai singoli, che nelle varie funzioni svolte, iniziarono a vendere il 
loro voto per denaro: così, non solo la politica divenne teatro di corruzione, 
ma anche il tribunale, in cui i magistrati, estratti a sorte tra i cittadini, in 
cambio di denaro vendevano le sentenze, e negli uffici pubblici i funzionari si 
lasciavano corrompere per accelerare le pratiche burocratiche. E oggi le cose 
non sono cambiate…più cariche, più soldi, più potere e possibilità più alte di 
pagarsi gli avvocati più bravi in giudizio. 
A Roma, la corruzione era dilagante e furono inutili la Lex Calpurnia, approvata 
da Lucio Calpurnio Pisone nel 149 a.C., che sanzionava la corruzione e 
l'estorsione dei doni da parte di magistrati…e la Lex Iulia, che puniva chi 
chiedeva denaro in cambio di provvedimenti giudiziari o amministrativi. 
Le vicende cupe di questi giorni, a Roma, e quelle di pochi mesi fa ad Atene, 
dimostrano che in 2600 anni le cose non sono cambiate. 

Sui giornali di ieri, in una cartina del mondo una debordante orgia di rosso 
indicava il tasso di corruzione dei vari Paesi. La nazione più pulita al mondo 
e' la Danimarca…noi siamo al 69.o posto, i peggiori in Europa…come il 
Brasile…vicinissimi a Romania, Grecia e Bulgaria… superati dal Sudafrica, 
peggio del Ghana e del Ruanda…una situazione ancora più grave se si pensa che 
si tratta di "percezione della corruzione", cioè dalla sensazione di 
insicurezza, di disagio e di paura in cui si vive, con scarse previsioni di 
miglioramento.
Da quella macchia rossa, rimbalza nel mondo l'immagine di un'Italia di 
funzionari corrotti che, specialmente in cambio di denaro, agiscono in modo 
disonesto e contro il proprio dovere… funzionari corrotti in un paese di 
corrotti…dove l'impiegato unge con denaro sporco gli ingranaggi arrugginiti 
della macchina pubblica e dove il candidato, come nell'antica Roma, fa finta di 
indossare idealmente la veste candida, pura, dell'uomo onesto, per coprire 
meglio la sua anima corrotta. Si', in quella Roma, la capitale invidiata per la 
sua storia, che oggi appare una babilonia volgare fatta di festini e di 
spettacoli plebei con calciatori, cantanti, soubrette e imbonitori…una città 
col volto deturpato dall'attuale malaffare, paradossalmente salvata dalla 
bellezza struggente delle sue rovine…una città corrotta e in mano alla mafia, 
che ha tentato ancora una volta di confondere gli onesti aizzando contro un 
sindaco galantuomo l'esasperazione dei poveri e degli sprovveduti e nascondendo, 
dietro una ridicola storia di una Panda rossa in divieto di sosta, il malaffare 
di una classe dirigente, che percorreva il senso unico della rapina di un intero 
popolo, senza che alcun vigile intervenisse a sanzionarla. 

Corruzione e malaffare, dunque…e illegalità diffusa e giustificata,  se e' 
vero che l'evasione fiscale in Italia si quantifica in 300 miliardi…il 17% del 
PIL contro il 7% del 1981…un progressivo affermarsi di una società incivile 
dove pagano sempre gli stessi mentre si allarga la platea dei disonesti, dei 
ladri di beni sociali, impuniti e impunibili, che gravano in modo intollerabile 
su chi si spacca la schiena ogni giorno per guadagnarsi il pane. 
Anche per questo oggi l'Italia e' stata declassata da BBB a BBB-… cioè, a 
spazzatura…da Standard-Poor's, l'agenzia di rating americana che misura 
l'affidabilità di Stati e imprese nel restituire i debiti…insomma, per dirla 
in ierzese…nell'onorare un debito siamo meno affidabili di Messico e 
Colombia…si', quella dei narcotraffico più spaventoso…
Un giudizio impietoso che sottolinea con un segno blu i nostri errori di Paese 
in crisi, col debito pubblico in aumento…come mai se con lo spread a 127 
risparmiamo 7 miliardi l'anno di interessi sui buoni del tesoro?…un paese dove 
poche famiglie posseggono i 2/3 della ricchezza nazionale…un paese dove fare 
impresa appare una colpa e lavorare una condanna…un paese piegato sotto gli 
errori della politica e della illegalità dilagante, fatta di scoperte ruberie, 
ma anche da comportamenti scorretti e accettati, se non giustificati…non 
dimentichiamo che siamo il paese delle raccomandazioni, delle spintarelle, degli 
accozzi, delle segnalazioni amichevoli spesso rafforzate da toni ricattatori. 
Un paese di clientele, dove spesso il cliens non e' il debole e bisognoso, ma il 
grosso imprenditore colluso con la malavita, il politico in cerca di voti, il 
funzionario prezzolato…un mondo di privilegiati ingordi, agitato dalla smania 
del facile e immediato arricchimento. 

Eppure, oltre che il maleodorante processo della putrefazione della morale, il 
termine "corrotto" indicava anche l'abito da lutto o il lamento funebre, 
l'atteggiamento di abbandono sul corpo esanime di una persona cara morta, quando 
negli occhi si infrangono le lacrime irrefrenabili…come diceva 
Plauto…corrumpere oculus fletu.
Si', credo che oggi tutti siamo chiamati a indossare l'abito nero del lutto e a 
piangere sul corpo di una Nazione devastata dal crimine e dall'arroganza. 
A piangere e a lottare per riconquistare l'innocenza perduta. 
Con la consapevolezza di vincere questa sfida. 

Tonino Serra