fecondazione eterologa-2

 

Suggestioni: Eterologa

Annarita, faccia a pagnottella, non più di venticinque anni, sedette composta davanti a me…dottore,
mi hanno detto che non faccio le uova…così, come se parlasse della gallina di zia Peppina, che
vedevo in vicinato, invadente e ingorda, intenta a ripulire la strada di tutte
le porcherie più schifose e che in autunno si ubriacava giorni interi a furia di
ingozzassi di vinacce.
Annarita aveva rapporti non protetti da tre anni, ma
bambini non ne nascevano. Le spiegai che le cause dell’infertilita’ potevano
essere sia dell’uomo, sia della donna…in uguale misura…e avevo fatto fare
gli esami prima al marito, perché meno traumatizzante e…mi assicurano…anche
piacevole, riservandomi di far fare a lei l’istosalpingografia, ben più seccante
e dolorosa.
Il marito aveva fatto l’esame del liquido seminale: perfetto. E
allora avevo mandato lei dal ginecologo e ne era tornata con quella bella
diagnosi…non faccio le uova.
Cominciava l’affannosa ricerca del figlio
mancato…stimolazione ormonale, fivet…nulla.

Un tempo era semplice.

C’era la mamma, il babbo…o almeno quello che si pensava tale…qualche
fratello e sorella, poi il corteo di cugini. Tutti più o meno assomigliavano…i
capelli, il taglio degli zigomi e degli occhi, la voce, il modo di gesticolare e
di camminare, i nei in punti strani…insomma, ognuno si rispecchiava nelle
caratteristiche de s’areu, nella tribù che custodiva e trasportava di
generazione in generazione i caratteri, i geni dei millenni.
I figli nascevano
da amori più o meno passionali, consumati in su barracu o all’ombra di nuraghi
deserti o, per quelli più benestanti, in s’apposentu de omu, severamente vietato
ai figli: era il sancta sanctorum della casa, riservato ai genitori,
inviolabile, interdetto agli sguardi e ai pensieri men che rispettosi.
Se qualche bimbo nasceva fuori dai rapporti coniugali nessuno poteva saperlo, a
meno che non presentasse caratteri somatici molto diversi da quelli dei
genitori…ma si sapeva che a volte quei colori bizzarri di occhi e capelli
ricompaiono dopo generaIoni…geni addormentati, che all’improvviso si svegliano
per divertirsi a far parlare la gente.

Oggi, con la fecondazione eterologa,
in cui un bambino nasce dall’unione di un ovocita con lo spermatozoo di persone
diverse dalla coppia, e che di norma restano sconosciuti, non si capisce più
niente. Ovociti e liquido seminale provengono da luoghi lontani e diversi,
perché in Italia siamo diventati talmente pigri da non depositare neppure lo
sperma nelle banche apposite: scaddaus dai tassi sui prestiti, siano diventati
allergici anche alle banche del seme.
Più comprensibile e’ la carenza di
ovociti, perché la donna donatrice in realtà viene massacrata da terapie
ormonali che stimolano l’ovulazione…insomma, pratiche pericolose per le nuove
schiave della fecondazione a pagamento.
Leggo che in Italia in questi primi
cinque mesi sono arrivati 855 contenitori di gameti: 315 di ovociti e 441 di
sperma e 99 di embrioni…il tutto per 320 coppie sterili, che con gli embrioni
congelati possono saltare anche qualche fase iniziale.
Agitoriu…importiamo
anche bambini Findus!
E arrivano da Spagna e Olanda…dalla Spagna che dopo
averci invaso con l’olio ci inonda anche di sperma e uova…almeno ci si
consentisse di esportare gli ovetti kinder.
E poi i prezzi! Dai, noi
maschietti siamo discriminati e ci prendono anche in giro.
E che cavolo, io ti
do’ un contenitore di cinquanta milioni di spermatozoi freschi di giornata, con
la loro codina ben formata e guizzante e pronta al suo lavoro improbo, e me li
paghi appena 500 euro; e mi paghi invece 3000 euro per un contenitore di tre
uova, magari vecchie di vent’anni o prossime alla pensione o alla rottamazione,
perché lo sanno anche quelli di Sa Omu ‘e s’Olia che le bambine nascono con un
numero preordinato di ovuli, che si risvegliano solo nell’età fertile.
E comunque e’ sempre un pasticcio, perché nascono figli inverosimili: a Pabillonis
da due bronzetti nuragici potrebbe nascere un vichingo e a Tratalias unu
moretto, che appena nato si mette a toreare con il bue di siu Bustianu con su
biginau che urla ole’.
Insomma i figli li mandiamo in giro per l’Erasmus
perché diventino europei fino al midollo, ma ormai sono tali fin dalla nascita.
Annarita la incontro ogni giorno col nipotino di tre anni.
Dopo le ricerche affannose in tutte le cliniche ginecologiche d’Italia, quando meno se
l’aspettava di figli ne erano arrivati cinque…in quindici anni; e tutti belli
come il sole, che a vederli ti veniva la tenerezza e il buonumore. E tutti
diversi mih, che’ la Natura non ama ripetersi e ama i colori diversi, le diverse
stagioni, i volti espressivi in modo cangiante.
Quando resto’ incinta del primo
figlio, piombo’ in ambulatorio tutta felice…dotto’, sono incinta, aveva
ragione lei, bastava aspettare e rilassarsi con un bel viaggio alle
terme…
Per partire, Annarita era partita e tornava dalle terme di Chianciano
esattamente quando restava incinta…e non le chiesi mai con chi
partiva…perché il marito lo vedevo sempre a casa.

 

Tonino Serra per Medasa.it