ETTORE CANNAVERA: IL SENSO DELLA SPIRITUALITÁ
Abbiamo incontrato Don Ettore Cannavera persona di grande sensibilità umana e apertura ai dialoghi contemporanei che la storia dell’umanità ci richiede. Abbiamo posto alcune domande sui tanti dialoghi che attualmente numerosissimi artisti come Franco Battiato, Juri Camisasca, Giuni Russo e tantissimi altri nel panorama internazionale, si pongono sull’essenza e il significato della spiritualità.
Spiritualità e religiosità. Un distinguo posto le ultime controversie all’interno della religione cattolica dove Don Minutella accusa Bergoglio di non essere centrato sulla spiritualità ma nel sociale. A la spiritualità è anche impegno sociale. Allora cos’è la religione e cos’è la spiritualità?
La distinzione che io faccio tra la religiosità e la spiritualità è che la religiosità sono le pratiche religiose, ad esempio quando si va in chiesa, recitare il rosario, fa la Comunione, ecc. La spiritualità si può vivere senza nessuna pratica religiosa. Si può vivere nella solitudine; si può vivere lontano dalla chiesa, perché la spiritualità è cogliere ciò che c’è di più profondo in ciascuno di noi. Ciò che supera i sensi, ciò che io vedo, tocco, capisco, cioè qualcosa che va oltre e che è dare senso alla vita. Cosa c’è in questo mondo? C’è qualcosa di più? Chi è che guida quel sole che arriva e sparisce? La religiosità è invece la pratica religiosa. Quindi io ho conosciuto persone che hanno grande pratica religiosa. Vanno a messa la domenica, fanno la comunione, ma non hanno spiritualità. E conosco persone che hanno una grande spiritualità, e si dichiarano addirittura non credenti, ma hanno una grande spiritualità. C’è un gruppo che viene nella mia Comunità ogni sabato e fanno tra di loro spiritualità. Non vanno in chiesa, e vi è qualcuno che non è neanche battezzato o cresimato. Saper distinguere queste cose. L’ideale sarebbe che la religiosità esprimesse la spiritualità, ma c’è molta religiosità senza spiritualità, cioè si va in chiesa spesso alcuni per abitudine, si battezza un figlio per abitudine, ci si sposa in chiesa perché ci si sposa in chiesa, ma non si ha spiritualità. Così come c’è gente che ha una grande spiritualità senza alcuna pratica religiosa. Io sono un prete e devo combattere con quelli che vengono in chiesa a scoprire la spiritualità. Non è perché siete venuti in chiesa alla messa perché oggi e domenica.
Questo un rituale antropologico e sociale
Si un’abitudine. Come si fa il pranzo e la cena la domenica si va in chiesa. Ma non è lì la spiritualità. Lì è la religiosità, la pratica religiosa. La spiritualità la si vive nella solitudine dando spazio alla mente, ciò che la mente non capisce. Io la sera ammiro il tramonto e mi guardo il sole. E mi incanto.
La Creazione!
E penso da dove veniamo? Penso così che ci sia ben altro oltre quello che io vedo con i miei sensi. Ed è lì la spiritualità. Questo è ciò che dà più senso alla mia vita e che dà senso anche alla morte. La morte finisce la mia vita fisica e materiale, ma c’è qualcosa che continua di spiritualità.
Franco Battiato il grande artista e compositore ha analizzato la spiritualità da diverse sorgenti di pensiero, dai Sufi, a quella con Juri Camisasca, fino a quella buddista e cristiano ebraica. Da diversi pensieri religiosi. Nell’ebraismo i ragazzi dodicenni per il loro Bar Mitzvah discutono in Sinagoga con il loro rabbino tematiche relative ai testi religiosi come fece Gesù nel Tempio di Gerusalemme. Perché nel cattolicesimo manca questa opportunità?
La chiesa cattolica è diventata un’istituzione nel 315 quando Costantino l’ha riconosciuta. Prima l’ha perseguitata. I cristiani venivano uccisi. Quando c’è stata l’alleanza con il potere politico la chiesa ha perso di spiritualità. Senza generalizzare perché ce ne sono tanti che ce l’hanno, ma come istituzione è un luogo di potere. Io contesto molto a Roma la chiesa cattolica come Stato del Vaticano. Cosa centra lo Stato del Vaticano con Gesù Cristo? Gesù è stato addirittura perseguitato e ucciso dal potere politico. Non era in sintonia col potere politico. Una rappresentazione politica come il Presidente della Regione è un’istituzione e poi di fianco c’è un vescovo. Come è possibile che un cristiano si metta vicino a un politico. Il politico pensa a ben altro e non alla spiritualità, a gestire tutto quello che può ma gli si deve dare la spiritualità, di dare spazio a tutto quello che non si vede. Bisogna riuscire ad aiutare i cristiani. Prima che non è l’andare in chiesa. Non è andare la domenica a fare la comunione. La spiritualità si vive nel silenzio, nella solitudine, quando si hanno problemi personali di senso della vita.
Ecco che il Vangelo dice quando vuoi pregare chiuditi in silenzio nella tua stanza e parla con Dio.
Lì è la spiritualità. Molte volte in chiesa non c’è la spiritualità. Si canta, si fanno grandi feste, la processione, ecc., ma non c’è la spiritualità. È un’abitudine che uno ha e lo fa.
Anche questa abitudine delle reliquie dei santi e rivolgersi alle immagini. Sembra essere una idolatria.
L’unico santo che riconosco è San Francesco d’Assisi perché ha avuto anche un rapporto spirituale, non so fisico, con una donna, Santa Chiara. Io nella mia chiesa li ho insieme: Chiara e Francesco. L’essere umano si completa nel rapporto uomo e donna. Perché la chiesa chiede ai preti di non sposarsi? Io questo lo contesto. Uno può fare una scelta, ma non si può fare una regola.
Infatti gli apostoli erano sposati. Abbiamo bisogno ancora di una Santa Ildegarda di Bingen che richiamava i papi a un certo comportamento.
Oggi questo papa sta avendo difficoltà a gestire il Vaticano perché è pieno di preti omosessuali. Inoltre il Vaticano ne ha bisogno anche perché alcuni preti sono persone che si sono realizzate in questo centro di potere facendo il prete, ma non fanno il prete perché gestiscono un ufficio. Perché per gestire un ufficio devi non sposarti? Poi si rientra a casa e hai bisogno di un compagno o una compagna. Sono alcune cose da rivedere nel mondo della chiesa.
Inoltre molte persone si sono anche allontanate per il caso di Emanuela Orlandi
Chissà che mistero e quale conflitto interno.
Ecco che allora parlare con Dio è meglio farlo a casa
Non solo a casa, ma lontano dalle istituzioni nel silenzio. Nella solitudine.
E nella natura come faceva San Francesco d’Assisi.
Io quando posso vado in campagna e la sera abitando a Serdiana mi godo il tramonto e il sole che scende. Come si faceva un tempo che adoravano Dio. Chiaro non è Dio ma lo rappresenta nella sua creazione. Quando osservo la campagna, la vigna, i frutti e i fiori è lì che scopre la spiritualità cioè la presenza di Dio che fa crescere tutta questa natura che ci circonda. Invece noi lo dimentichiamo richiudendoci dentro le chiese. Fuori dalle chiese. Gesù non ha costruito nessuna chiesa. La chiesa è la Natura.