Fitet Sardegna: le ultime da TennistavolOltre
Le cose belle dovrebbero durare all’infinito. La stagione scolastica è agli sgoccioli e lo scorcio di primavera dedicato a TennistavolOltre Plus volge inesorabilmente al termine, con tutti i protagonisti desiderosi di riprendere quanto prima l’appuntamento didattico con racchetta e pallina.
Dagli istituti coinvolti giungono approvazioni unanimi, impreziosite talvolta da critiche costruttive con lo scopo di rendere ancor più dinamiche eventuali prossime sessioni di lavoro.
“Ammiro la trasparenza di molti docenti – afferma il presidente della FITET Sardegna Simone Carrucciu – che elaborano spunti volti al miglioramento futuro del progetto. Siamo sicuramente soddisfatti, ma ci scusiamo per eventuali disguidi organizzativi, non è stato facile visti i tempi ristretti a disposizione e l’emergenza sanitaria non ha aiutato, ma tutto serve per migliorarci. Concludiamo un altro progetto con la certezza che questa pratica sportiva sia stata recepita da altri giovani studenti con disabilità e non, continueremo con il massimo entusiasmo nell’amplificare le svariate virtù del nostro sport nella sua continua ricerca di basi stabili per essere praticato anche nelle zone dove ancora non esistono. Ringrazio tanto la Federazione, i partner, i nostri tecnici federali che hanno collaborato nel progetto, gli istituti coinvolti con i loro docenti e dirigenti scolastici e non ultimi di importanza i discenti che si sono voluti misurare con una pratica popolarissima in tutto il mondo”.
QUI SANTULUSSURGIU: LA PERSONALITA’ DEI RAGAZZI REGISTRA SVILUPPI TANGIBILI
Nell’Istituto Comprensivo del Montiferru, sotto lo sguardo attento della dirigente scolastica Patrizia Atzori, 17 alunni della classe Quinta primaria di Santu Lussurgiu, di cui uno con disabilità e tre con BES (Bisogni Educativi Speciali), sono stati coinvolti nel Progetto TennistavolOltre Plus. Le istruttrici federali, attraverso cinque moduli da due ore, hanno affiancato le insegnanti Caterina Mattana e Maria Antonietta Feurra durante l’attività curricolare di Scienze Motorie e Sportive.
“L’intera classe ha partecipato in un clima di coesione e collaborazione – ha sottolineato Caterina Mattana – nel rispetto delle normative anti-Covid. Gli interventi sono stati condotti con un’adeguata competenza tecnica, rafforzata dalla perfetta intesa tra docenti e specialisti nel fornire consulenza e supporto; tutti aspetti determinanti per la buona riuscita del progetto”.
Un insieme di accorgimenti che non sono dettati semplicemente dall’attività contingente, dal momento che l’Istituto Comprensivo lussurgese è un Centro Territoriale per l’Inclusione che ha tra le prerogative più importanti quella di collegare le esigenze emergenti alla capacità organizzativa.
“Questa iniziativa è stata un’occasione privilegiata per consentire il passaggio dalle “abilità generali a quelle specifiche” – specifica Maria Antonietta Feurra – incentivando i bambini alla pratica di attività ludico-ricreative sotto forma di gioco sport. Tutti gli esercizi/giochi si sono svolti nel rispetto dei bambini/bambine e dei loro ritmi evolutivi, valorizzando le competenze individuali di ciascuno orientate all’inclusione scolastica e sociale”.
Tra i fini più importanti della scuola c’è la ricerca assidua del collegamento tra le esigenze del singolo e quelle del gruppo.
“L’apprendimento è il punto d’incontro delle diversità di ciascuno – continua Caterina Mattana – e si realizza nei momenti di socializzazione e di gioco. I docenti si impegnano a progettare percorsi e strategie utili per una concreta inclusione di tutte le alunne e di tutti gli alunni dei plessi. In classe si privilegiano le tecniche operative della didattica cooperativa, del tutoraggio, della metacognizione, della gestione delle emozioni per acquisire buone competenze sociali”.
Altra peculiarità dell’Istituto Comprensivo di Santulussurgiu è il promuovere e favorire la relazione con le famiglie e le associazioni, valorizzando la condivisione di obiettivi e le modalità di lettura e di risposta dei bisogni.
“Ci auguriamo di poter potenziare le nostre azioni con collaborazioni attive con le società sportive che agiscono sul territorio – conclude Maria Antonietta Feurra – in collaborazione con gli Enti Locali, Territoriali e il Mondo dello Sport nelle sue articolazioni centrali, territoriali e associative. Riteniamo che l’attività di Tennistavolo sia stata un’occasione in più per lo sviluppo e la promozione della personalità dei nostri ragazzi e ragazze e la conquista di ampi gradi di libertà espressiva. Siamo orgogliosi di aver aderito a questo progetto e speriamo di poter continuare consapevoli dei benefici sia fisici, sia mentali che questo sport può trasmettere ai ragazzi. Non ci sono discriminanti così importanti da non permettere l’avviamento dell’attività. È uno sport che può essere praticato da tutti, nessuno escluso”.
DA OLLASTRA A VILLAURBANA L’ATTIVITA’ VIENE MONITORATA IN OGNI MINIMO DETTAGLIO
L’Istituto comprensivo Simaxis – Villaurbana, sovrainteso dal Dirigente Giuseppe Scarpa ha piacevolmente accolto la proposta della Federazione Tennis Tavolo realizzando il progetto “TennistavolOltre Plus” nelle scuole secondarie di Primo grado (ex scuole medie), nelle sedi di Ollastra e Villaurbana, e precisamente nelle classi 1^ e 2^. Il progetto ha avuto una durata di 10 ore suddivise in 5 incontri, un’ora per classe, ed è iniziato e concluso nel mese di maggio, facendo registrare una regolare e costante partecipazione da parte di tutti i ragazzi.
Ad Ollastra gli alunni coinvolti sono stati 2 (11 della classe prima e 13 della seconda), 4 di loro con disabilità certificata, di cui una di tipo fisico.
“Il plesso disponeva da subito del tavolo poiché acquistato grazie ai finanziamenti comunali ad inizio anno – illustra la docente responsabile Sara Chergia – per cui dopo la prima lezione di conoscenza e presa di manualità con le racchette si è potuti passare a lezioni ‘più tecniche’. I ragazzi con disabilità hanno risposto in maniera diversa e personalizzata all’attività: l’alunna con disabilità fisica, carrozzata, seppure la mobilità e la forza siano fortemente compromesse dalla sua patologia di tipo degenerativo, ha partecipato con grande coinvolgimento e addirittura sta valutando eventuale proseguimento in una società (se non fosse che la sede più vicina al paese si trova a almeno 30’ minuti di viaggio), mentre un’altra alunna con lieve deficit cognitivo, pur avendo una certa attitudine alle caratteristiche del gioco, per via delle sue difficoltà relazionali, non ha manifestato altrettanta curiosità e motivazione”.
Nella classe prima i ragazzi hanno mostrato entusiasmo, vivacità e coinvolgimento. “L’alunno con disabilità ha assistito a tutte le lezioni con interesse e partecipazione – prosegue la referente del progetto – e gli incontri si sono svolti in un clima sereno e collaborativo. Le responsabili tecniche del progetto hanno saputo gestire i gruppi, coadiuvate dal supporto delle docenti di sostegno (una o entrambe sempre presenti durante le lezioni nella classe seconda) e del docente di educazione fisica, essendo state svolte le lezioni quasi sempre durante le sue ore. Va comunque sottolineato che ad Ollastra non ci sono problematiche rilevanti per quanto riguarda il comportamento dei ragazzi che sono interessati ed entusiasti quando viene proposto qualcosa di nuovo”.
Nel plesso di Villaurbana gli alunni coinvolti sono stati 23: 12 della classe prima e 11 della seconda. In entrambe era presente un ragazzo con disabilità relazionale e/o disturbi del comportamento.
Gli allievi hanno partecipato regolarmente anche se la situazione è stata più impegnativa da gestire rispetto all’altro plesso. Come mai? “Probabilmente perché i ragazzi presentano caratteristiche comportamentali particolari – specifica Sara Chergia – che innescano di conseguenza dinamiche relazionali non semplici. In questa situazione i tecnici federali, certamente anche a causa del poco tempo previsto, non hanno avuto il tempo necessario per conoscere meglio e trovare adeguati interventi a supporto. Tali aspetti sono stati verosimilmente favoriti anche da problemi di tipo organizzativo in quanto non era presente dal principio il tavolo da gioco e, una volta messo a disposizione dalla Federazione, si è rivelato assai complesso da montare per cui è stato utilizzato solamente nell’ultima lezione”.
Inevitabilmente tale situazione ha demotivato e creato difficoltà, soprattutto negli alunni più difficili. Di fatto, si apprende dai diretti interessati, gli alunni erano sì entusiasti del progetto, ma sono rimasti delusi dal fatto di non averlo potuto sperimentare in pieno.
“Posso dire, in accordo con i colleghi che hanno partecipato alle lezioni – conclude Sara Chergia – di aver trovato TennistavolOltre valido, così come valide sono le potenzialità di questo sport, ma proprio per questo è necessario migliorare l’aspetto organizzativo, avendo il tavolo a disposizione fin dal primo incontro, o ancora meglio, se ci fosse la possibilità di averne due in quanto maggiore sarebbe il coinvolgimento e l’apprendimento delle abilità tecniche e una diminuzione dei tempi di attesa”.
PARLA IL TECNICO DELLA FITET MARTINA MURA: “MI SEMBRA CHE SIA ANDATO TUTTO BENE”
Una passione scoccata all’età di tredici anni e mai più sopita. Martina Mura da Cagliari è cresciuta pongisticamente nel Gruppo Marcozzi. Ma il suo rinomato desiderio di conoscere nuove realtà, associato all’obiettivo di rimettersi sempre in gioco l’ha portata a Muravera ed attualmente in casa Tennistavolo Norbello dove anche in qualità di allenatrice sta trovando una dimensione sempre più nitida. Nell’interagire con i discenti di TennistavolOltre si trova a proprio agio perché ha alle spalle importanti esperienze in materie ludico ricreative.
“Il mio lavoro con i bambini e i ragazzi parte da quando ero ragazzina – illustra Martina – tra movimenti giovanili, lo sport e il volontariato. Per tanti anni ho lavorato come animatrice e questo sicuramente mi ha fatto ampliare l’esperienza sia con i ragazzi, sia coi disabili; il tennistavolo è solo un proseguo di tutto quel percorso.
Hai notato differenze tra l’edizione 2019 di TennistavolOltre e quella attuale?
La situazione epidemiologica non ha aiutato e a livello scolastico c’è tanta premura, anche perché quando abbiamo iniziato alcune scuole erano in quarantena. Per questo motivo i numeri e la metodologia ha cambiato un po’ forma. Se l’altro anno abbiamo lavorato spesso con classi intere o con numeri maggiori, quest’anno ci è capitato di relazionarci anche solo coi disabili così da avere gruppi meno capienti e di conseguenza maggiore distanza nell’area di lavoro.
Quali sono secondo te gli esercizi che vengono più applauditi dai discenti disabili?
Per loro, ma come per tutti, il tennistavolo è principalmente un gioco. Gli basta quello per essere felici, anche se poi noi, a livello tecnico, sappiamo che è un duro lavoro per migliorare le loro capacità di concentrazione, movimento e coordinazione.
Ana Brzan, la tua collega nel progetto ha parlato molto bene di te in quanto valida collaboratrice, tu cosa hai da dire in merito?
Da subito siamo state due persone che a livello lavorativo si completano, lei è più portata su alcuni aspetti ed io su altri. Questo fa in modo che lavorando insieme si crei un buon amalgama. Inoltre, è una persona da cui ho potuto imparare tanto, umanamente e lavorativamente parlando sia sul tennistavolo in generale, sia a maggior ragione sul tennistavolo paralimpico.
Come “catturare” nuovi tesserati Fitet paralimpici e farli giocare seriamente?
Il problema fondamentale è che è difficile trovare, società nei territori in cui si svolge il progetto. Ma non solo, perché sono necessarie realtà pongistiche che siano in grado di seguire il settore paralimpico. C’è da considerare, tra l’altro, che la maggior parte dei ragazzi che noi incontriamo nelle scuole hanno principalmente disabilità intellettive. Per cui bisogna saperci lavorare in un certo modo: spesso nelle società non si hanno le capacità ed il tempo materiale per dedicare le giuste attenzioni.
Come sono stati i tuoi rapporti con il personale docente?
Quando si presentano questi progetti le scuole sono sempre molto entusiaste. E anche il loro personale scolastico si manifesta presente e partecipe (chi più e chi meno).
Anche quest’anno sembra siano stati soddisfatti, speriamo!