Crusaders Cagliari: voglia di dimenticare, ma Marco Meloni è da All Star Game
IL CIELO BIGIO SI SQUARCIA: MARCO MELONI CONVOCATO ALL’ALL STAR GAME DI VICENZA!
Da un’annata esageratamente anonima, in extremis arriva una chiamata che risolleva parzialmente l’umore nero vissuto dal team rosso argenteo. Marco Meloni è stato convocato come prima scelta nel ruolo di linebacker per partecipare alla sfida tra la selezione dei migliori giocatori di 1^ divisione e quella di 2^. Si disputerà allo stadio Romeo Menti di Vicenza sabato 8 luglio 2017 con inizio alle 18:00. La gara è inserita nell’invitante cartellone dell’Italian Bowl Week – end.
“Quando il mio President Emanuele Garzia mi ha informato della convocazione – racconta Marco Meloni – sono rimasto molto sorpreso. Il campionato è finito, ero già concentrato su altro ma ciò insegna che da questo sport c’è da aspettarsi di tutto, ti riserva sempre qualcosa di sorprendente, ovviamente a mente fredda è emerso l’orgoglio e la gratificazione che ne consegue”.
Finalmente si è visto qualche sorriso e i consensi sui social non si sono fatti attendere: “I miei compagni di squadra, appena ricevuta la notizia – continua – mi hanno riempito di complimenti ed incoraggiamenti. Sono stati loro, insieme al coaching staff, a permettermi di raggiungere questo piccolo ma importante traguardo, non lo dimentico. Sarà il mio punto di forza, ci saranno tutti loro in campo con me a Vicenza”.
Non ha un’idea chiara sul motivo per cui i selezionatori abbiano fatto il suo nome: “Quanto a statistiche so di essere tra coloro che hanno totalizzato più tackles nella nostra divisione – precisa l’atleta isolano – ma immagino che ci abbiano valutati nel complesso, in fin dei conti le statistiche sono solo numeri, c’è molto altro durante una partita di football”.
Inevitabilmente i pensieri ricadono su un campionato costellato di amarezze. “È stato sicuramente uno degli anni peggiori in quanto a risultati – continua Marco – ma la mia convocazione dimostra che quello detto prima abbia un senso. Ci sono tanto aspetti in un campionato che vanno oltre il tabellone. Ad esempio il nostro reparto difensivo ha giocato un buon campionato, non abbiamo concesso molto alla squadre avversarie. I nostri avversari si sono certamente accorti che non siamo una squadra da sottovalutare, nonostante tutto. Ci sono stati molti problemi in generale, ma i Crusaders sono una squadra valida; questa convocazione è un incentivo a fare ancora meglio ed impegnarci a risolverli”.
Infine medita sul come si preparerà alla sfida in Veneto: “Non potrò allenarmi in campo con i miei compagni, ma ho già in programma alcune schede di allenamento che seguirò nei prossimi giorni per arrivare pronto all’All Star Game; ho il sostegno dei miei allenatori. Sarà una bellissima esperienza, come mi ha raccontato chi l’ha vissuta prima di me. Non vedo l’ora di assaporarla, adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, lo farò per me e per tutta la mia squadra”.
EMANUELE GARZIA: “UN NUOVO PERCORSO DI RINNOVAMENTO”
Si ritorna al presente, con i piedi ben posati a terra. Il presidente crociato Emanuele Garzia recita per primo il mea culpa per ciò che è accaduto in questa stagione. “Con tutti gli impegni lavorativi e associazionistici – dice – non ho dedicato le giuste energie alla causa. Purtroppo il bilancio è negativo. La stagione è da dimenticare sotto tutti i punti di vista. Ovviamente non togliamo i meriti ai ragazzi che hanno creduto nella causa dei Crusaders ed hanno mantenuto l’impegno per tutta la stagione con grandi sacrifici”.
Perché in tanti hanno mollato in corso d’opera?
Non hanno visto in noi un buon esempio da seguire. Tra tanta sfortuna e poca affezione mostrata da diversi giocatori credo proprio che questa del 2017 sia stata la stagione in assoluto più brutta della nostra storia quasi trentennale. Lenisce in parte questo amaro in bocca la convocazione di Marco Meloni.
Da dove ripartire?
Dagli input positivi e coinvolgenti che la società deve saper dare, strutturandosi maggiormente. Non si diventa di colpo dirigenti, si impara col tempo. Diamoci tutti una mossa, nessuno escluso.
E quindi?
Si deve puntare in primis sui giovani. Abbiamo un’intelaiatura di giocatori molto volenterosi ma la carta d’identità parla chiaro. Lo sport, è vero, si fonda anche sull’esperienza, però dobbiamo lasciar spazio a forze fresche.
Se ne sono viste poche ultimamente
Forse non abbiamo dedicato la giusta attenzione alle scuole. Una sola persona non basta. Occorre che, come accadeva gli anni scorsi, si mobilitino più giocatori e allenatori. E allora sì che i risultati verranno a galla.
E’ stata fatta una riflessione compiuta dell’ultimo anno agonistico?
Non è stata ancora portata a termine. L’intenzione è di voler dare una rinfrescata a tutto l’organico.
L’ANALISI DI FINE STAGIONE: PARLA L’HEAD COACH GIUSEPPE FIORITO
Ci si interroga su quali possano essere le cause che non hanno permesso alla franchigia cagliaritana di totalizzare almeno un successo in quest’ultima esperienza nel campionato di 2^ divisione. L’head coach Giuseppe Fiorito ci prova da diversi giorni, ma sarebbe troppo bello aver trovato subito la soluzione.
Intanto perché un numero così alto di infortunati? C’entra forse la preparazione atletica?
“Ci abbiamo pensato ma nessuno degli infortuni è muscolare; sono per la maggior parte fratture e distorsioni dovute a scontri di gioco o ad usura, cose che poco hanno a che fare con la preparazione.
A proposito delle numerose assenze per futili motivi, che cosa avete in mente di fare in futuro per contenere questo tipo di perdite?
È un’ottima domanda: l’unica soluzione che vedo prevede avere un nucleo più ampio per creare competitività in ogni ruolo. Se manchi agli allenamenti gioca il tuo pari ruolo. Ora se manchi sai che giochi comunque perché sei il solo nel tuo ruolo.
Onestamente, pensi davvero che con il roster al completo per tutta la durata del campionato, i risultati sarebbero stati diversi?
Assolutamente si. Saremmo andati ai play off? Non lo so. Avremmo vinto delle partite? Sicuramente si. Rammento che l’ultima di campionato abbiamo giocato in 19 contro 40 perdendo solo nei minuti finali dell’ultimo quarto.
Il ridotto numero di irriducibili ha lottato e combattuto sino alla fine, hai menzioni particolari da fare nei confronti di qualche tuo atleta?
Fare nomi significa trascurare tutti gli altri; la difesa, tranne qualche passaggio a vuoto, ha fatto il suo, e le statistiche di fine anno lo testimoniano. Ci tengo a ringraziare Stefano Murgia, capitano di mille battaglie, per lo spirito che ci mette sempre. Matia Pisu la cui deontologia sportiva dovrebbe essere insegnata nelle scuole e Raffaele Frongia, che pur abitando tra i monti non è mancato quasi mai.
Tra difesa, attacco e special team che cosa c’è da rivedere esattamente?
Sicuramente il reparto che ha avuto più problemi è stata la linea d’attacco e si sa, senza una buona linea tutto l’Offence fatica a muoversi. Subito dietro metterei kick off e kick off return: abbiamo concesso troppo e non siamo mai riusciti ad interiorizzare un return efficace.
Occorrono forze nuove e tu ti stai dando da fare in tal senso. Ci saranno piacevoli novità sin dai prossimi mesi?
Si spera che dal piccolo nucleo di ragazzi che ora si sta allenando con le flag escano i giocatori del futuro.
Un tuo giudizio personale sull’operato del coaching staff?
Come per i giocatori, non amo fare nomi; mi sento però di complimentarmi con Nanni Polese per l’ottimo lavoro svolto con la linea difensiva: un reparto rispecchia il suo leader.
Quali sono i tuoi propositi per il futuro? Ti sei già interfacciato con la dirigenza?
Ancora no. La dirigenza sa bene come vedo il futuro della squadra e che mosse si debbano fare perché il suddetto sia il più roseo possibile. Spero che si intraprenda quella via: io rimango a disposizione dei Crù.
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