Radio Alter on the Road Communications ha incontrato Francesco Magnelli al “Festival Pazza Idea” svoltosi al Ghetto degli Ebrei a Cagliari. L’artista componente dei CCCP, CSI e Litfiba , è uno dei rappresentanti della storia rock italiana, ma anche un compositore molto stimato, di profonda sensibilità umana e di sincera coerenza etica artistica. Incontrarlo con Ginevra di Marco e Andrea Salvadori, durante lo spettacolo “La Rubia canta la Negra”, (La bionda canta la negra indigena Mercedes Sosa), è stato un discorrere e riflettere sui tempi attuali, dei grandi sconvolgimenti, ma anche dei cambiamenti. Il cambiamento che si apre verso la speranza, il cambiamento che esige l’impegno individuale, civile e sociale, è quel cambiamento che ci rende vivi e sensibili al rispetto dell’esistenza nostra e dell’altro. Il cambiamento del non adagiarsi sugli allori, ma sapere trasmettere alle generazioni presenti la memoria e la storia per vivere un presente con dignità ed etica civile e sociale, perché “Todo cambia”.

 

 

Francesco portare in scena una Violeta Parra, una Mercedes Sosa e Victor Jara con León Gieco, come è nato questo progetto con tua moglie Ginevra e i tuoi compagni di viaggio?

È stata una proposta del “Festival dei Popoli” a Firenze nel settembre del 2015. Noi pur amando moltissimo Mercedes Sosa, e già suonavamo “Gracias a la vida” di Violeta Parra, non ci azzardavamo all’epoca di fare un disco su Mercedes Sosa. Grazie a loro che ci hanno sostenuto e spinto a farlo per il Festival dei Popoli e musica dei popoli, ci siamo addentrati nel repertorio, anche perché veniamo da una musica completamente diversa. Abbiamo fatto tante cose diverse negli anni. Proprio per questo, c’era lo stimolo e la voglia di andare a scoprire a fondo questi poeti argentini e latinoamericani, che hanno scritto delle cose bellissime per Mercedes Sosa e che ha interpretato in maniera divina. Per l’appunto, in quel momento lì, abbiamo fatto uno spettacolo per due volte con Luís Sepúlveda  dove si è scoperto grande amante di Ginevra. Ci ha chiamato per fare uno spettacolo insieme ed anche lui, che aveva conosciuto Mercedes Sosa, ci ha spinto a fare il disco affermando che Ginevra avrebbe potuto interpretare molto bene queste canzoni.

Voi che avete vissuto il periodo dei CCCP, CSI, PGR, “Todo cambia” ma, non tutto cambia, perché la storia si ripete.  Oggi Ginevra ha ricordato la scarsa sensibilità verso il mondo della donna. Sembra che tutte le lotte portate avanti negli sessanta e settanta siano cadute nell’oblio. Cosa non cambia in definitiva dato che è molto importante il fatto che voi abbiate portato in scena degli autori come Victor Jara ed altri che sono morti in momenti delicati della storia mondiale.  Non credo che oggi l’Europa, l’Italia e tutto il pianeta se la passi tanto bene.

Sì, come diceva Ginevra sul palco bisogna, per quello che compete a noi, è quello e dire delle cose in scena che abbiano un senso in questo momento storico. Perché quando sali e parli, e dici delle cose, comunque devi essere sicuro di quello che vuoi dire. Il cambiamento di “Todo cambia” è chiaramente l’accettare il cambiamento come qualcosa di positivo e di diverso per te che deve essere un passo avanti e non un tornare indietro. Mentre si è scoperchiato un vaso per quello che riguarda il rapporto con la donna, come la donna vive. Oggi è stato un tornare indietro in maniera incredibile. Sono due cose diverse che per me che amo il cambiamento che significa crescita, nel senso che se tu cambi, cresci. Poi ci sarà qualcuno che ti segue o non ti seguirà, e qui parlo del nostro lavoro e del nostro mestiere. Però io vedo che quando tu fai un cambiamento sincero, dove le persone hanno seguito anche tutt’altro, riconoscono in te questa sincerità nella voglia di cambiare, e l’apprezzano comunque. Per cui il cambiamento di “Todo Cambia” è quello di sapere accettare le varie fasi della vita e viverle col cambiamento nella maniera giusta.

Francesco tu e Ginevra avete dei ragazzi, dei figli, e chiaramente, senza entrare nel personale della vostra vita privata, avete una speranza come padre e come madre e come artisti che vedono questo pianeta sempre più “rimpicciolirsi e ingrandirsi” per le tantissime problematiche. Quali sono oggi le speranze e i sogni per i vostri figli voi che avete vissuto in prima linea con band certe esperienze, anzi diciamo in “linea gotica”.

La nostra speranza è sempre la stessa. Da sempre, anche se intorno può peggiorare. Io penso ai cambiamenti climatici, a questi grandi problemi che abbiamo sotto gli occhi. Purtroppo è sempre peggio. La mia speranza sono i ragazzi. Sono i giovani. Questa è la speranza. Sarà il loro compito quello di cercare di capire cosa dobbiamo fare. Chiaramente tocca loro spingere per fare. In teoria ci dovrebbero essere delle persone anziane, tra virgolette, che li indirizzano verso un corretto percorso , raccontandogli la memoria e trasmettendo ciò che ha significato l’avere vissuto certe esperienze e momenti.

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