Nuovo allestimento del Civico Museo del Cavallino della Giara
Il 28 dicembre 2014, dopo un anno di lavori, riapre il Civico Museo del Cavallino della Giara. Il fulcro del museo, secondo la logica che ispira da anni i musei di Genoni, è il laboratorio didattico dove scuole e famiglie possono affrontare gli argomenti del museo in modo alternativo.
Il Museo del Cavallino della Giara raccoglie le testimonianze del paese che lo ospita, Genoni, concentrandosi sulle realtà radicate nella memoria storica della sua popolazione e conservate attraverso la cultura materiale, i lavori, i racconti, la natura. Memoria storica di una comunità il cui percorso è accompagnato dalla presenza del cavallino della Giara, come un’ombra che la segue senza abbandonarla, che definisce i suoi contorni e segna il suo percorso.
L’allestimento del museo ha come base le interviste alla popolazione locale che ha vissuto gli anni della seconda guerra mondiale e in alcuni casi qualche anno della prima. Nelle interviste si è cercato di raccogliere un’immagine obiettiva, evitando di influenzare l’interlocutore con domande troppo specifiche, e si è cercato di documentare i ricordi più nitidi.
Le microstorie raccontate si legano al territorio senza mai scindersi dal contesto ma dando un ulteriore spaccato documentario che ci ha imposto, per dovere documentario, un sistema museografico espositivo alternativo.
Con l’obiettivo di coinvolgere anche i più piccoli, le interviste sono passate nelle mani di una grande artista, l’illustratrice Pia Valentinis, che dopo aver analizzato il materiale raccolto lo ha trasferito in illustrazioni. I disegni rafforzano l’esposizione museale con l’obiettivo ambizioso di poter raggiungere sensibilità differenti.
Le stesse illustrazioni, con le didascalie tratte dalle interviste, compongono il libro guida alla visita del museo. La guida è organizzata per sale, seguendo l’ordine che si può vedere al museo dove, è possibile anche prendere visione delle video interviste che ha ispirato l’artista nella creazione delle illustrazioni.
Un importante contributo scientifico al museo è stato dato dal Prof. Giulio Angioni che ha documentato le sale dando una visione più ampia sulla demoetnoantropologia sarda generando un rapporto dialettico tra locale e regionale e al dott. Marco Piras dell’Agris per l’assistenza scientifica nella sezione dedicata al cavallino della Giara.
Con la collaborazione della RP-Sardegna onlus i contenuti sono fruibili all’interno del penta libro, importante strumento di sussidio per la scoperta del museo per le diverse capacità cognitive. Con lo stesso obiettivo, la Archeogeo ha realizzato delle riproduzioni degli oggetti più grandi agevolando la manipolazione dell’oggetto nel suo insieme.
Il contributo più importante è quello dell’anima del museo, la popolazione locale che in modo diverso ha partecipato, collaborato, donato, ha contribuito e contribuisce alla vita del Museo del Cavallino della Giara.
La visita al museo è un ottima presentazione del territorio e introduce alla scoperta della grande Giara, a pochi km dal museo, dove vivono i famosi cavallini della Giara.