Tennistavolo Norbello: arriva il tecnico Colucci, Sikorska confermata
È arrivata l’ora di cominciare ad estrarre qualcosa dal cilindro. Domenico Colucci, materano classe 1986, sarà il timoniere della formazione di A1 e dell’intero settore femminile che fa capo al sodalizio di via Mele.
Si vuol ripartire da lui perché la sua giovane età, associata ad un curriculum che si è celermente irrobustito proprio nelle ultime stagioni trascorse col Tennistavolo Torino, porterà una ventata di freschezza sicuramente ben recepita dalle atlete. Tra cui una piacevole conferma, quella di Magdalena Sikorska che ha voluto rivestire la maglia giallo blu dopo un’altra stagione in cui ha fatto la differenza.
“Accogliamo a braccia aperte sia Domenico, sia Magda – sottolinea il presidente del club giallo blu Simone Carrucciu – persone dal background importante e vogliose di mettersi sempre in discussione. Siamo fiduciosi della loro proficua collaborazione”. Sul nuovo tecnico poi aggiunge: “Domenico ha un grande predecessore chiamato Eliseo Litterio, le cui gesta hanno lasciato il segno nella nostra attività. Spero che la sua collaborazione possa continuare anche in questa stagione. A Domenico un grande benvenuto nel club da tutta la famiglia norbellese e grazie della fiducia, Magda compresa, buon lavoro”.
DOMENICO COLUCCI E L’ARTE DI MODELLARE UN GIOCATORE
Il suo primo amore fu il judo. E prometteva anche bene, visto che gli avevano proposto di trasferirsi al centro federale di Ostia. Ma in famiglia si rifiutarono, causa la tenerissima età e per Domenico Colucci, a 14 anni, arrivò il momento di rimpiazzare l’arte marziale con il pongismo che già praticava a livello amatoriale. L’intesa con il sodalizio guilcerino apre un nuovo capitolo esperienziale costellato da step molto importanti per la sua crescita. “Conosco molto bene il Tennistavolo Norbello – afferma Colucci – una realtà importante che da anni è sulla cresta dell’onda. So invece pochissimo sulla Sardegna, ma da quello che ho visto è una regione di cui potrei innamorarmi facilmente”.
Domenico, ancora non si conosce l’intero organico della A1 femminile, ma forse ti sei fatto già un’idea..
La squadra che abbiamo costruito in sintonia con Simone Carrucciu è molto competitiva. Fino a due anni fa avrei detto che con questo organico le aspettative sarebbero state molto alte, ma a detta degli esperti, qualitativamente parlando, stiamo per affrontare il campionato più forte di sempre. Ci sono diverse giocatrici tra le prime cento del mondo e tante italiane brave che si stanno facendo valere anche all’estero.
Azzardi un pronostico?
Mi auguro di poter lottare per un risultato importante, ma non sarà facile. Dopo ogni giornata avremo tanti risultati aperti e imprevedibili e non ci saranno squadre materasso. Ci proveremo, sono molto fiducioso.
Ci abbozzi la tua filosofia di gioco?
Gli atleti sono diversi tra loro, non solo nel gioco ma anche nella mente, ragionano in maniera differente. Quindi l’approccio alla disciplina attraverso allenamenti, gare e competizioni è personalissimo. Non può esistere un manuale prestampato con delle regole fisse ed universali.
E che si fa?
Sicuramente qualcosa uguale per tutti c’è, ma per entrare in forte sintonia con l’allievo è doveroso cucire un lavoro su misura durante gli allenamenti. Senza il duro sacrificio è impossibile arrivare a determinati risultati. Agli ambiziosi dico che “tanto” si ottiene facendo tanto. È fondamentale capire l’atleta che si ha davanti.
Sei reduce da una stagione spumeggiante trascorsa con il Tennis Tavolo Torino
In due anni di permanenza i tanti successi conseguiti mi hanno parecchio inorgoglito. Il merito non è solo mio perché la società mi aveva messo a disposizione uno staff d’alto livello con tra gli altri Xu Fang e Gabriele Piciulin. Abbiamo vinto tanto a livello nazionale, sia a squadre, sia negli individuali.
Come ti sei invaghito del tennistavolo?
Donato Marcosano è stato il mio primo allenatore a Matera. È stato bravo ad alimentare in me questa passione che sicuramente celavo in qualche angolo della mente. Purtroppo ci ha lasciato recentemente.
Che tipo di giocatore sei stato?
Fondamentalmente ho operato con un colpo solo, il top spin di dritto, alimentato dal servizio. Col rovescio cercavo di toccarla il meno possibile. Un gioco attuabile fino a qualche anno fa; adesso, se non si è completi con dritto e rovescio equilibrati (e bilanciati) si fa fatica.
Successi?
Tre titoli italiani. Doppio misto terza categoria insieme a Jessica Ramazzini (TT Vallecamonica) ai Campionati Italiani di Lucera. Doppio maschile 3^ categoria condiviso con Mattia Foglia: una grande soddisfazione perché ho lavorato con lui che era un ragazzino, a Verzuolo. Ed è stato bello dopo diversi anni vivere quest’esperienza. Con enorme piacere ricordo il terzo titolo tricolore conquistato col mio migliore amico Romualdo Manna, ex giallo blu, attualmente responsabile tecnico del CUS Torino, vinto ai campionati italiani universitari di Isernia.
E a livello di squadra cosa custodisci gelosamente?
La salvezza in B1, raggiunta all’ultima giornata con il Verzuolo. Nella sfida decisiva contro il TT Torino, 4-4, riuscii a fare l’ultimo punto che ci diede la vittoria! Ci giocavano anche Mattia Garello, Gianmaria Armando e Giovanni Damasco. A Matera è stato bello, con la mia società, partire da zero e salire fino in B2.
Torino è diventata la tua seconda patria..
Fino ai 18 anni ho giocato a Matera, poi mi sono trasferito in Piemonte per motivi di studio. Quelli trascorsi con il Tennistavolo Torino sono stati gli anni in cui sono maturato ulteriormente; la società era organizzata diversamente rispetto a quella che avevo appena lasciato. C’erano allenatori e sparring di altissimo livello che formavano un gruppo folto e qualitativamente importante. Ho avuto la fortuna di allenarmi con nomi di prestigio come Broglio, Zi Long, Lutsenko e Bobocica.
Dopo due anni il trasferimento a Verzuolo
Un’altra società efficientissima. Ho lavorato con persone di primissimo livello come Valentino Piacentini. Successivamente, per motivi di lavoro, sono tornato a Matera dove ho fondato la ASD Città dei Sassi, e come giocatore ho chiuso lì la mia esperienza. Poi sono tornato a Torino ma solo ed esclusivamente per allenare.
Come nasce la vocazione da allenatore?
Mi ha sempre affascinato questo ruolo in cui devi adattarti all’imprevedibilità. Il lavoro da allenatore è perfetto. Ti misuri con persone in continua evoluzione che abbisognano continuamente di cose diverse. Sei obbligato a studiare sempre qualcosa di nuovo, non c’è mai una procedura standard da attuare. A 22 anni ho accettato il mio primo incarico in una società della provincia di Cuneo e da quella esperienza non mi sono più fermato. Per diversi anni ho giocato ed allenato contemporaneamente.
Dove ti sei fatto le ossa?
Inizialmente con il Tennis Tavolo Savigliano, piccola ma ben organizzata società. Dopo due anni ho sposato il progetto del Tennistavolo Volvera, dove mi sono trovato in sintonia con le idee del suo presidente. Grazie ad uno staff tecnico amalgamato siamo riusciti ad applicare perfettamente le nostre idee tirando su un bel vivaio. Con alcuni ragazzi abbiamo disputato anche alcuni tornei internazionali.
E poi sei cresciuto ancora..
Il buon lavoro di Volvera mi ha spianato la strada verso la prima chiamata importante da parte del Tennistavolo Verzuolo, la stessa società in cui stavo giocando. Il capo allenatore era Catalin Negrila, ex Tennistavolo Norbello, a parer mio uno dei migliori d’Europa per quanto riguarda l’impostazione tecnica e di lavoro sui piccoli atleti. Lui mi chiese di fargli da secondo allenatore, perché c’erano molti prospetti interessanti. Sono stati anni importanti dal punto di vista dei risultati per i titoli giovanili conquistati tra cui il più importante quello nazionale a squadre allievi.
Poi c’è stata la parentesi in Basilicata.
A Matera ho vissuto un altro periodo ricco di soddisfazioni dove ho portato ai vertici nazionali una praticante autoctona, Teresa D’Ercole. Con la società Città dei Sassi, da me fondata, siamo arrivati sino alla A2 femminile dopo due promozioni consecutive.
E’ un peccato che sia finito tutto
Comune e regione non ci garantivano un supporto idoneo per continuare a crescere e quindi sono stato costretto a lasciare, accettando la chiamata del Tennis Tavolo Torino.
Questa è una stagione di grandi cambiamenti per te..
Ho fatto una scelta lavorativa importante perché mi sono trasferito a Milano. Assieme al mio amico e collega Valentino Piacentini ho aperto una SSD che ha in cantiere tanti progetti. Tra i quali un’accademia riservata ad atleti d’alto livello che desiderano portare avanti programmi importanti. Non avendo squadre da seguire in questa attività ho accettato l’invito del Tennistavolo Norbello.
Sarai responsabile anche di tutto il settore femminile norbellese, che idea ti sei fatto?
È uno dei più importanti d’Italia, che può contare sia sull’apporto di esperte, sia sul contributo di atlete più giovani. So bene di avere a disposizione un gruppo importante che ama fare bene ed è abituato a vincere. Sarà sicuramente piacevole lavorare con loro, e da alcune di loro avrò tanto da imparare. Reputo importante anche il momento della condivisione, delle gare del lavoro, dei risultati.
Hai hobby particolari?
Mi piace seguire tutto lo sport e anche provarlo. Ho il pc e la televisione sempre bloccati sugli stessi canali, cerco di imparare tutti i segreti. Seguo il tennis e quando posso assisto di persona ai tornei. Seguo assiduamente gli eventi motoristici, formula 1 e motomondiale anche perché mio papà è stato campione italiano con la superbike e mi ha trasmesso questa passione. Rimane anche quella per il judo.
Un giudizio su Matera?
È una citta splendida. Appena posso, quando ho bisogno di rilassarmi un pochino, ci torno con immenso piacere per salutare amici e parenti. Ma dopo tanti anni trascorsi a Torino, non riuscirei più a vivere a Matera, mi sono abituato a dei ritmi di vita che non appartengono alla mia terra.
Saluti e ringraziamenti?
Ringrazio Simone Carrucciu e lo staff societario per la fiducia legata all’importante incarico che mi hanno offerto, spero di ripagarla sul campo con i risultati. Saluto tutta la famiglia giallo blu non vedo l’ora di cominciare l’avventura a Bratislava in Coppa Europea. Sarà sicuramente una grande annata.
MAGDALENA SIKORSKA SI PROPONE PER LA TERZA VOLTA
Curioso scoprire che nella regular season delle due stagioni non consecutive trascorse con il sodalizio guilcerino la pongista polacca Magdalena Sikorska abbia ottenuto la stessa percentuale di rendimento: 73,3% sia nel 2018/19, sia nel 2021/22. Numeri che la rendono giocatrice temibile da tutti. Nei suoi trascorsi si ricordano il primo posto ai Campionati Europei Accademici in singolo e il primo posto ai Campionati Polacchi a squadre. Nel 2022 ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati polacchi in singolo. “Nella squadra di Norbello mi sono sempre sentita come in famiglia – ammette Magda – perché nel club c’è un’ottima atmosfera”. Nell’anno agonistico appena concluso lei ha militato anche nel campionato polacco: “È stato difficile giocare in due squadre, ma grazie alla buona collaborazione di entrambi i club è stato possibile”. Che serie A1 femminile si aspetta? “Sarà assai ostica, vincere le partite sarà molto complicato ma faremo del nostro meglio”. Tra pochissimo si comincia: “Incontrerò le mie nuove compagne la prossima settimana durante la Ettu Cup a Bratislava. Sono contenta e mi sto preparando per essere nella migliore forma possibile”.