Un tavolo di concertazione per risollevare il comparto sportivo sardo. Lo chiede il presidente della Federazione Italiana Nuoto Comitato Danilo Russu che stamattina, 2 aprile 2020, ha inviato una lettera alle massime cariche politiche regionali tra cui il presidente della giunta Christian Solinas, il presidente del Consiglio Regionale Michele Pais e l’assessore regionale allo Sport Andrea Biancareddu.

Nella sua missiva Russu mette in luce come il Coronavirus abbia messo in ginocchio l’intero movimento sportivo nazionale che vanta numeri molto importanti sia come praticanti, sia come volume d’affari che incide nell’economia generale.

Il presidente FIN Sardegna Danilo Russu

“Il contributo che lo sport dà alla vita quotidiana del nostro Stato – scrive Russu nella sua comunicazione epistolare – è di valore incommensurabile. Si pensi, per esempio, alle scuole primarie dove purtroppo non esiste ancora un piano ragionato che garantisca l’attività fisica. Ci si arrabatta facendola praticare da insegnanti, costretti ad affidarsi all’improvvisazione perché una programmazione adeguata latita da decenni. L’enorme lacuna viene in parte colmata dall’operato delle Associazioni Sportive che con tanto spirito di abnegazione curano i vivai”.

Da un assunto ragionato ma generale, si passa alla situazione sarda: “Se ci trasferiamo specificamente in Sardegna – scrive ancora il presidente FIN – penso che la situazione delineatasi sia più catastrofica di quanto si potesse ipotizzare nei primissimi giorni di allarme Coronavirus. La chiusura improvvisa degli impianti ha causato danni economici su larga scala, coinvolgendo nel limbo dell’incertezza società, utenti e in particolar modo migliaia di tecnici sportivi che garantiscono il servizio con la massima qualità e rinomate doti professionali. La sopravvivenza dello sport nella nostra isola dovrebbe essere garantita al pari degli altri settori economici, turistici, industriali. Non dimentichiamo che le manifestazioni internazionali organizzate nel territorio, specie durante la stagione calda, rappresentano un forte richiamo per i vacanzieri, con la possibilità di diffonderne l’immagine in tutto il mondo”.

La piscina di Lu Fangazzu

Poi la lente d’ingrandimento si sposta sulla realtà natatoria: “Non nascondo le mie forti preoccupazioni, dal momento che, rivestendo il ruolo di presidente della Federazione Italiana Nuoto Sardegna, ho ben delineata la situazione fortemente precaria abbattutasi sulle nostre discipline quali Nuoto, Pallanuoto, Nuoto Sincronizzato, Salvamento. Tradotte in numeri sono tra le più praticate nella nostra regione, sia a livello base, sia agonistico. Disponiamo di una quarantina di impianti dislocati su tutto il territorio regionale, con oltre cinquantamila appassionati che quotidianamente li frequentano. Coordiniamo una popolazione natatoria vasta e varia, che coinvolge davvero tutte le fasce d’età, con un occhio di riguardo per gli sportivi con disabilità”.

Quattro nuotatrici sarde aderiscono alla campagna Distanti ma Unite

Russu non si risparmia con i particolari, la sua intenzione è far capire che il nuoto rappresenta una felice realtà nell’ isola: “Andando a scandagliare meglio il nostro movimento – continua lo scritto – si denota che alle piscine si accostano le donne in attesa, si cura con dovizia di particolari la fase neonatale, si presta molta attenzione alla crescita in acqua dei bambini con apposite scuole nuoto. Stesso trattamento viene riservato agli adulti, attraverso settori specifici come quello dell’acqua fitness, praticato anche dagli appassionati di 3° e 4° età. Nella nostra programmazione federale annuale sono annoverati anche i corsi per la formazione professionale di Assistenti ai Bagnanti (circa seicento l’anno) che d’estate garantiscono la sicurezza nelle nostre spiagge. Ultimo in questa elencazione, ma vitale nell’esercizio delle nostre funzioni, è la cura delle fasi concernenti pre agonismo e agonismo corroborate da un esercito di circa seicento istruttori a cui si aggiunge un altro centinaio di persone che si mantiene economicamente tenendo a galla un sistema piuttosto articolato”.

Inevitabilmente si va al punto cruciale, cioè i danni provocati dall’improvvisa interruzione per gli effetti pandemici. “Molte delle nostre Società Sportive – rimarca Russu – gestiscono direttamente il funzionamento degli impianti natatori, sia pubblici, sia privati. A oggi, nonostante la loro chiusura, sono ancora funzionanti per evitare complicazioni finanziarie ancor più gravose. Di conseguenza le spese di energia, acqua, prodotti chimici e altre ancora sono da sostenere nonostante i limiti di circolazione governativi. Le previsioni di riapertura non sono delle più ottimistiche. Viene difficile pensare che prima di Giugno l’emergenza sia finita. La speranza è che tutto possa ricominciare dal mese di settembre. Anche se il ritorno alla vita normale non sarà più lo stesso”.

Inoltre Russu mette in risalto i danni provocati dalla mancata disputa del circuito di nuoto in acque libere, che da Giugno a Settembre prevede venti tappe di livello nazionale che richiamano migliaia di nuotatori provenienti da tutta l’Italia.

Una delle tante sfaccettature del nuoto

La missiva si conclude con l’auspicio di Danilo Russu rivolto ai massimi attori politici regionali Christian Solinas, Michele Pais e Andrea Biancareddu: “Alla luce di questa mia rapida dissertazione, sarei lieto se da parte vostra ci fosse un’attenzione particolare al mondo dello Sport e del nuoto. Sono altresì disponibile qualora ci fosse l’intenzione di organizzare un apposito tavolo di lavoro”.