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Suggestioni:Coincidenze

 

Era un rituale.
La sera di Natale, con i
bambini piccoli, si vedeva insieme un cartone animato.
Disney, naturalmente,
ma anche Dave Fleischer, un vecchio amico del grande Walt prima che finisse a
scorriu, che produsse un cartone, a mio parere insuperabile: I Viaggi di
Gulliver, 1939, due anni dopo “Biancaneve e i sette nani” di Disney e un anno
prima di “Pinocchio”, sempre di Disney. E tantissimi anni dopo il primo cartone
animato moderno: “Fantasmagorie”, 1908, di Émile Cohl.
Conoscevo,
naturalmente, il libro omonimo da cui Fleischer trasse il suo film, scritto nel
1726 da un prete geniale e matto: Jonathan Swift (Dublino1667 – Dublino 1745),
autore di romanzi e pamphlet satirici. Ma trovavo il cartone di Fleischer
particolarmente bello, perché rendeva il clima cupo del racconto di Swift, che
non e’ esattamente adatto ai bambini. La “favola” in realtà e’ un pretesto per
irridere la società del tempo, il suo sistema giudiziario, i meccanismi del
potere, la politica, la pretesa razionalità, i vizi e i comportamenti dei suoi
contemporanei, l’assurdità delle convenzioni sociali, l’irrazionalità della
guerra. Swift non aveva alcuna fiducia nell’uomo e nella sua capacità di
migliorarsi: un personaggio sulfureo, che non poteva che attrarmi.
Per questo,
alcuni anni fa, capitando a Dublino mi ricordai di lui e mi riproposi di
visitare la sua tomba. In realtà, la mattina uscimmo per andare alla Guinness’
Brevery, la celebre birreria cibata nel 1759 che oggi ospita un originale museo
sulla produzione della birra e nel salone panoramico consente di degustare
questa birra come un cibo, dicono gli irlandesi. Ma sulla strada per il Museo si
passa di fronte alla Cattedrale di san Patrizio, l’equivalente di san Pietro per
i cattolici italiani.
Entrai, perché li’ e’ sepolto Swift.
Sepolto accanto
all’amata Esther Johnson, sotto una lastra di marmo con l’epitaffio, che lui
stesso si diverti’ a scrivere, in latino, per irridere l’incauto visitatore:
«Qui è sepolto il corpo di Jonathan Swift, S.T.D. / decano di questa cattedrale
/ dove l’ira e il risentimento / più non possono divorare il suo cuore. / Va’
via passante / e prendilo a modello, se ti è possibile / sii un valoroso
dell’umana / libertà vendicatore.»
Sarcastico fino alla fine, e con una vena di
lucida follia, che lo porto’ a lasciare il suo ingente patrimonio ai poveri, ma
ne destinò una gran parte alla costruzione di un manicomio in Irlanda, per
ricordare agli abitanti che erano folli e ne avevano bisogno più di qualunque
altro popolo.
Lo strano prete era certamente un menagramo perché, mentre
osservavamo la sua tomba, Marina cadde lunga distesa sul pavimento di marmo dopo
aver urtato la base di una colonna.
Comunque, sarcasmo o follia a parte, forse
perché era veramente geniale o semplicemente culone, nel racconto di Gulliver
Swift descrive due satelliti che girano intorno a Marte…una scoperta fatta dai
Laputiani, che erano amanti della matematica e passavano ore a scrutare il cielo
mentre le mogli, stanche di essere descritte con rombi, cerchi e
parallelogrammi, si distraevano alla grande col primo arrivato che non le
alloriasse con i numeri.
Embe’, direte voi, che c’è di strano? Molto, perché i
due satelliti di Marte, Deimos e Phobos, furono scoperti da Asaph Hall…ma nel
1877, un secolo e mezzo dopo Swift.

Un caso straordinario che mi affascino’.

Ma non fu l’unico, perché scoprii qualcosa di eclatante in uno scrittore che
lessi con spensieratezza nella mia vita di giovane bibliofilo.
Ero in latteria,
dove lavorava fin da bambino vendendo il latte a metà Cuccureddu, quando, tra
un cliente e l’altro, lessi “Dalla Terra alla Luna”, scritto nel 1865 da Giulio
Verne…non Jules Verne, che’ allora eravamo gente orgogliosa e traducevano
tutto in italiano.
In questo romanzo, Verne descrive la partenza di alcuni
esploratori dello spazio, americani, a bordo di un “proiettile” sparato da Cape
Canaveral, una località della Florida, che si affaccia sull’oceano Pacifico
Si,
va bene, e allora? Non ci crederete, ma nel 1950, quasi un secolo dopo, fu da
Cape Canaveral che gli americani, appunto, lanciarono i primi missili nello
spazio, perché la posizione era tra le migliori negli Stati Uniti continentali:
permetteva lanci verso l’Oceano Atlantico, ed era la più vicina all’equatore, il
che dava la possibilità ai missili di sfruttare al meglio la spinta dovuta alla
rotazione della Terra.

Due casi singolari, in cui la fantasia letteraria
precede la scienza.
Ma sono dei fatti casuali, appunto, coincidenze, come
tante ne avvengono.
Spesso, però, sono impressionanti, sconvolgenti.

Leggete.

Abramo Lincoln e John Kennedy erano entrambi secondogeniti della
propria famiglia, entrambi avevano combattuto in guerra, entrambi persero un
figlio durante la permanenza alla Casa Bianca; entrambi, al momento della morte,
avevano avuto quattro figli, di cui solo due ancora in vita; ed entrambi furono
colpiti di venerdì con la moglie accanto.

Stalin, il dittatore comunista
sovietico, voleva vedere il volto di Tamerlano, il signore della guerra del
quattordicesimo secolo di origine mongolo-turca, sepolto a Samarcanda. La
leggenda sosteneva che «il sonno del Dio della guerra non deve essere
disturbato»: se il corpo di Tamerlano fosse stato disturbato, Tamerlano sarebbe
ritornato il terzo giorno, portando la guerra.
Stalin sbeffeggiò la leggenda e
il 19 giugno del 1941 aprì il sarcofago. Il 21 giugno, Stalin apprese che la
Germania avrebbe invaso l’Unione Sovietica all’alba del giorno seguente…tre
giorni dopo, come diceva la leggenda.

La cometa di Halley completa la sua
orbita in 75 anni. La cometa si è avvicinata alla Terra ed è apparsa in cielo
quando è nato lo scrittore Mark Twain, nel 1835. Twain mori’ il 21 aprile 1910,
quando la cometa di Halley si avvicinò di nuovo alla Terra. Può capitare certo,
ma Twain aveva fatto una previsione: «Sono venuto con la cometa di Halley…
ora sta tornando… e con essa me ne andrò”.

Nel 2002, un uomo di
settant’anni è stato ucciso su una strada della Finlandia del Nord, investito da
un camion mentre era in sella alla sua bicicletta. Circa due ore dopo, suo
fratello gemello ha attraversato la stessa strada sempre in bicicletta a circa
un chilometro e mezzo di distanza dal luogo dov’era morto suo fratello e anche
lui è stato colpito e ucciso da un camion. Eppure, in quella strada gli
incidenti sono rari…

Una morte simmetrica, come quella avvenuta nel luglio
del 1975, quando il diciassettenne Neville Ebbin è stato ucciso a Bermuda mentre
era alla guida di un ciclomotore. È stato investito da un taxi. Nel luglio del
1976, Erskine Lawrence Ebbin, suo fratello minore, guidava lo stesso ciclomotore
sulla stessa strada. È stato investito dallo stesso tassista, con lo stesso
passeggero a bordo. La collisione lo ha ucciso quando aveva 17 anni, la stessa
età del fratello deceduto un anno prima.

Nel 1937, a Detroit, uno spazzino di
nome Joseph Figlock si trovava in un vicolo quando un bimbo è caduto dalla
finestra del quarto piano direttamente su di lui. Sia il bambino che Figlock
sono rimasti feriti, ma sono sopravvissuti. Un anno dopo, un bambino di due anni
di nome David Thomas è caduto dalla finestra del quarto piano atterrando su
Figlock.
Non era lo stesso bambino, non era la stessa finestra e, ad essere
onesti, Figlock trascorreva molto tempo per le strade data la sua professione;
ma quello di duebambini che cadono entrambi dal quarto piano di un edificio
direttamente sopra la testa dello stesso uomo rimane davvero un evento piuttosto
improbabile. Per descrivere un giorno di tempesta, nel Regno Unito dicono
“Piovono cani e a gatti”…in USA, anche bambini.

Destino?
Io non ci
credo, anche se noi cartesiani abbiamo la mania di affidarci solo alla ragione.
Secondo me facciamo bene, perché non esiste altro al disopra di essa; se poi ci
affidiamo alla fantasia, possiamo scrivere bellissime fiabe e racconti
affascinanti, ma non formule matematiche che ci facciano viaggiare su moduli
spaziali e scoprire altri mondi.
Ma anche la ragione ha i suoi limiti, come
ci ricorda Emanuel Kant ridimensionando Cartesio.
Cartesio basava la sua
filosofia sul dubbio metodico, ma aspirava ad una filosofia eterna oltre i
confini temporali e spaziali. Kant lo corregge, collocando la sua filosofia nel
suo secolo, delineandone i limiti storici e diventando per questo il filosofo
della contemporaneità.
Una filosofia basata sull’esperienza, che non dimentica
il linguaggio matematico.
E così, nelle coincidenze si deve ricordare sempre la
statistica, che spiega tutto.
Quanta possibilità avevano i due gemelli
finlandesi di essere uccisi lo stesso giorno nella stessa strada? Una su un
miliardo? Si’, e infatti quel caso si e’ verificato, confermando la legge della
matematica.
Nulla da obiettare, se permettete: il destino non esiste, i numeri
si’.

 

Tonino Serra per Medasa.it