Luisella

donna-picchiata-maltrattamenti (1)

Si era seduta davanti a me.
Minuta, i capelli biondi, gli occhi chiari, le mani raccolte in grembo a
tormentare un orsacchiotto portachiavi mezzo mangiato dal tempo. E un lieve
tremito agli angoli della bocca, le labbra esangui ravvivate appena da un
rossetto rosa.
L'occhio sinistro era chiuso da un gonfiore scuro, con un inquietante alone
giallastro che spiccava nel pallore del viso.

– Cosa hai fatto, piccola…
la chiamavo così da quando trent'anni prima l'avevo curata per il morbillo…poi
l'avevo operata per un'appendicite acuta…e poi ne avevo seguito i pianti di
gelosia da adolescente, i bisticci con i genitori, gli insuccessi scolastici 
prima e della vita in seguito…sempre più devastanti, fino a quell'occhio  di
bambina dissacrato.
Mi guardo' stranita, persa nel bianco del camice e nel fonendoscopio poggiato
sulle spalle.
Accenno' timidamente un no, muovendo con un lento movimento il capo ferito.
– Dottore, sono solo…
– No, Luisella…non dirmi che sei caduta…ho indossato i guantoni da ragazzo,
ho fatto il corso di arbitro di pugilato…so riconoscere il segno di un
cazzotto…dimmi…chi è stato.
– No, dottore, veramente…sono caduta mentre pulivo un armadio, sa quello alto
in cucina…si, sono stata sbadata e….mio marito mi ha anche sgridato…dice
che non so fare nulla…me lo dice da anni ormai…mi urla che sono una cattiva
moglie, che non mi vuole nemmeno  vicina…che non so educare i nostri figli,
che non bado al risparmio…
Aveva alzato la voce, senza accorgersene, poi quel….non so fare nulla…si era
smorzato in un pianto silenzioso, da bambina punita ingiustamente,
inconsolabile, e quel pianto si mischiava alle parole spezzate dalla sofferenza,
dall'umiliazione.
– Si, e' mio marito…lei lo conosce, un bravo ragazzo…mi vuole bene e ama
molto i nostri due bambini…ma quando beve un po' diventa aggressivo, mi
insulta e qualche volta mi alza le mani…come cinque giorni fa…ma mi creda,
mi vuole troppo bene per pensare di farmi del male…è buono,  non e' colpa
sua… forse e' mia…lui è brillante, io sono superficiale, banale.
Singhiozzava con un lamento da cucciolo tormentato, breve e insistito.  Le porsi
un fazzoletto di carta sporgendomi un po' oltre la scrivania…
– Adesso calmati e cerchiamo di ragionare su quello che ti succede…e prima di
andare via dobbiamo decidere cosa fare…lo sai, non puoi andare dai tuoi in
queste condizioni…
– Ma io voglio andare da mamma…lo disse con la disperazione di un animale in
trappola.
– Ci andrai…ma non oggi…oggi vai a dormire da tuo fratello…mi preoccupa 
ciò che può succedere…
– Perché dottore, non succederà nulla…mio marito mi ama, e' solo impulsivo,
non sa controllarsi quando beve…e dopo mi chiede scusa, dice che scherzava,
che mi vuole bene, che devo perdonarlo quando perde la calma…
– Ma smettila di difendere questo aguzzìno…chissà quanto tempo dovrà passare
prima che voi donne la smettiate di pensare che amore e botte siano
compatibili… e non sopporto che una donna intelligente  come te si senta
responsabile della violenza subita… E basta, Luise', e' un meccanismo
perverso, che devi sconfiggere.  Comunque,  Luisella, se tu vai dai tuoi e ti
vede tuo padre non puoi ingannarlo…è un militare vecchio stile, e ti ama come
un padre buono…so cosa farebbe…uscirebbe e andrebbe da tuo  marito…e non
per convincerlo a comportarsi bene…e tu perderesti un padre generoso, i tuoi
figli il padre…un  miserabile, ma sempre il padre…e tu, Dio non voglia,
avresti il rimorso di essere stata anche senza colpe una concausa di questa
tragedia…

Andò dal fratello, quella sera. E impiego' mille ore di violenza, mille notti in
un letto ostile greve di umori stanchi, mille giorni senza riposo prima di
decidersi ad andarsene di casa con i figli. Oggi e' una donna triste,
invecchiata, non ha mai dimenticato l'uomo che la picchiava, forse in preda ai
fantasmi di un'infanzia abusata; e a suo modo lo ama ancora.
Eppure, ogni volta che entra in ambulatorio e mi abbraccia come quando da
bambina veniva con la mamma, le studio il viso per ricordare il segno della
violenza passata…be', meno male,oggi non hai fatto pugilato…sorride un
attimo, come quando la vidi per la prima volta, il viso rosso per la febbre del
morbillo, ma contenta perché il dottore non le faceva fare le punture.

Tonino Serra .