LEONE APPARENTE


LEONE APPARENTE


Sei solo un leone apparente
dal midollo di farfalla
che mai si posa
e costantemente balla,
d’aspetto, si muore in una sala
“troppo aspetto”, è l’uomo in fumo
ore giorni mesi che passano al sole
è un incedere in catalessi che più non amiamo,
entra nel cuore delle piazze in mezzo alla gente
dieci sono i tuoi comandamenti
annusi il tuo essere importante
spaccia una fraudolenta gioia
scuote le genti dagli sguardi avvolti dalla noia
una visione ad occhi spenti.
Dopo il calare della luna
entrano sterili principi di fortuna
del leone che clemente si presentò
solo sabbia tra le dità
ammaliato non più rimarrò,
quando d’alto del palazzo capiranno chè
per realizzare non servono ma, forse o perché
di buone parole, delicate e di circostanza
la famiglia campa, di esse in assenza,
un brillante luccica non se s’indossa
ma al petto di chi dal capo chino
in un solitario silenzio agisce,
mentre l’epoca cupa davanti passa
ora la folla e come un animale
senza sole e senza pane
rimane al vento
l’urlo cieco di violacee pene,
prima che l’amministratore del largo condominio
sappia governare con diligenza
sia cittadino anche del vicolo chiuso
non solo fattrice di una ostentata pazienza,
un esame di coscienza
privo di qualsiasi forma d’arroganza
né sarà felice il popolo
di ciò che è stato reso.

Sergio Mereu