Le Carbonaie in Sardegna

Meule_charbon_boisQuella della carbonaia era una tecnica molto usata in passato per trasformare la legna in carbone.
La carbonaia aveva  forma di montagnola conica, formata da un camino centrale e altri canali di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell’aria. Il procedimento di produzione del carbone sfrutta una combustione del legno in condizioni di scarsa ossigenazione. I carbonai , uomini adibiti a questo compito, preparavano la legna:  tagliavano gli alberi, portavano la legna ad una lunghezza di circa un metro e, dopo 10-15 giorni di essiccazione lo trasportavano nella piazza da carbone.
Questi piccoli spiazzi erano (e sono) distribuiti nei boschi sardi a distanze regolari e collegati da reti di sentieri: erano lontani da correnti d’aria e costituiti da un terreno sabbioso e permeabile. Molto spesso, visto il terreno scosceso dei boschi, erano sostenuti da muri a secco in pietra. In queste piazzole si ritrovano ancor oggi dei piccoli pezzi di legna ancora carbonizzata.

La legna veniva disposta in cerchio attorno a tre pali di legno, alti circa 2-3 metri, che venivano piantati saldamente nel terreno e formavano il canale centrale. È proprio da questo centro che iniziava la cottura della legna: intorno ai 3 pali veniva disposta prima la legna più grossa (in quanto richiedeva più cottura), poi quella più sottile, in modo da lasciare il foro centrale libero per sistemare poi le braci.
Tale sistemazione richiedeva 2 giorni di lavoro, seguivano poi altri due giorni di lavoro per la copertura con rami, foglie secche e terriccio che isolava la legna dall’aria.
Ai piedi della carbonaia si aprivano dei fori di respiro che dovevano rimanere aperti per tutti i 13-14 giorni di cottura. Dopo qualche ora dall’accensione si alimentava il fuoco con nuova legna e per 4-5 giorni la carbonaia veniva alimentata giorno e notte, finché una consistente fiammata alla sommità annunciava l’avvio del processo di carbonizzazione.
Per una carbonaia di 100 quintali ci volevano 8 quintali di legna per alimentarlo.
A cottura ultimata si iniziava la fase della scarbonizzazione che richiedeva 1-2 giorni di lavoro: si doveva raffreddare il carbone con numerose palate di terra e si spegnevano con l’acqua eventuali braci rimaste accese. La qualità del carbone ottenuto variava a seconda della bravura ed esperienza del carbonaio, ma anche dal legname usato. Il carbone di ottima qualità doveva cantare bene, cioè fare un bel rumore.
In Sardegna il periodo di maggior diffusione delle carbonaie ci fu tra l”800 e il ‘900: il carbone di legna veniva usato largamente per la cucina e per il riscaldamento delle case.

 
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