Basilica di Santa Giusta (OR)
Tra le più importanti testimonianze dell’arte romanica in Sardegna dobbiamo annoverare senza dubbio la basilica di Santa Giusta, la cui costruzione risale al 1135-1145. Dedicata dunque a Santa Giusta che la tradizione vuole essere martirizzata all’epoca di Diocleziano (244-311) nella cripta presente nella chiesa. La chiesa sorge nella zona settentrionale dell’omonimo paese, in provincia di Oristano, su un poggio alto pochi metri sul livello del mare. L’accesso principale alla basilica è dato una un’ampia scalinata. Fu edificata in gran parte con dei blocchi e cunei di pietra arenaria prelevati dalle case e dei palazzi dell’antica Tharros distante solo una ventina di chilometri.
Lo stile della cattedrale è romanico ma influenzato dallo stile pisano come si può vedere nella losanga gradonata che campeggia nel timpano della facciata, lo stesso elemento ritorna nelle strutture del Duomo di Pisa realizzate dal Buschetto. Questo elemento ha grande importanza per la storia successiva dell’architettura romanica in Sardegna. La facciata conserva anche delle tracce lombarde con qualche dettaglio di stile arabo. Si tratta di una facciata ripartita in tre registri, corrispondenti alla suddivisione interna in navate: quindi, anche in questo caso i registri laterali sono larghi la metà di quello centrale. Il portale è delimitato ai lati da due stipiti marmorei, conclusi da pseudo-capitelli decorati a foglie, e da un architrave anch’esso marmoreo. Questo, alle estremità, reca scolpiti un leone e una leonessa nell’atto di ghermire dei cervi: il sesso delle due fiere è particolarmente enfatizzato, e la leonessa mostra sulla coscia una croce, realizzata attraverso una differente realizzazione del pelo. Conclude il portale una lunetta al centro della quale campeggia una croce in basalto scuro.
La torre campanaria, rifatta circa un secolo fa, ha sostituito l’antico campanile a vela originario. La pianta della cattedrale è longitudinale, ripartita in tre navate di cui quella centrale più; non è presente il transetto e la parete absidale possiede una sola abside.
Lo stile della cattedrale è romanico ma influenzato dallo stile pisano come si può vedere nella losanga gradonata che campeggia nel timpano della facciata, lo stesso elemento ritorna nelle strutture del Duomo di Pisa realizzate dal Buschetto. Questo elemento ha grande importanza per la storia successiva dell’architettura romanica in Sardegna. La facciata conserva anche delle tracce lombarde con qualche dettaglio di stile arabo. Si tratta di una facciata ripartita in tre registri, corrispondenti alla suddivisione interna in navate: quindi, anche in questo caso i registri laterali sono larghi la metà di quello centrale. Il portale è delimitato ai lati da due stipiti marmorei, conclusi da pseudo-capitelli decorati a foglie, e da un architrave anch’esso marmoreo. Questo, alle estremità, reca scolpiti un leone e una leonessa nell’atto di ghermire dei cervi: il sesso delle due fiere è particolarmente enfatizzato, e la leonessa mostra sulla coscia una croce, realizzata attraverso una differente realizzazione del pelo. Conclude il portale una lunetta al centro della quale campeggia una croce in basalto scuro.
La torre campanaria, rifatta circa un secolo fa, ha sostituito l’antico campanile a vela originario. La pianta della cattedrale è longitudinale, ripartita in tre navate di cui quella centrale più; non è presente il transetto e la parete absidale possiede una sola abside.
Insidesardinia Per Medasa.it