— Il cuore nel pallone: MISTER FRANCO BOI —


 

Il mondo fantastico del calcio giovanile continua sempre più ad essere una fucina di piccoli e grandi campioni. E’ vero non sempre si riesce nell’intento, ma la cosa più importante è vedere a fine allenamento e a fine gara le facce soddisfatte dei piccoli calciatori in erba. Nella galassia delle  scuole calcio  e delle società che investono e credono nei giovani spicca lo Sporting Vigor Capoterra una giovane società con tanta voglia di far bene non solo nei risultati ma nella crescita dei Ragazzi.  Quest’anno la società ha investito molto sul profilo dell’insegnamento e allora il Mister Franco Boi non ci ha pensato un attimo ed è corso subito alla corte del DS Antonello Cotza e dal Presidente Fabrizio Esu con i quali hanno  sviluppato un piano organizzativo sulla base di  2 anni. Un progetto serio e concreto che  potrà  portare solo  benefici a tutto il movimento calcistico giovanile di Capoterra e non solo.
Incuriositi da questo progetto siamo andati nella bella struttura dello Sporting Vigor Capoterra per vedere con i nostri occhi ciò che con grande maestria la società sta mettendo in campo ed abbiamo fatto due chiacchiere con il mister dei giovanissimi e collaboratore per le attività di base Franco Boi .


Il mister arriva da una stagione “sabbatica”, nella quale si è dedicato principalmente allo studio e alla visione dei giovani nelle vari tornei.
Precedentemente ha collaborato 
svariati anni da istruttore al Sìnnai Calcio a seguire ha fatto il secondo a Mister Mario Sanna con la Juniores del Selargius sempre con Mario Sanna  inizia a collaborare anche con il Monastir per un breve periodo poi  passato al Atletico FC Sanluri dove ho seguito i Pulcini Misti (esperienza fantastica con dei ragazzini davvero pronti).
Adesso si rimette in gioco, ma leggiamo le sue risposte alle Nostre Domande

 

 

  • 1-Si inizia una nuova stagione con quale spirito ti appresti ad affrontarla?

Con grande entusiasmo e grande voglia di rimettermi in gioco in una categoria dove ho sempre fatto bene, soprattutto quest’anno in questa società Sporting Vigor Capoterra composta persone serissime a partire dal Presidente l’Avv. Fabrizio Esu al Direttore Sportivo Antonello Cotza dove mi hanno fortemente voluto e voglio ricambiare questa loro stima impegnandomi al massimo sia con il mio gruppo Giovanissimi Provinciali che dando una mano alla società e all’attività di base.

  • 2- quali sono gli obbiettivi che la Vigor Capoterra spera di raggiungere?

Quest’anno l’obiettivo societario è stato quello di rinnovare il parco tecnici delle categorie Master (giovanissimi e allievi) una affidata a me e gli allievi a un bravissimo collega mister Saul Cerchi come obiettivi stagionali abbiamo entrambi l’obbligo e il dovere per il blasone societario di “far bene” che non significa vincere i campionati ma quello di mantenere ognuno un gruppo da portare avanti per almeno 2 anni

  • 3- hai un bel gruppo di “ragazzini” da portare avanti, quale è la formula per gestirli al meglio?

Questa sì che è una bella domanda!!! Non credo esistano segreti o formule ma sono convinto che ci vuole una forte leadership e un forte carisma per trasmettere a questi ragazzi dei principi di gioco, dal momento che essendo quasi tutti al 1 anno di calcio “che conta” devono misurarsi in spazi più grandi, con un arbitro, con avversari fisicamente più prestanti, doversi impegnare per essere convocati ecc, diciamo insomma che devono lavorare molto sul campo per dimostrarmi quanto sono capaci e io devo valutare il loro impegno, la loro serietà e il grado di educazione, tutti ingredienti fondamentali che io e la società richiediamo!!

  • 4- E’ più importante insegnare la tecnica o cercare di far capire ai ragazzi che il e calcio è anche una scuola di vita?

Dico sempre che bisogna far crescere campioni nella vita e poi nello sport ma se si riesce a creare un connubio fra entrambe le cose è tanto meglio, sono anche pienamente convinto che il calcio crei sempre amicizie e conoscenze fondamentali per la crescita di ogni atleta che si porterà appresso sempre nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

  • 5- Cos’è per te il calcio?

Anche questa è una bella domanda!!! Dico subito che il calcio è passione allo stato puro soprattutto per chi come me ha sempre fatto e continua fare solo settore giovanile.

  • 6- come riesci a far combaciare gli impegni calcistici con la famiglia?

E’ difficilissimo devo organizzarmi a 1000 la settimana con l’aiuto della mia compagna, devo far combaciare lavoro, figli, attività sportive loro, devo ritagliarmi il tempo per prepararmi i cicli di allenamenti, devo volare al campo il giorno degli allenamenti perché devo essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via; insomma diciamo che è complicato ma senza il calcio per me non è vita.!!

  • 7-nelle passate stagioni hai allenato in varie società, qual’è il ricordo migliore?

Da ognuna di loro ho ricordi bellissimi ma in particolare del Sinnai Calcio e dell’Ateltico FC Sanluri dove ho avuto modo di crescere, di conoscere persone speciali e di allenare ragazzini fantastici

  • 8- allenare e insegnare calcio sono due cose diverse, è più importante saper insegnare il calcio o allenare semplicemente sotto il tuo punto di vista?

La Federazione Italiana Giuoco Calcio insegna ai corsisti 3 principi:

Sapere, saper fare e saper far fare…. Criteri fondamentali per insegnare e allenare a calcio, è molto più difficile e complesso insegnare calcio perché ci si trova davanti ai bambini in età evolutiva che hanno una mente pensante che emula i gesti tecnici visti in tv o nei social e richiesti in campo dall’istruttore, mentre allenare è già un tipo di lavoro differente dove l’atleta arriva da un trascorso calcistico nel quale la “tecnica calcistica” è stata già assimilata e bisogna aggiungere principi di gioco, posture e moduli.

Sono anche fortemente convinto che i migliori tecnici debbano allenare in attività di base perché è proprio in quella fascia che si vedono i progressi del bambino o del giovane atleta giorno per giorno.

  • 9- L’ immancabile dilemma del settore giovanile è come gestire la parte “Genitori”, quale è il tuo pensiero?

I Genitori è una categoria a parte del mondo del pallone e vanno saputi gestire anche loro, per far questo bisogna essere chiari dal principio, bisogna spiegare qual è il loro posto, quali sono gli obiettivi societari, quali sono le idee del mister ma in particolar modo riuscire a spiegare quali siano i limiti tecnici, tattici e fisici dei loro figli, spesso questo viene frainteso oppure viene apprezzato molto dipende dalle aspettative di ognuno di loro. In generale credo (e spero visto che siamo alle soglie dell’inizio del Campionato9 che capiscano che hanno un ruolo fondamentale anche all’interno societario visto che fanno sacrifici per le rette da pagare, per portarli ad allenare e per portarli a giocare la domenica ma devono anche sapersi affidare e fidarsi della società e del mister

  • 10- ci fai conoscere la tua squadra di questa stagione?

Quest’anno come già detto alleno i Giovanissimi provinciali dello Sporting Vigor Capoterra è un gruppo di 23 ragazzini in prevalenza del 2005 che arrivano dagli esordienti e che per la prima volta si stanno per misurare nel campo grande e in una realtà agonistica dove la fase dell’egocentrismo non deve più esistere ma devono capire che ormai si gioca di squadra, ho anche dei bravi 2004 che saranno lo zoccolo duro della squadra sul quale far ruotare i 2005.

Si conclude così questa splendida giornata in mezzo ad un nuvolo di futuri campioni sul campo e nella vita grazie anche a chi ci mette tutto il cuore Nel Pallone!

 

Adriano Micheli  per Medasa.it