S’Atobiada .
Il progetto “S’Atobiada” è la pubblicazione illustrata dell’omonimo racconto premiato al concorso “Montanaru 2013” di Desulo. I disegni sono stati realizzati dai bambini della scuola primaria di Seui, gli stessi che ne hanno dato una rappresentazione scenica venerdì. I libro è in vendita grazie alla collaborazione gratuita di tanti volontari, il cui elenco è reperibile nella nostra pagina fb.(https://www.facebook.com/pages/SAtobiada-LIncontro) Lo scopo della vendita è quello di reperire i fondi per realizzare un impianto fotovoltaico che assicuri l’erogazione dell’energia elettrica nel piccolo ospedale benedettino di Bimbo. Una baraccopoli dove svolgo attività di volontariato medico insieme a un’infermiera di Tertenia, Regina Lorrai. Bimbo è un sobborgo di Bangui nella Repubblica Centro Africana, un Paese tristemente segnato dalla miseria e dalla guerra.
Racconta Pier Paolo Deidda:
Nell’ambito di una serie di iniziative atte al raccoglimento di fondi da destinare all’ospedale di Bimbo, sobborgo della capitale della Repubblica Centrafricana Bangui, è stato pubblicato il libro “S’Atobiada” da parte di Paolo Deidda.(https://www.facebook.com/events/911821015526672/)
Nel particolare la vendita di questo racconto si prefigge l’obiettivo di permettere la realizzazione di un impianto fotovoltaico presso l’ospedale, in maniera tale da garantire una fonte continua di energia elettrica, laddove, in un paese costantemente attraversato da tensioni di guerriglia, reperire fonti di energia non è un problema di facile soluzione come può apparire in diversi contesti più simili ai nostri.
L’ospedale in questione è ospitato all’interno di un monastero benedettino e si propone di tutelare la salute delle popolazioni locali, contrastando per altro le discriminazioni etniche o religiose che spesso interessano la Repubblica Centrafricana e altre regioni del continente.
“Essere curati non deve essere in alcun modo un privilegio da garantire ad alcuni e precludere ad altri”, questo è il pensiero di Paolo Deidda, scrittore e medico chirurgo che periodicamente e con grande passione si reca nell’ospedale a svolgere servizio di volontariato.
Nella pubblicazione è stato stavolta affiancato dagli alunni della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Seui, suoi compaesani, i quali hanno illustrato con fantasia il contenuto del racconto.
La novella, presentata e premiata nel 2013 durante il concorso Montanaru per la sezione narrativa, è stata concepita in lingua sarda e come tale è stata riportata, tradotta, per quanto possibile per le differenze linguistiche e culturali, in Italiano e Sango. Quest’ultima impresa la dobbiamo al padre comboniano Gabriele Perobelli, che ha permesso in questo modo un più diretto legame tra opera e suo obiettivo.
Il tema può apparire di destinazione infantile, ma come lo stesso autore pensa, può aiutarci a ritrovare la positività che è in noi, troppo spesso soffocata ed elusa. È in realtà rivolto a tutti, grandi e bambini, che spinti da un sentimento di giustizia, si vogliano prodigare ad aiutare il prossimo, anche quando questo è lontano da noi, e magari, proprio per questo, più sfortunato. Probabilmente ci permetterà anche qualche momento di riflessione su noi stessi e la nostra visione delle esperienze nelle diverse età che attraversiamo.
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Redazione Medasa per Medasa.it