Sa.Spo. Cagliari: Francesca Secci tricolore in tre specialità agli Italiani Estivi di Nuoto FINP
Inossidabile, talentuosa, vigorosa. Francesca Secci continua ad allenarsi poco e a vincere molto. Reduce dai Campionati Italiani Estivi di Nuoto FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) che si sono svolti a Palermo da venerdì a domenica scorsi, l’atleta saspina si è ritrovata penzolanti nel busto quattro ori e un bronzo.
Già nel primo giorno di gare la selargina di caratura internazionale, con due Paralimpiadi alle spalle, trionfa nei 200 misti (classe S09) e contemporaneamente ottiene un quarto posto nell’Open (sfida che assembla concorrenti di altre classi). Il tempo di 2’59” 08 è analogo a quello registrato agli Invernali di Brescia nel marzo scorso.
Sabato mattina altro podio più alto nella prova di qualifica dei 100 stile (1’15”05), bissato poi nella successiva finale Open dove si migliora di oltre due secondi (1’13”03).
Voglia di strafare saltale addosso? Proprio così perché l’insegnante di inglese si procaccia l’oro n. 4 nei 400 stile dove rispetto agli invernali cala di due secondi (5’24”58); tempo che le consente di cogliere il bronzo nell’Open.
Pur essendo l’unica atleta saspina presente nel capoluogo siciliano, accompagnata dal papà dirigente Claudio Secci, Francesca fa ottenere alla società cagliaritana il diciottesimo posto nel medagliere per classe (su 41 iscritte) e l’undicesimo in quello Open (su 31).
E ORA ANIMA E CUORE NELLE ACQUE LIBERE, MA NIENTE PREPARAZIONI SPECIFICHE
Come vivere di rendita. Tanti sacrifici e sforzi diluiti costantemente in pratiche pluriennali consentono a Francesca Secci di evitare la preparazione e gestire le gare nel migliore dei modi, complice anche l’esperienza che a ventotto anni assurge a componente indispensabile. “È andata più che bene – ha dichiarato – ma non ho idea di che cosa possa succedere in gara, mi ritengo soddisfatta. Prendiamo le cose belle che arrivano e basta”.
Nei 100 stile hai fatto faville
Il tempo di qualifica non era eccezionale, ma era più o meno quello che mi aspettavo. Sarà perché avevo una ragazzina a fianco, fatto sta che la finale Open l’ho vinta inaspettatamente; c’erano altre sette avversarie e non era per niente facile imporsi.
Come già successo a Brescia sei stata punzecchiata dalle tue amiche avversarie..
Frecciatine ce ne sono state, specie dopo l’oro negli Open perché in seguito alla prova di qualifica avevo dichiarato di non potercela fare per la finale perché troppo esausta. E invece poi è andata come è andata..
Un pensierino agli Europei di Dublino?
Questi risultati non cambiano le cose. Mi rendono contenta ma li ritengo puramente casuali. Per affrontare gare di alto livello è necessario maggiore allenamento e più tempo a disposizione ed io non ho né l’uno, né l’altro. Allo stato delle cose non posso definirmi competitiva oltre Italia. Purtroppo sono impossibilitata nel dedicare anima e corpo esclusivamente allo sport.
E i selezionatori della nazionale che dicono?
Sono al corrente della mia situazione. Conoscono le scelte che ho fatto. I rapporti sono sempre stati ottimi, si scherza a bordo vasca ma non sono più un’atleta da tenere d’occhio.
A livello organizzativo come è andata a Palermo?
A bordo vasca è filato tutto liscio. Il primo giorno hanno avuto difficoltà nel mantenere il rispetto dei tempi perché dovevano affinare al meglio la situazione. Semmai si è registrato qualche disagio nei trasporti, ma non con me che alloggiavo a due passi dall’impianto. Purtroppo molti atleti hanno dovuto raggiungerlo sin dalla mattina di venerdì, per non rischiare di disertare le gare del pomeriggio.
Ora ti attendono le tappe degli Italiani di Acque libere..
Anche in quel caso il mio motto preferito sarà “Come va, va”. Soprattutto perché le incognite sono sempre di più, col rischio addirittura di non far partire la gara per le condizioni meteo avverse. Ma in questo caso ci consoleremo in altro modo, come ha detto un mio compagno di sfide: “Male che vada ce ne andremo a magnà”.
Nella veste di consigliera FINP cosa hai da dichiarare?
Abbiamo avuto problemi organizzativi. Non essendo dipendenti della FINP, siamo tutte persone che hanno altri impegni di lavoro ed è stato difficile trovare delle date che potessero accontentare tutti. Ho però seguito i consigli federali attraverso mail e al telefono.
Com’è la situazione politica nel nuoto paralimpico?
Nonostante tutto si stanno muovendo tante cose. Sia sull’ambito della formazione, e sia su quello prettamente agonistico con la nascita della pallanuoto paralimpica con quattro società affiliate. Sarebbe bello se si concretasse la realizzazione di un settore promozionale della FINP, ancora in stato molto embrionale.
Poi c’è il nuovo problema delle classificazioni..
Il regolamento sta per mutare, in modo da essere in linea con quello internazionale. Tutta l’attenzione è ora rivolta agli Europei di Dublino che si svolgeranno ad agosto. Con la rivoluzione delle classificazioni è molto probabile che certi nostri atleti si ritroveranno a gareggiare in categorie differenti da quelle fino ad ora assecondate. E questo sta creando notevoli problemi.
E i tuoi cavalli di battaglia stanno andando a compimento?
Per quanto possibile, sì. Non si possono cambiare le cose dall’oggi al domani. Principalmente cerco di tenere sempre più stretto il legame tra i nuotatori paralimpici e la federazione. Soprattutto in vista della trasferta di Dublino, in modo che gli si consenta di seguire un’alimentazione consona durante le gare; all’estero non sempre è possibile. Penso che su questo aspetto si sia raggiunto l’accordo definitivo. Poi vorrei coinvolgere sempre più atleti nelle tappe del campionato Acque Libere.
La società Sa.Spo non smette di congratularsi.
I tifosi saspini si tengono in contatto con me costantemente. Sono contenta di aver reso nuovamente onore ad una società storica che fa un gran lavoro. Si potrebbe fare di più ma questo vale per tutti gli aspetti della vita. Sono contenta che mi seguano e che si tengano informati.
Questa volta c’eri solo tu a rappresentare il sodalizio cagliaritano..
L’ultima stagione è stata dura sia per me, sia per la mia compagna Giovanna Corraine. La mia speranza è che arrivino altri atleti, vogliosi di provare questa bellissima disciplina. E non lo sostengo per chissà quali aspirazioni da podio, quanto perché l’attività sportiva è divertente, fa bene al fisico e allo spirito. E poi durante le trasferte ci si diverte, si incontrano altre persone, si vedono posti nuovi. Spero davvero che prima o poi qualcuno accolga il mio invito e venga a provare in piscina.