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Suggestioni: Crociati.


 

In un’informativa urgente sulla Libia alla Camera, con la sua tipica aria perbenino da primo della classe, genil ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato: “Ci attendiamo una presa di coscienza internazionale per raddoppiare gli sforzi di mediazione e dialogo…sotto l’ombrello dell’Onu, l’Italia è pronta ad assumersi responsabilità di primo piano…e a contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco, al mantenimento della pace, a lavorare per la riabilitazione delle infrastrutture, per l’addestramento militare, in un quadro di integrazione delle milizie nell’esercito regolare».
Chiunque legga un po’ i giornali e abbia qualche ricordo di storia, non può non notare che a queste frasi, diplomaticamente abili, corrisponde un totale vuoto concettuale e la fuga implicita dalle nostre responsabilità regionali.
Come si fa a parlare di dialogo e di mediazione con i fanatici che scannano i sequestrati innocenti e si esaltano con la frase truculenta “riempiamo bottiglie del vostro sangue”…come si può pensare di monitorare il cessate il fuoco con dei tagliagole che hanno come obiettivo la distruzione del mondo civile…di mantenere la pace dove esiste una violenza primitiva che uccide, stupra…di lavorare per ricostruire le infrastrutture che poi quei fanatici userebbero per perpetuare i loro crimini…di integrare nell’esercito regolare milizie che sono in realtà tribù in guerra tra loro, schierate per calcolo opportunistico con Isis, i Fratelli musulmani di Tripoli e il governo di Tobruk…
Parole inutili, rituali, indegne di chi invece dovrebbe dire la verità al Parlamento della Repubblica, che invece le accoglie con riconoscenza, quasi con sollievo per poter contare su un alibi che giustifichi l’inerzia, l’indolenza e la vile speranza di essere salvati come al solito dagli altri…magari dai soliti americani, che faranno il lavoro sporco e che potremmo poi accusare di essere guerrafondai e interessati solo al petrolio delle zone in guerra.

Per avere accennato ad un possibile intervento militare, il ministro Gentiloni e’ stato minacciato di morte dall’Isis, che lo ha definito un crociato…lo stesso termine che ha usato Hammas diffidando l’Italia da intervenire in Libia. E il buon Gentiloni e’ caduto nel tranello delle parole dicendo in Parlamento che “non vogliamo avventure, né crociate, ma l’unica soluzione alla crisi è quella politica”.
So anche io che la soluzione sta nella politica…basterebbe un blocco navale totale di fronte a Sirte, blindare i confini con Tunisia ed Egitto, non attingere più nulla dai terminali del gas e del petrolio…ma anche abbandonare le popolazioni civili in mano ai barbari, consentire a Isis di conquistare la Cirenaica e la Tripolitania, i loro aeroporti e i loro aerei militari…e poi, monitoriamo il mantenimento della pace dei cimiteri? Riconosciamo il posto di osservatore all’ONU al Califfato? Eleviamo agli onori degli altari i futuri martiri cristiani scannati sulla spiaggia libica?
Ma c’era bisogno, signor ministro, di sottolineare di non volere “crociate”? Di far capire che anche lei, al pari di altri ignoranti, vive con il complesso di colpa delle Crociate, combattute mille anni fa e poi spazzate via dall’ondata musulmana?
Non sarebbe ora di smetterla di farci trattare da assassini per imprese compiute nel medioevo, tre secoli dopo la conquista violenta del mondo cristiano da parte degli eserciti del Profeta, tanto che in pochi decenni divennero terra sacra all’Islam gli ampi territori che furono culla del Cristianesimo? Possibile che nessuno ricordi che fu Maometto a inaugurare i millenni di pulizia etnica facendo massacrare nel 627…appena cinque anni dopo l’Egira… i 600 ebrei Banu Qurayza di Medina, che gli si opponevano, e cacciando via gli ebrei dall’Arabia?
Prima delle crociate ci fu la conquista araba del mondo Romano in appena un secolo…pensate con le paste di Caboi?… e dopo le crociate ancora la conquista araba di quanto restava dell’impero bizantino con la presa di Bisanzio nel 1453.
Li fermammo, gli arabi, a Poitiers nel 732 e poi a Vienna nel 1683. Li cacciammo via dalla Sicilia nel 1091…otto anni prima dell’inizio delle crociate…dalla Spagna nel 1492…e non venite a dirmi che l’Andalusia era un paradiso in terra…lo era anche Bisanzio prima dei Turchi musulmani…
Possibile che esistano ancora individui che, di fronte alle attuali società islamiche governate dalla sharia, si cullino nel ricordo di un islam civile…che però ci imponeva le tasse come cristiani… e non colgano le differenze con la nostra civiltà illuminata dalla volontà di far avanzare i diritti umani, il rispetto delle donne, l’uguaglianza, la giustizia, la laicità rispettosa della religione?

Da sardo non sopporto chi ignora che la storia della nostra Isola fu segnata per mille anni dalla difesa contro gli attacchi saraceni, arabi e barbareschi.
La storia non si fa con i “se”, ma ci vuole poco per capire che senza il pericolo arabo non avremmo avuto bisogno della difesa dei genovesi e dei pisani, che poi occuparono e distrussero la nostra terra, e dopo di loro gli aragonesi che ci fecero piombare nel Medioevo da cui l’Europa usciva proprio in quegli anni con la civiltà dei Comuni…come sarebbe stata la nostra Sardegna se i nuovi invasori, invitati dal Papa a difenderci dagli Arabi, non avessero posto termine con la violenza alla singolare esperienza della civiltà giudicale?
Noi sardi subimmo la paura della Mezzaluna fino al 1825, quando mandammo le nostre fregate a bombardare Tripoli, covo dei pirati che piombavano indisturbati nelle nostre coste razziando uomini e bestiame, desertificando le coste, assalendo le torri e massacrando i contadini. C’è ancora qualcuno che provi a dire che noi crociati dell’anno Mille abbiamo meritato mille anni di violenza? Provate a dirlo agli ogliastrini, ai carlofortini fatti schiavi a centinaia…ai bosani, a quelli di sant’Antioco…o ai bariesi e si terteniesi, che si videro uccidere per secoli i loro soldati contadini nella difesa delle torri…
E c’è ancora qualcuno pronto a giustificare l’odio che ci giura oggi, nel terzo millennio, il mondo islamico con il ricordo della Crociata di Goffredo di Buglione?
Certo che ci sono, questi intellettuali pensosi e tormentati dai complessi di colpa …con sprezzo della storia e del ridicolo…

Tonino Serra.