Nella grande famiglia CIP Sardegna anche la FISPES si ritaglia uno spazio importante
CON LA FISPES GLI ATLETI PARALIMPICI PRENDONO QUOTA IN CHIAVE UMANA E SPORTIVA
L’emancipazione di tante discipline paralimpiche la si deve alla FISPES. È grazie alla Federazione Sport Paralimpici e Sperimentali che molti atleti hanno potuto perfezionare lo sport preferito, prima di trovare piena legittimazione nelle federazioni di riferimento.
E anche in Sardegna l’opera è incessante e va avanti da tanti anni grazie all’apporto di infaticabili appassionati come l’attuale presidente nazionale FISPES Sandrino Porru e il suo compagno di tante battaglie Carmelo Addaris che dal 2015 ricopre l’incarico di delegato regionale, nonché quello di vice presidente del CIP Sardegna.
L’obbiettivo primario della FISPES è, e sarà nel tempo, quello di offrire alla persona con disabilità la conoscenza degli enormi vantaggi psicofisici che la pratica di una o più discipline sportive sono in grado di garantire, e senza che vi sia limite alcuno, anche in termini di età.
Proprio in questi giorni si fa sempre più vivo l’interesse per la convocazione mondiale dell’atleta isolano Mattia Cardia, residente a Villanovafranca, ma punto di forza della pluridecorata ASD Sa.spo Cagliari Onlus.
Il forte ipovedente marmillese, specialista nei 100 e 200 metri T13, parteciperà alla rassegna iridata giovanile paralimpica di Atletica Leggera che si disputerà a Notwill (Svizzera) dal 3 al 5 agosto 2017. E lo stesso Mattia, pluricampione nazionale, lo scorso 5 luglio ha fatto da testimonial a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’importante raduno sportivo intercontinentale. All’incontro c’erano, tra gli altri, il presidente del CIP Luca Pancalli e Sandrino Porru.
CARMELO ADDARIS CREDE NELLA CRESCITA CULTURALE E AGONISTICA DELLE ZONE INTERNE
In merito ai risultati ottenuti in quest’ultimo biennio gestionale del CIP e della FISPES Sardegna è indubbio che ci sia stato un notevole salto di qualità culturale che si percepisce sia in ambito regionale, sia in quello nazionale.
Lo conferma il delegato regionale, di San Sperate, Carmelo Addaris, pietra miliare del movimento paralimpico sardo, grazie alle sue innumerevoli esperienze internazionali, prima come atleta e poi in qualità di dirigente sportivo.
Comincia nel 1976 a Toronto partecipa alla sua prima Paralimpiade. Dopo una pausa, riprende il percorso sportivo nazionale e internazionale nel 1982, protrattosi fino al 2000. Nel corso di questi anni ha partecipato ad altre due Paralimpiadi e a numerosi campionati mondiali ed europei, che gli hanno permesso di conquistare 5 medaglie olimpiche, esclusa quella d’oro, 7 titoli mondiali e un record del mondo ufficiale nei 5.000 m. di corsa in carrozzina.
Carmelo può dirsi soddisfatto anche dall’esperienza vissuta come allenatore nazionale: ha seguito l’atleta Alvise De Vidi (dell’Aspea Padova), fino alla conquista della medaglia d’oro nella disciplina della maratona.
Il suo recente incarico nell’ambito regionale Fispes lo rende ancor più motivato: “Mi consente di seguire una politica di promozione delle attività paralimpiche nel territorio regionale – afferma – che pone al centro dell’attenzione la risposta alla domanda e al bisogno e che sono riferimenti primari a garanzia della qualità della vita della persona”.
Com’è cambiato il movimento paralimpico negli ultimi quarant’anni?
Ripercorrendo a ritroso le esperienze da me vissute, constato la quasi scomparsa dei concetti pietistici e soprattutto approssimativi, che caratterizzavano lo sport paralimpico fino a pochi anni or sono. In particolare sotto l’aspetto della maturata e consapevole disinvoltura con cui vengono affrontate ed espresse le tematiche attinenti alla disabilità, da parte degli Organi relativi alle Istituzioni e all’informazione.
E poi ci sono i successi sportivi..
Infatti. Possiamo prendere come riferimento recente il medagliere Olimpico e Paralimpico di Rio 2016 conseguito dagli atleti italiani e fare un confronto con gli eventi degli anni precedenti. Si evidenzia palesemente il salto di qualità manifestato e che risulta in costante crescita, da parte dei nostri atleti. Questo significa che il progetto promozionale nell’ambito nazionale e territoriale sta dando i suoi frutti.
In Sardegna il movimento Fispes come si dipana?
Le discipline sportive più praticate coprono quasi totalmente quelle attinenti all’Organo nazionale: Atletica Leggera, Tiro a Segno, Boccia e Calcio . Ancora non sono presenti gli strumenti per l’avvio della disciplina del rugby in carrozzina.
Obbiettivi particolari da perseguire nel prossimo futuro?
Con l’ausilio del CIP Sardegna c’è l’intenzione di garantire la pratica sportiva in tutto il territorio regionale, in particolare in quello decentrato e lontano dalle grandi città. Al fine di offrire indistintamente la possibilità e l’opportunità di mettersi alla prova, in particolare alle persone con disabilità grave che hanno come elemento frenante o inibente la certezza della mobilità per raggiungere gli impianti sportivi.
Come agire concretamente per avere delle risposte concrete?
Tale situazione necessita di un piano operativo avente come riferimento sia l’Unione dei Comuni che i PLUS (Piani Unitari Locali per i Servizi alla Persona) di tutto il territorio regionale.
E’ possibile seguire le attività del Cip Sardegna su Facebook e nella rinnovata pagina web www.cipsardegna.org