CIP Sardegna: Bielorussia, basket sindrome di Down e danza paralimpica
CIP SARDEGNA IN BIELORUSSIA: L’AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
E’ arrivato il momento di restituire la visita. Dal 22 al 26 gennaio 2020 una delegazione del CIP Sardegna formata dalla presidente Cristina Sanna, dalla delegata CIP provinciale di Cagliari Manuela Caddeo e dal coordinatore generale di Agitamus Paolo Poddighe, sarà nella regione di Minsk (Bielorussia) per un’intensa attività di monitoraggio degli impianti paralimpici esistenti nell’area che fa capo alla Capitale, con un particolare riguardo anche all’attività sportiva paralimpica nelle scuole.
Con loro, nell’importantissimo ruolo di accompagnatore, ci sarà Giuseppe Carboni, console onorario, già presidente dell’Associazione Cittadini del Mondo Sardegna Bielorussia.
Il tour esplorativo comincerà il 23 gennaio 2020 con gli incontri all’Istituto Goethe, scuola facente parte del Comitato del progetto europeo “MOST”, istituito per combattere il fenomeno della dispersione scolastica. Qualche ora più tardi trasferimento a Miadel dove saranno contemplati nell’ordine: il Museo della Gloria Popolare, alcune strutture sportive e ricettive, la Chiesa cattolica di Santa Maria Shkaplernaya, Kalvariya. La serata si chiude con la visita guidata al centro etnoculturale “Nanosy Novoselie”.
L’indomani la delegazione CIP Sardegna sarà al Dipartimento dello sport e del turismo della Regione di Minsk. Seguirà il Master class “Sport paralimpico e inclusione: esperienze in Sardegna e Bielorussia”. Segue tour esplorativo al Centro repubblicano per lo sport paralimpico e per sordomuti e alle strutture sportive di Minsk e della comune di Minsk. Inoltre, appuntamento all’Università Bielorussa statale dell’attività fisica dove si assisterà all’allenamento degli atleti paralimpici in piscina. Poi monitoraggio del centro sportivo “Uruchie” con visione degli allenamenti di scherma paralimpica.
Il 25 gennaio appuntamento al “Centro repubblicano per l’allenamento olimpico di sport invernali “Raubichi”; segue visita a due centri sciistici: quello repubblicano “Silichi” e il “Logoisk”. Il tutto sarà sublimato dall’incontro presso l’Amministrazione della città di Logoisk e della Comune di Logoisk.
L’ultimo appuntamento in scaletta sarà quello all’Istituto d’istruzione “Scuola secondaria statale regionale della riserva olimpica di Pleschenitsy”.
Il 26 gennaio Cristina Sanna e amici saranno di ritorno in Sardegna.
Come era andata la visita della delegazione bielorussa in Sardegna la scorsa estate? Leggere seguente link:
IL BASKET MONDIALE C21 CONTAGIA LA SARDEGNA. ACCRESCONO LE RICHIESTE DEI RAGAZZI CON SINDROME DI DOWN PER FARE SQUADRA
Una lettera e due numeri pronunciati gradualmente da più persone. C21, la categoria sportiva riservata agli atleti con sindrome di Down, annovera sempre più affiliati perché la FISDIR (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali) lavora alacremente per fare opere di convincimento.
E il lavoro svolto dalla federazione sarda, capeggiata da Carmen Mura è lodevole perché un 2019 di intensa attività su più fronti si è chiuso all’insegna proprio del basket con l’AIPD Atletico Oristano che ha conquistato il titolo italiano C21 di Pallacanestro con Alessio Melis, Antonello Spiga, Cristiano Merella, Enrico Manunta, Fulvio Silesu, Lorenzo Puliga, Davide Paulis, Gabriel Lotta, Gioele Accalai. E ciliegina sulla torta, due suoi affiliati, Antonello Spiga (in versione capitano) e il tiratore scelto Davide Paulis sono stati protagonisti nel team della nazionale italiana che si è laureato per la seconda volta consecutiva campione del mondo in Portogallo. Con loro c’era anche il coach oristanese Mauro Dessì che assieme al collega Giuliano Bufacchi hanno accompagnato i ragazzi verso il podio più alto.
L’eco della vittoria si è propagato in tutto lo stivale, al punto che città come Latina, Formia e regioni come Abruzzo e Sicilia estrinsecano la volontà, non solo più teorica, di formare dei team attrezzati per la pratica con la palla a spicchi tra le persone down.
E sotto questo aspetto anche la Sardegna non scherza, perché grazie alla FISDIR e ai monumentali ragazzi dell’AIPD Atletico Oristano che stanno girando la Sardegna attraverso i progetti OSO e Agitamus, si sono registrate nuove adesioni. Ma si è appena all’inizio perché il progetto finanziato dalla Fondazione Vodafone chiamato “Abbiamo fatto squadra, facciamo 21” dopo aver toccato le piazze di Terralba, Villaurbana, San Gavino e imminenti, quelle di Cabras e Bonarcado, è atteso in altre dieci località (ma c’è già chi azzarda che saranno molte di più).
Sicuramente un altro evento utile a sviluppare movimenti atletici sarà costituito dalla seconda edizione dei Trisome Games, la più grande manifestazione internazionale riservata ad atleti con sindrome di Down. Dopo l’esordio ufficiale di Firenze 2016, dal 31 marzo al 7 aprile 2020 sarà la città turca di Antalya ad ospitare la rassegna che contempla le seguenti discipline: Atletica, Pallacanestro, Calcio a 5, Ginnastica, Judo, Nuoto, Nuoto Sincronizzato, Tennis e Tennis Tavolo. La speranza di tutto il movimento FISDIR isolano è che atleti della nostra regione meritevoli, e all’altezza ce ne sono sicuramente, possano rappresentare con fierezza il nostro Tricolore.
PAROLA A MAURO DESSI, TECNICO DELL’AIPD ATLETICO ORISTANO
Credere fermamente nello spirito di squadra, scaturito da soli atleti con sindrome di Down è stata per lui una grande scommessa. A distanza di anni Mauro Dessì può andare fiero dei risultati che sono venuti fuori dopo anni e anni di fatiche incentrate su possessi di palla, passaggi, tiri e rimbalzi.
Ma grazie ai sacrifici arriva il bello
Si coltiva sempre la speranza e la fiducia di un movimento che ora vedo lanciatissimo. Sappiamo che diverse nazioni si stanno preparando all’importante evento dei Trisome game. Quindi il movimento è in crescendo e in fermento.
Sotto questo aspetto, dai mondiali in Portogallo, forse vi aspettavate di più..
Purtroppo, all’ultimo momento, per cause di forza maggiore le rappresentative del Messico e del Kuwait hanno rinunciato. Ma questo significa pure che la prima edizione del mondiale (2018), sempre in Portogallo, non è stata fine a stessa ma ha avuto un prosieguo. Quando queste cose nascono non sai mai se continueranno. Invece il movimento ha avuto uno slancio con il formarsi di nuove nazionali, che sul modello dell’Italia e del Portogallo hanno costruito un gioco di squadra anche nelle proprie nazioni.
Comunque avete meritato il secondo titolo iridato consecutivo..
Siamo cresciuti in qualità, esprimiamo un basket di ottimo livello. Dalla prima esperienza, con la quale siamo andati in giro per l’Italia con un gruppo sperimentale, ne è venuto fuori un team ancora più forte, aspetto che i portoghesi hanno subito notato. Al di là del risultato è stato il gioco espresso, molto bello da vedere, che ha fatto la differenza. Una vetrina che ha inorgoglito l’intero movimento del basket nazionale.
La Sardegna era ben rappresentata col capitan Antonello Spiga e con il miglior realizzatore della manifestazione Davide Paulis
Indubbiamente. Antonello Spiga è una presenza storica, fa parte del gruppo originario. Si rivela una persona carismatica, fa un po’ da padre nel gruppo. E’ molto importante in campo, ma soprattutto fuori perché una trasferta ci coinvolge a 360°, dallo spostamento, all’albergo, alla quotidianità extrasportiva. Antonello è importantissimo per la vita e la coesione della squadra. Davide Paulis è stato il miglior realizzatore del mondiale con ben 28 punti all’attivo nella sola finale: vuol dire che stiamo parlando di un talento.
State dando un ottimo esempio..
Questi eventi sono belli non solo per la valenza del titolo acquisito, ma anche perché danno speranze ai ragazzi. Si trasmette il messaggio che chiunque possa riuscire a realizzare qualcosa di importante e quindi ci si allena con la speranza di essere protagonisti in qualche modo.
Trasferiamoci in Sardegna. Per l’AIPD Atletico Oristano è stato un dicembre da incorniciare.
Lo definirei un mese fantastico. Siamo diventati campioni italiani, poi sono stati selezionati in Azzurro Antonello e Davide, ma potevano avere le stesse chances i loro compagni Fulvio Silesu e Lorenzo Puliga. Tutti quanti sanno che chi viene chiamato sta rappresentando l’intero Atletico. Chi partecipa a queste manifestazioni beneficia di un privilegio, ma è come se ci stessero andando tutti.
Quindi al loro rientro festa grande tra i componenti del collettivo isolano
Certamente. E quando andiamo in giro per le scuole con i progetti OSO e Agitamus un pochino tutti si sentono campioni del mondo perché i compagni lo sono diventati grazie anche al loro contributo.
Come si sta sviluppando concretamente il progetto “Abbiamo fatto squadra, facciamo 21”?
E’ imperniato su due momenti principali. La mattina è più costruttiva e al lavoro si dà un’impronta educativa. I nostri atleti dialogano con gli studenti delle scuole medie facendo capire che la diversità è un valore importante che arricchisce culturalmente. E devo dire che gli insegnanti stanno apprezzando molto questo tipo di lavoro perché anche nei gruppi di persone non disabili si generano delle dinamiche che tendono ad estraniare chi non la pensa con la maggioranza.
Poi arriva la spensieratezza pomeridiana
Dopo pranzo si monta un campo mobile di basket, acquistato grazie ad una campagna di crowdfunding e si gioca con tutti quelli che si avvicinano nello spazio messoci a disposizione dal comune. Una situazione ludica a cui si associa la promozione del C21.
Cose impensabili fino a qualche anno fa..
Agli albori mi sentivo un extraterrestre. Quando proposi di riservare un campionato ai soli atleti con sindrome di Down come risposta mi venne detto “dove vuoi andare?” Alla fine, anche questa scelta è stata premiata, e credo fermamente nel futuro della categoria tutta per loro. Non si tratta di ghettizzarli, ma è un modo di giocare alla pari, è un loro diritto e ritengo sia importante valorizzarlo sempre di più.
Grazie anche alla FISDIR
L’apporto della FISDIR è fondamentale, sia sotto l’apporto organizzativo, sia sotto quello formativo. E poi per qualsiasi cosa ci si relaziona con essa che ha sempre risposte pronte e puntuali. Penso per esempio al campionato italiano di basket FISDIR organizzato a Villacidro: è stata una tappa molto importante. Non riesco a immaginare i nostri movimenti slegati dalla FISDIR. E poi a livello nazionale hanno avuto l’ottima intuizione di sganciare gli atleti con sindrome di Down dalla categoria della disabilità intellettiva in genere, e di formare la nazionale. Poi spetta a noi della base lavorare per creare il gioco di squadra.
Formare un collettivo porta tanti vantaggi
Io che lavoro con i ragazzi da anni posso dire che fare squadra è utile anche per l’autonomia, l’autostima, le relazioni. I mondi nuovi da scoprire fanno bene a chiunque, figuriamoci ai nostri paralimpici. Lo spogliatoio fa tantissimo.
Chi ha creduto fermamente nel tuo lavoro?
Sicuramente la mia presidente dell’Associazione Italiana Persone Down Clara Doni. Lei dice sempre: Questi ragazzi non solo li ho visti crescere come atleti, ma anche come uomini. E poi Francesco Redaelli presidente dell’AIPD Oristano. Quotidianamente mi manifestano la loro contentezza. E di questo non posso non essere contento anche io.
RIFLESSIONI SU DANZABILITA’: LA SARDEGNA CRESCE IN NUMERI E IN MENTALITA’
Nessuno riesce a stare inerme davanti alle tentazioni dei ritmi. Una sensazione di voglia irrefrenabile di muoversi e roteare su sé stessi che non conosce confini. Divincolarsi nel cuore di un suono è davvero affare di tutti e la Federazione Danza Sportiva della Sardegna, che vanta un nutritissimo stuolo di tesserati, si sta facendo notare per l’impegno e l’abnegazione nella diffusione della danza paralimpica.
L’apice si è raggiunto poco prima di Natale quando al Palasantoru di Sassari, gli specialisti sardi e quelli provenienti dalla Penisola hanno dato sfogo alle loro bravure confermando quanto potrebbe divertirsi una persona con disabilità se provasse a farsi sedurre dalle musiche più disparate.
La maestra Cristina Resta responsabile della Commissione Danze Paralimpiche sa di dover lavorare ancora tanto, ma durante la pausa natalizia era visibilmente euforica per quanto si è riusciti a fare in poco tempo: “Trenta atleti di dieci associazioni sportive sparse in tutta l’isola – ha enucleato l’ex ballerina ozierese – hanno potuto toccare con mano l’emozione di calcare la pista da ballo e potersi esprimere con la propria arte coreografica”.
Insomma, Danzabilità, evento orchestrato dal Comitato FIDS Sardegna presieduto da Daniele Pittau con la collaborazione dell’ASD DanceOzieri Academy e dell’ASD Dance Studio Ploaghe, resterà nella storia della danza paralimpica. E il motivo lo spiega la stessa Cristina Resta: “Ha segnato l’inizio di un percorso di crescita culturale e sociale di un’intera comunità. Il mondo della danza sportiva aveva già toccato con mano quanto la danza potesse essere importante e utile come strumento di crescita, nella riscoperta delle potenzialità del proprio corpo, nella gestione delle emozioni e nella forza di aggregazione sociale, di condivisione e inclusione.
LA PRESIDENTE CIP SARDEGNA CRISTINA SANNA IN PRIMA FILA AD AMMIRARE UNO SPETTACOLO UNICO
Ma cosa è successo realmente nella due giorni turritana di metà dicembre? Il confronto con gli “avversari” di oltre Tirreno è stato essenziale. Sono intervenuti gli atleti paralimpici di danza in carrozzina e danza in carrozzina elettronica (disabilità intellettivo relazionale, fisico motoria e sensoriale) provenienti da Lombardia, Liguria, Lazio, Abruzzo e Campania. “Hanno sfilato insieme agli atleti sardi a ritmo di musica – aggiunge Cristina Resta – accompagnati dagli applausi e dall’allegria di un pubblico calorosissimo, tra cui gli studenti dell’istituto tecnico Salvatore Ruju di Sassari, presenti grazie al lavoro di informazione del prof. Marco Pinna”.
Ma c’erano tante altre autorità di spicco del panorama sportivo paralimpico sardo: i rappresentanti delle associazioni sportive, i sostenitori degli atleti, i componenti del team FIDS regionale capitanato dal presidente regionale Daniele Pittau.
L’evento è stato sostenuto dal CIP Sardegna, rappresentato per l’occasione dalla presidente Cristina Sanna. La sua presenza è stata di grande stimolo per tutti i danzatori emozionati e partecipi, grazie alle sue parole di incoraggiamento. Con lei una rappresentanza del team Progetto Agitamus composto dal coordinatore generale Paolo Poddighe, dall’ideatore e responsabile operativo Manolo Cattari, dalla coordinatrice territoriale nord Sardegna Monica Pirina.
“Mi sono emozionata tanto nel vedere l’impegno e la bravura degli atleti – ha raccontato Cristina Sanna – che mi hanno lasciato senza parole. Il CIP Sardegna ha visto molto bene nell’appoggiare un’iniziativa che di sicuro porterà tanti nuovi adepti nel settore danza. Mi è venuto spontaneo applaudirli di cuore perché a primo impatto non puoi che provare tanta empatia nei loro confronti. Si vede che si esercitano con amore e passione, consci che grazie a questo impegno sportivo la loro vita si è arricchita di nuovi colori”.
Anche il presidente FIDS Sardegna è molto soddisfatto. “L’anno appena trascorso ha permesso alla FIDS regionale di esordire con il settore sportivo della danza paralimpica – specifica Daniele Pittau – grazie al progetto Danzabilità, presentato e diretto ottimamente dalla maestra Cristina Resta (società DanceOzieri Academy) e al fondamentale affiancamento del CIP Sardegna”. Per questo sostegno è doveroso uno speciale ringraziamento speciale a Cristina Sanna, Paolo Poddighe e Simone Carrucciu”.
Tra le note positive anche i grandi risultati. “Il numero di partecipanti nelle varie categorie è cresciuto di mese in mese – continua Pittau – in occasione delle diverse gare regionali con il progressivo coinvolgimento di varie associazioni affiliate. Inoltre, abbiamo avuto la soddisfazione di classificarci tra le regioni maggiormente premiate ai campionati italiani di Rimini 2019. Inaspettata ma sicuramente tanto meritata quanto commovente la vittoria della quindicenne Maddalena Puddu nell’Over 13 DCE (carrozzina elettronica), che ha conquistato il gradino più alto del podio in coppia con Elisa Porcu grazie all’applauditissima coreografia “Il dono della felicità“. Due splendide medaglie d’argento per i secondi posti aggiudicati ad Erica Piredda & Giulia Rassu, nella categoria Over 13 DFM (disabilità fisico motorie) e alle sorelle Roberta Immacolata Pinna & Eleonora Pinna nell’Over 13 DIV (disabilità visive), queste ultime già attive protagoniste nelle attività regionali del progetto Agitamus del CIP”.
UNA VETRINA PER TANTI DANZATORI
Gli organizzatori Cristina Resta, tecnico di danza paralimpica, e Tommaso Di Caro, entrambi maestri di danza sportiva, hanno accompagnato gli atleti in un’avventura carica di emozioni. Si sono esibiti ballerini della Nazionale italiana di danza sportiva paralimpica delle A.S.D. “Semplicemente Danza” di Savona e “Gabry Dance” di Napoli che rappresentano l’Italia nelle gare internazionali World Para Dance Sport. E poi i campioni italiani delle A.S.D. “Rosy Dance” di Bergamo, “Marzia New Dance” dall’Abruzzo e la romana “Shall We Dance” di danza in carrozzina elettronica, D.F.M. e DIR che hanno dato dimostrazione di svariate discipline di danza in coppia standard, caraibiche, latinoamericane e di hip hop. E infine i campioni sardi di Show Dance, tra cui Maddalena Puddu della Danzesportsardegna di Quartu S. Elena, campionessa italiana di DCE a cui Cristina Sanna ha riservato un saluto particolare in quanto concittadina. Roberta Pinna della Danceozieri Academy di Ozieri, da ballerina non vedente, ha sfidato sé stessa con la preparazione di un assolo sulle note del musical “Mamma Mia” e l’esito della sua performance ha lasciato tutti a bocca aperta per la disinvoltura e la passione nel danzare senza l’ausilio della vista e priva del sostegno di un partner. Indimenticabile anche la perfomance di Roberta Grazia Marino della International Dancing Stars di Sassari in un duo stile anni 50’ allegro e colorato.
L’ASD New Dancing Stars di Guspini si è distinta con diverse perfomances tra cui un gruppo di danza in synchro che ha mostrato l’abilità di coordinazione degli atleti Sergio, Gina e Teresa, con differenti diverse abilità. Alessia della Magalenha Rodance di San Giovanni Suergiu ha conquistato il pubblico con la sua interpretazione di Barbie Girl. L’educatrice Antonella Sotgiu di Sassari ha invece portato sulla pista gli atleti della Shall We Dance di Bonnanaro, Bonorva, Thiesi e Olmedo. E Anna Pilo della Dance Studio Ploaghe ha danzato un’appassionatissima bachata anche lei in assolo. La mattinata si è conclusa con le premiazioni e il rinnovo dell’appuntamento Danzabilità al prossimo anno anno con la seconda edizione.
TANTO INTERESSE ANCHE PER IL CORSO DI FORMAZIONE
L’evento ha visto protagonisti anche i tecnici di danza sportiva che durante l’intero pomeriggio del venerdì precedente la gara sono stati impegnati in un corso di formazione per insegnanti sulle danze paralimpiche e l’approccio psicologico allo sport, con relatori il dottor Manolo Cattari e i maestri Gabriele Cretoso (Campania), Edo Pampuro (Liguria), Rocco Evangelista (Lazio) e Marianna Cadei (Lombardia).
Il prossimo incontro di aggiornamento è stato fissato per il periodo primaverile: si baserà soprattutto sul tema della disabilità sensoriale. “Proprio grazie a questi eventi formativi e d’incontro tra tecnici e danzatori – conclude Cristina Resta – la danza sportiva paralimpica sarda cresce sempre di più nella ricerca di sbocchi di sviluppo delle numerose discipline e specialità di danza espressiva, in una prospettiva che valorizza le infinite possibilità della persona e la sua realizzazione. Si rinnova l’impegno della federazione a portare avanti il progetto Danzabilità per il 2020 col sostegno del CIP e il lavoro dei centri in cui il progetto nasce e trova il suo significato nell’approccio con gli aspiranti danzatori e nel trasmettere una danza accessibile e inclusiva”.