Progetto Albatross: gli scolari senegalesi proveranno a giocare a Sa Murra
Con la spontaneità e l’innocenza dei bambini gli scambi interculturali acquistano un candore ineguagliabile. E l’essenza del Progetto Sardina – Dakar sta proprio nel veicolare sin dalla tenera età il rispetto e l’accettazione del prossimo senza inutili orpelli didascalici. E in attesa del secondo viaggio in Senegal che si approssima sempre di più 8 (dal 2 al 10 novembre 2023) il quartetto protagonista, amalgamato sotto l’egida del Progetto AlbatroSS ha provveduto a mettere in contatto due classi della seconda elementare del Villaggio Satellite Bellieni, (Istituto comprensivo n. 2 don Antonio Sanna di Porto Torres) con gruppi scolastici che saranno coinvolti durante la permanenza nello stato dell’Africa Occidentale.
Il presidente dell’associazione turritana Manolo Cattari, abituato ad interagire con abilità per via del suo mestiere di psicologo dello sport, è riuscito a catturare l’attenzione dei piccoli discenti, circa una cinquantina, coinvolgendoli in svaghi inclusivi e cooperativi che poi saranno mostrati ai bimbi di Dakar e dintorni. L’attenzione si è focalizzata su un gioco tipico sardo, la murra. Al suo rientro dalla missione africana la delegazione del Progetto Albatross farà conoscere agli studenti isolani uno o più passatempi che caratterizzano l’infanzia dei loro interlocutori.
Assai interessata a questo approccio divertente anche la vice sindaca del Comune di Porto Torres Simona Fois che ha assistito alla mezza mattinata trascorsa tra i banchi delle scolaresche. Non è un caso perché nel progetto non si esclude un gemellaggio tra la municipalità turritana e altre realtà territoriali del Paese dalle rinomate bellezze naturali.
“Volevamo che i giochi da noi proposti riflettessero il concetto di empatia, spiega Manolo Cattari – e grazie al movimento hanno provato a sentirsi liberi anche in uno spazio ristretto, senza mai dimenticare che il bene comune va tutelato mettendo da parte gli egoismi e le convinzioni personali. Stiamo costruendo un bel ponte con il continente a noi molto vicino e i bambini nostrani hanno già cominciato un percorso che li fa ragionare sul fenomeno della migrazione”.
Cattari affronterà il suo viaggio con Giuseppe Salis, project manager esperto di progettazione europea e cooperazione internazionale che già lo affiancò nell’esperienza di fine gennaio 2023: “Dall’incontro con le scolaresche sono scaturite delle sensazioni molto interessanti – dice Salis – perché sono attratti dal sapere che ci sono dei bambini come loro anche in altre parti del mondo, e poi ammettono di essere fortunati ad essere qua. La murra è un gioco che trasmette un’espressione culturale. Rappresenta un altro tassello al ponte virtuale che stiamo creando tra le due realtà coinvolte”.
Una delle due new entry che condividerà l’esperienza con loro è Loredana Barra, educatrice e presidente della UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) Sassari: “Siamo partiti da qui, da Porto Torres, da una scuola, per iniziare l’esperienza col linguaggio dei bambini e la loro sensibilità. Abbiamo raccontato e giocato spiegando, attraverso il gioco, il concetto di libertà. E la libertà è facile per i nostri bimbi, la vivono sempre, più difficile è capire quando la libertà non c’è. Ma il gioco aiuta proprio a far questo, sperimentare e agire, provare situazioni ed emozioni. Si può capire, pertanto, quanto sia stato facile e naturale collaborare al progetto di AlbatroSS. Così come è facile per AlbatroSS collaborare con progetti UISP; abbiamo un’affinità di linguaggio e soprattutto condividiamo interessi e sogni comuni”.
Le tappe del soggiorno senegalese saranno raccontate anche attraverso filmati e fotografie dal documentarista Mattia Uldanck: “L’incontro con gli alunni di Porto Torres è stato molto intenso. Ciò che mi ha colpito è stato vederli ragionare sui concetti di libertà e della sua essenza grazie ai giochi proposti da Loredana, Manolo e Giuseppe. La loro assenza di filtri, la loro purezza e l’ingenuità mentre gli parlavamo del Senegal e del nostro futuro viaggio, mi ha fatto rendere conto di come certe problematiche siano per fortuna molto distanti dalla loro percezione e comprensione profonda, e probabilmente anche da quella di noi adulti.
Allo stesso tempo ti fa capire quanto diamo per scontate certe nostre fortune, certe conquiste, e di quanto perciò sia importante parlarne e suscitare riflessione a partire dal confronto con l’altro, per non dimenticare, anche attraverso la spensieratezza del gioco. A volte una comprensione corporale e ludica è più forte di una comprensione concettuale data da mille parole”.