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Dobbiamo rivedere e correggere la vecchia filastrocca sui mesi dell'anno...trenta giorni ha novembre con april giugno e settembre, di ventotto ce n'è uno, tutti gli altri ne han trentuno.. Eh si, perché si e' calcolato che dedichiamo a Fb, Twitter, insomma ai media in generale, almeno 24 ore al mese...ossia un giorno intero, che scombussola la poesiola infantile perché e' come se vivessimo un giorno in più al mese...pensate un po', febbraio bisestile di trenta giorni, orroba 'e makkus... Un giorno in cui siamo connessi col mondo esterno, discutendo, arrabbiandoci,divertendoci, impostando idee nuove e verificando le passate conoscenze. Un giorno che ci siamo inventato, che prima non esisteva o era immerso nella noia di una giornata nebbiosa, in una dimensione passiva, mortificante. E che abbiamo scoperto di fronte al pc, che illumina con lo schermo colorato le ore spente o le notti insonni. Oggi il mondo sembra diviso tra chi e' connesso col mondo esterno o chi non lo e', tra chi ha l'ansia di partecipare a tutto e tra chi se ne frega, tra chi controlla cinque volte al minuto se ci sono messaggi o filmati o emoticons in arrivo e chi tiene il telefonino spento... Insomma, siamo tutti Fomo o Jomo...o si ha paura di perdersi qualcosa (Fear of missing out) o di avere il piacere di non partecipare (Joi of missing out). Insomma un dilemma gigantesco, che impone uno sforzo titanico per superarlo...oppure no? Siamo tutti degli Amleto in preda alla domanda angosciante dell'essere o non essere...essere connessi o non esserlo...avere paura o gioia...oppure abbiano deciso di prendercela bella comoda scegliendo la via di mezzo...connetterci se si ha voglia o staccarci se non ci va...vincere la paura di perderci una manifestazione scegliendo di stare a casa bighellonando o mettendo a posto la libreria...coniugare l'iniziale angoscia dello schermo spento con la riscoperta dell'ozio come madre di ogni vizio, ma anche di totale, divino abbiocco... Io ho scelto. Mi connetto solo a casa, seduto sul divano o alla scrivania. Proibito usare aggeggi vari a tavola o quando si e' con altri, in una fuga continua dalla compagnia verso un mondo dettato, imposto da altri...avete notato la tristezza di una coppia seduta ad un tavolino di un bar, che magari ha appena fatto l'amore e che si divide come due corpi estranei smanettando furiosamente sul loro telefonino, cercando contatti non indispensabili come se fossero indispensabili, spezzando la gioia di stare insieme, di godere delle parole reciproche, degli sguardi e delle carezze complici sopra la tovaglia bianca e tra i bicchieri colorati? Uso iPad o il pc quando voglio, se desidero parlare o ascoltare, leggere solamente o interloquire. Mezzo'ora, un'ora non di più. Ma fb mi serve per osservare, esaminare, ragionare sulle diverse tesi, valutare la credibilità dei post più coinvolgenti, conoscere persone e gruppi, approfondire nel confronto le mie convinzioni, lavare le mie idee confuse nell'acqua corrente delle diverse, intriganti e colorate intelligenze. Imparo ogni giorno, cose nuove o innovative. Poi spengo il pc e penso. Mi interrogo su me stesso, sul rapporto con gli altri, studio nelle mie reazioni i segni temibili dell'irritazione figlia dell'insicurezza o della semplice indignazione per quanto viene denunciato nei post. Non sopporto solo chi insulta, i provocatori, i Troll, gli invadenti, i supponenti, gli arroganti...chi non mette a disposizione la propria cultura, ma tenta di imporla senza rispetto per gli altri, diversi e quindi necessari per crescere e acquistare consapevolezza dei propri limiti. Mi sforzo di ricordare che l'italiano ha 800 mila lemmi, tra cui...forse, penso che, potrei dire che, mi sembra che...e poi il verbo scusare...usato per limare o addolcire una risposta non chiara o vagamente offensiva, per fare un cortese passo indietro nel dibattito e rilanciarlo con una voce meno urlata e più colloquiale. So che anche la chat, usata moltissimo tra gli affezionati del web, ha i suoi difetti nascosti..perché e' un surrogato dell'incontro, degli sguardi che si cercano o si sfuggono, di cose dette male o deliberatamente false sotto copertura di uno schermo impassibile, di incomprensioni mediate dall'assenza reale di chi ti parla. Eppure serve, per essere se stessi con persone che esistono per davvero e con le quali cerchi un contatto che vada oltre il virtuale. Si, certo, la chat a volte si nutre di incontri virtuali, che se perdurano sconfinano nella patologia e sono quindi pericolosi...e non solo virtualmente. Io ho scelto. Non Fomo o Jomo...ho scelto di essere Fromo...liberi di esserci...free of missing out...liberi di fare una scelta senza condizionamenti...di connetterci con le nostre emozioni, con la ricerca di noi stessi, con le domande senza risposta che sono la nostra angoscia e la nostra gioia...e poi aprirele porte della nostra intelligenza e del nostro cuore a chi ci piace, a chi ci arricchisce con la sua simpatia, a chi ci regala emozioni, ricordi, speranze...o a chi condivide con noi il dolore, lo sconcerto per la vita ingiusta, la voglia di combattere...si, siamo tutti Fromo, perché i media servono, eccome, ma sono nostri servi non nostri padroni.

 Tonino Serra