Fitet Sardegna: TennistavolOltre a Macomer e Quartu S.Elena
Credono nelle potenzialità del tennistavolo che si manifesta come veicolo aggregante ma anche dispensatore di effetti benefici nella sua essenza fisico-atletica. I portavoce dei sei istituti scolastici sardi che hanno voluto aderire al rinnovato progetto TennistavolOltre (Plus) sono molto soddisfatti dei cicli di lezioni coordinati dalle istruttrici federali Ana Brzan e Martina Mura. Appagati appaiono in particolar modo gli studenti che frequentano le scuole coinvolte: Istituto Scolastico “Liceo Galileo Galilei” di Macomer, Istituto Comprensivo n. 1 Porcu-Satta di Quartu S. Elena, Istituto Scolastico Primo Levi di Quartu S. Elena, Istituto Comprensivo Simaxis-Villaurbana (Oristano), Istituto Comprensivo Ollastra (Oristano) e Istituto Comprensivo di Santulussurgiu (Oristano).
Insieme hanno portato avanti gli intenti della Federazione Italiana Tennistavolo (FITeT) che ha agito con il supporto indispensabile della Fondazione Vodafone e del Ministero dell’Istruzione.
“Ormai le lezioni sono agli sgoccioli – dice il presidente della Fitet Sardegna Simone Carrucciu – e penso che anche in questa seconda edizione di TennistavolOltre i bilanci siano più che positivi. L’aspetto che vorrei evidenziare maggiormente riguarda l’ottimo rapporto instaurato con i dirigenti e i docenti dei vari istituti che hanno creduto nella nostra disciplina e nel messaggio aggregante celato dietro tavoli e racchette. Nel ringraziare calorosamente tutte le persone interessate, spero con tutto il cuore che il progetto continui in futuro, catturando tante altre scuole”.
A MACOMER L’EMPATIA SCONFIGGE QUALSIASI BARRIERA
Nel cuore della Sardegna e più precisamente presso il Liceo Galileo Galilei di Macomer sono stati contattati tredici studenti con disabilità. Purtroppo il percorso di integrazione con gli altri loro compagni di scuola non si è potuto attivare per via del Covid-19, ma il responsabile scolastico del progetto, Paolo Maioli, è comunque contento di come si siano sviluppati i moduli curriculari: “Il Tennistavolo è un ottimo strumento di sport terapia – ammette – inoltre migliora le potenzialità sotto il profilo motorio. Gli alunni hanno frequentato con molto entusiasmo e partecipazione grazie alla grande disponibilità e professionalità delle istruttrici Fitet Ana e Martina che immediatamente sono entrate in empatia con gli alunni, creando un rapporto reciproco di grande collaborazione”.
Ma nel liceo del Marghine il Tennistavolo è radicato da diversi anni: “Il nostro Istituto collabora da tempo con il Tennistavolo Norbello – continua il docente – e tutto si è reso possibile grazie alla disponibilità del Presidente Simone Carrucciu. Grazie alle squadre maschili e femminili che militano nella serie A1, i ragazzi della nostra scuola hanno potuto praticare l’attività del ping pong e partecipare ad eventi in ambito regionale e nazionale”.
E poi il Galileo Galilei, ormai da dieci anni, si contraddistingue per le attività sportive integrate che vedono protagonisti gli alunni diversamente abili supportati in campo scolastico ed extrascolastico dagli altri compagni. “Negli anni passati – conclude Paolo Maioli – l’allegra comitiva scolastica ha avuto modo di assistere alle partite di Champions League della Dinamo Sassari e alle partite del Cagliari Calcio. La squadra del calcio paralimpico DCPS a breve riprenderà gli allenamenti in quanto sono calendarizzati diversi match nel territorio. Da sottolineare l’attività bocciofila presso il Centro Bocciofilo di Borore e il tiro con l’arco in collaborazione con gli Arcieri del Marghine”.
AL PORCU-SATTA DI QUARTU S. ELENA MODULI CONSOLIDATI CHE FUNZIONANO
Persevera anche il proficuo rapporto tra la Fitet Sardegna e l’Istituto ad indirizzo sportivo Porcu Satta di Quartu S. Elena. Ana Brzan e Martina Mura hanno interagito con trenta studenti di cui la metà con disabilità. “Lo sport per eccellenza riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo fisico e sociale per i ragazzi disabili – approfondisce l’insegnante Ignazio Mulas – per cui si è cercato di creare un clima familiare coinvolgendo i loro coetanei non disabili più attenti a queste problematiche. Le potenzialità del tennistavolo sono tante; prima di tutto praticarlo non è discriminante come avviene in altri sport. Sviluppa inoltre alcune capacità come la precisione e dunque la coordinazione oculo manuale, i riflessi”.
Nelle dieci lezioni svolte gli studenti sono sempre stati presenti e aspettavano giorno e ora per potersi confrontare. “I tecnici sono stati attenti e preparati – continua il professore – e hanno insegnato in modo chiaro e semplice i primi propedeutici del gioco”.
L’istituto Porcu-Satta nell’ambito dell’integrazione non è seconda a nessuna scuola. “Gli studenti disabili vivono la scuola come momento felice – sottolinea Ignazio Mulas – e ancora di più all’interno dell’indirizzo sportivo. Alcuni dei nostri studenti sono riusciti a praticare sport a livelli internazionali. La nostra scuola è sperimentale. Abbiamo nove classi con 215 studenti che frequentano l’indirizzo sportivo. Siamo fieri di essere la scuola capofila di una rete composta da 27 scuole in Italia. I ragazzi, il martedì ed il venerdì, dalle 12.00 alle 13.30 svolgono la materia Sport. Frequentano 7 moduli da 15 ore ciascuno. Le attività vengono svolte dagli esperti inviati dalle Federazioni. Ma i ragazzi dello sportivo sono coinvolti anche in progetti che non parlano solo di sport ma anche e soprattutto di tematiche culturali”.
ANA BRZAN: “RIENTRARE A CASA DISTRUTTA È UN OTTIMO SEGNALE”
Una sfida per farli appassionare. E’ da diversi anni che il tecnico paralimpico Ana Brzan, con l’immancabile ausilio di Martina Mura ha a che fare con gli studenti disabili. Alle esperienze con TennistavolOltre si assommano quelle patrocinate dal CIP Sardegna. “Ogni anno imparo qualcosa di nuovo – dice Ana – capisco meglio le varie problematiche dei singoli studenti, riuscendo a trovare nuove soluzioni”. E la spia che indica come tutto abbia funzionato al meglio si accende quando rientra a casa priva di forze: “Significa che anche noi, nel nostro piccolo, grazie al tennistavolo, riusciamo a dare il nostro contributo”.
Un giudizio su TennistavolOltre Plus?
È un progetto strutturato molto bene perché insegna tante cose anche agli studenti non disabili. Capiscono quanto sia importante il loro apporto nell’aiutare il compagno a stare in armonia con l’ambiente circostante.
Pensi che sia riuscito il coinvolgimento degli studenti con disabilità?
Sono sempre molto entusiasti. Me ne rendo conto dalla loro voglia di giocare e divertirsi che si palesa in quegli attimi che precedono l’inizio delle lezioni. E coinvolgerli, per fortuna, ci riesce sempre.
Che strategie utilizzate per fare breccia?
Non abbiamo tattiche vere e proprie per suscitare il loro interesse, anche perché ciascun discente presenta peculiarità fisiche ed emotive diverse. Ci adeguiamo, di conseguenza, sforzandoci di capire quale sia il modo migliore di approccio. C’è chi si relaziona in modo serioso alla disciplina, chi al contrario predilige un’impostazione molto giocosa. Di sicuro con anni d’esperienza alle spalle io e Martina capiamo all’istante qual è l’atteggiamento migliore per mettere a proprio agio tutti quanti.
La disciplina aiuta molto in questo
Il Tennistavolo attira molto, specialmente nelle scuole. Quando chiediamo se in passato ci hanno avuto a che fare, la maggior parte dei nostri interlocutori risponde affermativamente.
E con i docenti come va?
Chi più, chi meno partecipano. Cerchiamo sempre il massimo coinvolgimento.
Cosa bisognerebbe fare per dirottare gli studenti particolarmente interessati in qualche società di tennistavolo?
E’ un’operazione difficile soprattutto perché nei paraggi delle scuole in cui lavoriamo non operano delle società affiliate alla FITeT. E comunque per i genitori di uno studente disabile rappresenterebbe un problema di non poco conto, soprattutto perché lavorano. Noi proviamo in tutti i modi ad incoraggiarli ma capiamo che gestire una giornata di per sé già molto impegnativa, non è semplice.
Con Martina Mura formate un duo affiatato
Sono felice di lavorare con lei perché questi progetti rivolti ai disabili vanno portati avanti con la giusta sensibilità ed empatia. Mi son trovata da subito bene perché dove manco io in qualcosa, interviene lei e viceversa. Mi ritengo fortunata a collaborare con Martina.