Suggestioni: La Pasqua.
Suggestioni: La Pasqua.
La Pasqua.
Nuoro ha la magica fascinazione dei luoghi fermi ai ricordi dell’infanzia.
Per questo mi piace tornarci, percorrere il corso Garibaldi,
sedermi al Tettamanzi a bere un caffè e da li’ leggere per la
millesima volta la lapide che ricorda Attilio Deffenu, l’eroe giovinetto
osannato nel fascismo; e magari spingermi verso la Solitudine, alle pendici del
monte Ortobene da dove si gode Bage Manna sullo sfondo del Corrasi.
Nuoro conserva il respiro del grosso paesotto di Sebastiano Satta e di Grazia Deledda,
e rispetta i ritmi di una religiosità contadina. Il Venerdì santo la città era
vuota…il mio amico Giuseppe Guiso con cui ceno al Ciusa, risotto al cannonau
su un letto di formaggio sfuso, mi fa notare: “luogo di fantasmi, ne’ uomini ne’
macchine”…ma questo sabato di vigilia pasquale il corso e’ gremito di folla, i
negozi pieni e la gente allegra.
Mi godo questo Nuoro con Francesco, che mi viene a trovare da Orani,
con Efisio che mi racconta dei cillerargius ierzesi di mezzo secolo fa;
e mi fa conoscere la figura imponente di Mario Sances, dalla
barba di babbo natale e gli occhi celesti, che mi parla dei suoi scavi
archeologici in mezza Sardegna e di un diploma in bronzo di un marinaio romano
del III sec. d.C., Caio Tarcuzio, trovato forse a Ierzu…sarebbe un miracolo,
caro amico, come il pozzo sacro che hai visto vicino a sa Omu ‘e s’Orcu, di cui
non sapevo nulla.
Ci lasciamo facendoci gli auguri di Pasqua con il professore
che mi dice in perfetto latino …akkanno torras, cola in hoche… certo, al
solito cilleri, al Café del Corso.
Ci facciamo gli auguri per Pasqua come per Natale, ma probabilmente molti
non collegano più queste feste alla natività e alla resurrezione di Nostro Signore,
che per i cristiani sono i due dati storici e teologici dell’alfa e dell’omega del mondo.
Ci scambiamo gli auguri per suggellare un patto non scritto di solidarietà,
di vicinanza reciproca, e forse per esorcizzare la paura di restare soli.
Nessun uomo e’ un’isola e comunque l’infinita’ di isole sparse nell’oceano
della nostra esistenza, non consente di sentirci isolati, del tutto soli.
Le lontananze si sono ravvicinate, sono assordanti e non possiamo più ignorarle.
Ma capita sempre più di non avvertire la presenza degli altri, specie durante
le feste comuni, che svelanol’isolamento, l’estraneità, l’abbandono.
Per questo le feste segnano anche un aumento dei suicidi…un grido disperato senza eco.
E dubito che avesse ragione il Petrarca quando scriveva “nec metuit solum esse dum secum es”…non devi aver
paura di essere solo se sei con te stesso…no, credo che si possa essere con se
stessi senza rinnegare la bellezza del vivere e crescere con gli altri.
Restano, nel nostro profondo inconscio, il desiderio degli altri, la
sensazione di avere legami misteriosi con chi ci e’ vicino anche se ci ignora; e
forse il desiderio della pace, oltre la violenza delle guerre tra nazioni e tra
fazioni e di quella interna alle famiglie.
Non so se sentiranno il clima di pacificazione pasquale i genitori del ragazzo
brutalizzato mentre era sbronzo, bruciato con gli accendini, pisciato dai “compagni di classe”
che si firmano sul corpo inerte, cosparso di nutella e avvolto nella carta igienica, e filmato da
una ragazza…una ragazza!…durante una gita scolastica, in quella sequenza
spaventosa di umiliazioni poi giustificate come “scherzo” dai teppisti
protagonisti della violenza, puniti poi dalla loro scuola con quindici giorni di
sospensione e 4 in condotta. Ma la preside ha rassicurato i delinquenti,
smentendo anche quella ridicola punizione: “il 4 non vuol dire una bocciatura”.
Cara preside…zero in condotta a lei, bocciata per la vita e un calcio in culo,
e ringrazi che e’ Pasqua.
Questi numeri di una punizione ridicola sono stati contestati dai genitori dei teppisti,
che hanno preso le difese dei loro pargoli delinquenti perché si trattava di uno scherzo,
anche se esagerato, e i ragazzi “devono cavarsela senza l’intrusione dei genitori”.
Leggo che il 96% di 17 mila lettori della Stampa, e spero quindi dell’opinione pubblica in toto, approva il
provvedimenti della scuola, ma mi spaventa il 4% che e’ in disaccordo: non solo
quel 3 % che giudica eccessiva la punizione, ma quel minuscolo e gigantesco 1%
che da’ ragione ai genitori imbecilli.
Possibile che su 17 mila intervistati si trovino 17 signori, chiamiamoli così per la pietà che non si nega ai deficienti,
che possano trovare alibi ai violenti? Possibile che non si scandalizzino per il
filmato fatto circolare nella scuola nel totale indifferenza degli studenti e
forse dei professori, delle scuse mai arrivate alla vittima, al fatto che il
ragazzo violentato e’ stato isolato nella scuola dove nessuno lo saluta più…un
mobbing spaventoso che si allarga a macchia d’olio e che sappiamo come finirà
nel nostro Paese incivile e sventurato: il ragazzo cambierà scuola come un
colpevole che scappa e, nelle feste in famiglia, i teppisti ricorderanno come
una goliardata il loro crimine.
No, teppisti e degni genitori, per voi non
esiste la buona Pasqua, ma solo disprezzo.
Mi amareggia una scuola che non
educa i ragazzi alla cittadinanza e alla correttezza sociale, anche se le
premesse ci sono tutte: genitori che abdicano al loro compito educativo,
insegnanti irresponsabili e con scarso senso della loro missione…si’,
missione… impreparazione a governare le classi, burocratizzazione del rapporto
con gli studenti, giovanilismo e buonismo pavido con la tendenza a conquistarsi
la benevolenza degli studenti trovando alibi ai frequenti comportamenti
delinquenziali…bullismum docet.
Tare educative che marchiano anche parte del
milione e settecentomila universitari italiani, incapaci spesso di leggere e
interpretare un testo, di orientarsi nelle tappe della storia dell’Uomo… pochi
giorni fa in tv una ragazza ridanciana e sciocca collocava l’ascesa di Hitler al
potere nel 1975….di parlare male l’italiano e di non sapere una parola di
inglese.
Dite che la colpa e’ del governo che ha tagliato del 20% il
finanziamento per l’Universita? Che l’ignoranza nasca dal fatto che noi
investivamo sulla scuola solo il 4% del PIL…ultimo posto in Europa?
Non rispondo, ma mi chiedo che fine fa l’80 % delle somme non tagliate, quanti
impiegati abbiamo in più e quanta ricerca in meno, quanti clinici sono stai
promossi alla docenza per clientela e non hanno posti letto, quanti sono assunti
con selezioni e concorsi trasparenti, quanti stipendi inutili paghiamo invece di
promuovere la ricerca…devo continuare?
No, e’ pur sempre
Pasqua.
Vent’anni fa frequentava l’università il 14% sei giovani. Oggi si
arriva al 32%…150 milioni di studenti che tra dieci anni saranno 300 milioni.
Molti di questi abiteranno in India, nei paesi emergenti, che hanno scoperto da
poco la necessità di affrontare con la cultura i problemi sociali ed economici.
Sarà questa la chiave per far diventare più civile la futura comunità
mondiale?
Saranno i futuri laureati a frenare le guerre, a superare i tabù
religiosi e sociali, a creare le condizioni di una convivenza civile tra popoli
diversi? Ci saranno studenti universitari educati alla civiltà, alla libertà e
alla democrazia, che non ripeteranno gli orrori dei khmer rossi cambogiani di
cultura parigina, o dei Khomeini che hanno mangiato odio e baguette?
Nel 2050 ci saranno al mondo 2,92 miliardi di cristiani e 2,76 musulmani , che nel
2070 saranno maggioranza: l’India sarà una nazione musulmana, in Europa il 10%
sarà musulmano e nell’Africa sub-sahariana vivranno 4 cristiani su dieci. Strano
e singolare miscuglio di genti e di culture, che mi affascina se non avessi
paura del rischio di vedere perpetuate anche nei prossimi decenni le
intolleranze di questi giorni, le paure di un’atomica in mano ai tagliagole o a
chi minaccia la distruzione finale e completa di loro simili. E di vedere degli
uomini rifugiarsi nelle catacombe per pregare il loro Dio.
Eppure mi incoraggia sapere che ieri, mentre 150 cristiani keniani venivano uccisi con un
colpo alla nuca, molti di loro si salvavano solo perché nascosti dai musulmani
nelle moschee. L’umanità che vince sulla barbarie.
Io non ci sarò più, nel 2070, ma mi piacerebbe guardare il mondo da una galassia lontana e augurare la
Buona Pasqua agli uomini in un regno di libertà e di pace.
Tonino Serra per Medasa.it