JANAS


Le piccole fate delle rocce

  • Chi erano:

Sono descritte come una specie di piccolissime fate che vivevano in buchi scavati nelle rocce (le cosiddette domus de janas).

Uscivano solo di notte, affinché i raggi del sole non rovinassero la loro candida pelle.
Quando, nelle notti senza luna, si spostavano per andare a pregare presso i templi nuragici, erano costrette a percorrere sentieri ripidi e ricoperti di rovi.

Per evitare le spine, le janas diventavano luminose: questo chiarore segnalava la loro presenza.

  • Cosa facevano:janas2ly

Erano specializzate in ogni tipo di lavoro domestico: tessevano splendide stoffe e preparavano un pane più leggero dell’ostia.

Secondo la leggenda, possedevano telai d’oro, setacci per la farina fatti d’argento. Ma non solo: esse custodivano un immenso tesoro, fatto di oro, perle, diamanti.

A difesa di queste ricchezze erano poste le cosiddette muscas maceddas, orribili creature con testa di pecora, un occhio solo al centro della fronte, denti aguzzi, ali corte e, sulla coda, un pungiglione velenoso.
Le muscas si trovavano nascoste dentro una cassa, mischiata a tante altre contenenti il tesoro.
Poiché nessuno osava rischiare di aprire la cassa sbagliata, liberando così i terribili insetti, il tesoro da sempre era e rimaneva di proprietà delle janas.

  • Curiosità:

Le janas accompagnavano il loro lavoro con un bellissimo canto: la melodia si spandeva nell’aria e nelle notti silenziose dava conforto ai viandanti solitari.
Le tombe preistoriche, scavate nella roccia 5-6000 snni fa, diffusissime in Sardegna, sono chiamate domus de janas (case delle janas).

Redazione Medasa per Medasa.it