CIP Sardegna: l’esperienza al Deledda di Nuoro con Agitamus
C’è grande attesa anche a Nuoro per testare i frutti del progetto Agitamus che mira ad una perfetta e consapevole sintonia tra persone portatrici di abilità variegate. Venerdì 18 gennaio 2019, dalle 10:30 alle 12:30, gli alunni delle scuole primarie e secondarie dell’Istituto Comprensivo Grazia Deledda (plesso Biscollai) mostreranno ad una platea composita i risultati dei loro laboratori scaturiti dagli incontri con diversi atleti paralimpici. L’appuntamento è presso l’Istituto Tecnico Salvatore Satta, in via Biscollai, 3.
Saranno presenti tutti gli atleti che hanno animato le lezioni imperniate sulle diverse tipologia di disabilità. A partire dai nuotatori intellettivo relazionali del Progetto Albatross, al campione gallurese Nicola Azara (sempre di nuoto) e alla ballerina non vedente Roberta Pinna con la sorella Eleonora della società DanceOzieri Academy.
Non mancano gli ospiti di riguardo come l’assessore regionale allo Sport Giuseppe Dessena, il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, accompagnato dall’assessora Rachele Alessia Adele Piras.
Oltre al commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe e allo staff del progetto Agitamus, composto dall’ideatore Manolo Cattari, dal responsabile dei rapporti Cip Scuole Marco Pinna e dalla coordinatrice Monica Pirina, ci saranno anche i presidenti FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) Danilo Russu, Federdanza (FIDS) Daniele Pittau e la delegata regionale FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) Carmen Mura.
GLI ALBATROSS TRASCINANO E DIVERTONO
Riescono a rallegrare con le loro estemporanee trovate gestuali e lessicali. I nuotatori tesserati nella società Progetto Albatross non si sono certo intimiditi davanti ai piccoli studenti che dopo i primi attimi di smarrimento sono riusciti a trovare le domande giuste per pungolarli a dovere e ottenere risposte soddisfacenti. Accompagnati dai tecnici Edoardo Canu e Gabriele Barmina c’erano diversi atleti intellettivo relazionali: Giovanni Marongiu, Enrico Postiglione, Gavino Piras, Daniele Ruiu, Alessandro Roggio, Matteo Puggioni, Simone Carta, Giuseppe Carta. “E’ stato molto importante per noi andare nelle scuole perché abbiamo fatto conoscere la nostra attività – ha evidenziato Gavino Piras. Si associa Matteo Puggioni: “Dopo i primi momenti di sorpresa ci siamo divertiti tanto, ho visto i bambini molto interessati alla nostra vita fuori e dentro la piscina”. Arriva anche la testimonianza di Alessandro Roggio: “Ho trovato l’iniziativa molto interessante e stare a contatto con nuove persone per portare avanti iniziative come Agitamus è bellissimo”. Infine si aggrega Giovanni Marongiu: “Per me vivere quest’esperienza è stato bello come andare al mare”.
ALL’ISTITUTO DELEDDA I SOGNI SONO DIVENTATI REALTA’
Quando si è già mentalmente predisposti a certe tematiche, un progetto come Agitamus non può che trasformarsi in amore a prima vista. Al plesso Biscollai dell’Istituto Comprensivo Grazia Deledda le maestre Gina Bosilo e Patrizia Carroni leggono tutto d’un fiato la mail di presentazione inviata dalla segreteria del Comitato Italiano Paralimpico Sardegna. Poi, con irrefrenabile entusiasmo arguiscono: “Quello che stavano aspettando da anni, finalmente è arrivato”.
Non perdono un solo attimo e presentano la candidatura con due quinte classi della scuola primaria: chi tardi arriva, infatti, resta a guardare. Con tanto dispiacere perché da quelle parti, il preside Antonio Andrea Fadda e lo staff dirigenziale della scuola sono attentissimi alle tematiche che valorizzino l’inclusione e la disabilità.
A Gina e Patrizia farebbe piacere che anche le altre due quinte venissero incluse nell’operazione, ma il budget previsto dal CIP non può sopportare ulteriori costi. Supportate nella parte artistica da Doriana Raineri e con il coinvolgimento della terza media, sezione E coordinata dal prof Paolo Marteddu, attendono con impazienza che Manolo Cattari e la sua preziosa aiutante Monica Pirina diano inizio a questa nuova avventura.
“Agitamus è stato il tassello che ha completato il puzzle – ha dichiarato Gina Bosilo – perché i nostri scolari hanno spesso lavorato su percorsi simili, ma è sempre mancato l’approccio diretto con i disabili. Tutto è cominciato ad ottobre con la Giornata dello Sport Paralimpico dove i bambini/ragazzi hanno visto gli atleti all’opera e con loro hanno sperimentato cosa significa fare sport in certe condizioni. Successivamente abbiamo ripreso in classe quelle tematiche che ci sono sempre piaciute. I discenti erano entusiasti, non vedevano l’ora di conoscere gli atleti”.
E anche loro di lì a poco si sono palesati
Con i vari moduli gli allievi hanno toccato con mano la disabilità. Sia con gli intellettivo relazionali del Progetto Albatross Sassari, sia con il nuotatore Nicola Azara (disabilità fisica), grande eroe e d’esempio per tutti noi. Grazie a loro abbiamo capito che tutto è possibile nella vita.
E poi si sono divertiti tanto negli altri due segmenti previsti
Nel terzo modulo è stata toccata la disabilità sensoriale, con l’importante contributo della danzatrice non vedente Roberta Pinna. Sono rimasti colpiti dalle sue testimonianza. Abbiamo ballato e giocato assieme a lei con la benda negli occhi. Ora sappiamo come accompagnare una persona cieca. Il tutto si è chiuso facendo interagire la terza media con le quinte elementari: un vivace scambio di impressioni con protagonisti accomunati dalla stessa esperienza.
Importante è stato anche il ruolo di Antonino Pentolino
Abbiamo proiettato un disegno animato che aveva come protagonista un ragazzo disperato perché non conviveva bene con la sua disabilità (rappresentata da un pentolino). Ma col tempo Antonino è riuscito ad integrarsi tranquillamente nella vita quotidiana.
Ciò ha portato a delle reazioni?
Gli alunni hanno scavato nel loro vissuto per trovare qualche aspetto della loro vita che non gli permetteva di stare bene con sé stessi e conseguentemente col prossimo. E’ stato un modo di alleggerire l’immagine della loro coscienza attraverso colloqui molto naturali e sinceri.
Considerazioni finali?
Il progetto si è chiuso lasciandoci l’amaro in bocca perché avremmo voluto che Agitamus continuasse per tanto tempo ancora. Volevamo affinare ulteriormente l’empatia, quel sentimento che ci porta ad immedesimarci nell’altro, a sentirci nelle stesse condizioni di chi presenta altri tipi di abilità. Vivere questa peculiarità è stato molto bello.
Ringraziamenti?
Li rivolgo al preside Antonio Andrea Fadda, allo staff dirigenziale e al referente collaborativo con la scuola Nicola Siddu. Si ringraziano i bambini della 5 A e i ragazzi della 3 E del nostro istituto Comprensivo G. Deledda.
NICOLA AZARA: LA PASSIONE NON HA LIMITI
Forse fra due annetti lo vedremo in versione Ironman, alle prese con nuoto, ciclismo e corsa: la dimensione più lunga e dura del triathlon. Sarà seguito come un’ombra dal suo amico e allenatore Sergio Russo. Nicola Azara ha già superato il mezzo secolo d’esistenza ma l’amputazione della gamba, nel 2002, gli ha riservato dei percorsi che altrimenti non avrebbe mai assaporato. Poco più di otto anni fa conosce le virtù del nuoto e lo pratica con profitto conquistando anche un titolo italiano e tanti altri podi importanti. Ma la vasca gli sta stretta, preferisce il mare. E a contatto con la salsedine realizza la sua impresa più importante: assieme ad altri tre compagni va coprire, in staffetta, il percorso tirrenico che separa Olbia, la sua città natia, da Ostia.
E’ solo l’inizio della sua evoluzione sportiva che lo porta a prendere a bracciate lo specchio d’acqua dello Stretto di Messina; si immerge anche nei lidi di Amalfi e Scilla. Seppur con un costume intero (che suscita la riprovazione di alcuni concorrenti impavidi) nuota nell’Oceano Atlantico, presso Baja de Lobos.
Manolo Cattari, presidente della società in cui è tesserato, Progetto Albatross, lo vuole a tutti costi come special guest all’istituto Deledda di Nuoro, nel modulo riguardante la disabilità fisica. Non gli sembra vero, avrà a che fare con una platea molto giovane, un aspetto che lo rende particolarmente euforico: “La cosa più bella è riscontrare in questi ambiti la tipica purezza dei bambini – confessa Nicola – che a quell’età non hanno nessuna chiusura mentale in quanto ancora poco influenzabili dagli adulti. A Manolo dico sempre di chiamarmi quando c’è da interagire con i più piccini perché ciò mi rende sereno, è come se facessi una seduta dallo psicologo”.
Come hanno reagito i bambini ai tuoi racconti?
Sono rimasti molto colpiti dalla traversata Olbia – Ostia. Le domande di rito erano se avevo paura dei pesci, del colore del mare, della distanza. Altra curiosità era quella di vedere la protesi, come si infilava, quanto pesava.
Ci sono state altre scene buffe e simpatiche?
Quando ho dovuto indossare la protesi ad uncino, adatta alla corsa, ci siamo trasferiti da un ambiente all’altro. Durante il tragitto siamo passati davanti ad altre aule: tutti volevano vedere quanto stava accadendo, nessuno è rimasto sui banchi.
Che cosa hanno imparato i ragazzi?
Hanno recepito un messaggio fondamentale: il disabile non è diverso. Perché in fin dei conti siamo tutti diversi, ognuno ha delle caratteristiche individuali, puoi essere calvo, biondo o con la capigliatura rasta. Li ho visti ascoltare con interesse, saranno il futuro della comunità, speriamo che si continui perché il terreno è fertile. A Nuoro mi è piaciuto molto l’approccio dei docenti che si sono mostrati comunicativi e completamente assorbiti dalle funzionalità del progetto”.
E’ possibile seguire le attività del Cip Sardegna nella rinnovata pagina Facebook e sul sito web ufficiale www.cipsardegna.org